Dead or Alive Paradise – Recensione Dead or Alive Paradise
Qualsiasi appassionato di picchiaduro conosce senza dubbio una delle serie più accattivanti e interessanti del genere, degna rivale di mostri sacri (almeno fino a qualche anno fa) come Tekken e Street Fighter, famosa soprattutto per il design dei propri personaggi piuttosto che per la spettacolarità dei combattimenti: Dead or Alive, divenuto anche un film poco fortunato ai botteghini, ha sempre attirato numerosi fan proprio grazie alle curve sensuali delle proprie protagoniste, belle e fatali, soprattutto in bikini. Quest’ultimo elemento ha dato la svolta al genere sul quale la serie ha puntato negli ultimi anni; gli sviluppatori, capito il reale potenziale del gioco, hanno preferito lasciare pugni e calci ai rivali Kazuya e Ryu destinando le angeliche ragazze verso un paradiso fatto di isole tropicali, spiagge, sole, mare, bikini e tanta prosperosità femminile. Così nasce, insieme ad altri capitoli su console fisse, Dead or Alive Paradise, che approda direttamente su PSP proprio in concomitanza della nuova estate.
New Zack’s Island
Come prevedibile, il luogo d’incontro delle deliziose fanciulle non poteva non essere una splendida e sperduta isola tropicale dalle spiagge dorate e l’acqua cristallina: Sole sempre in alto nel cielo, enormi piscine, hotel da sogno e casinò notturno. Da classico picchiaduro beat’em up Dead or Alive diventa in questo capitolo una sorta di "dating game" che raccoglie una serie di minigiochi, dal Beach Volley al Pool Hopping (attraversare una piscina saltando su dei cuscini galleggianti), passando per il gioco d’azzardo di Blackjack e Slot Machine nel casinò.
Sfida al Pool Hopping: premendo i tasti giusti si raggiunge
il cuscino successivo, sbagliando si cade!
All’inizio della vacanza si sceglie una delle fanciulle e si inizia la prima giornata nell’isola: sin da subito è possibile svolgere alcune attività come rilassarsi in piscina, scattare alcune foto della ragazza oppure giocare a Beach Volley (solo quando si è già accompagnati da una partner). Ciascuna attività porta via del tempo e dopo averne svolto circa quattro in tutta la giornata si ritorna automaticamente all’hotel, centro di amministrazione del gioco: qui si ricevono e mandano i regali, si indossano nuovi accessori e costumi e si collezionano gli oggetti speciali con un sistema simile a quello degli album di figurine.
Quasi tutti questi oggetti si ottengono spendendo denaro nei vari negozi dell’isola, acquistando nuovi costumi, palloni, accessori o regali per le altre ragazze, compreso anche del cibo. Il sistema dei regali è l’anima del gioco: ciascuna ragazza ha delle simpatie per un particolare colore e cibo, quindi regalarle un costume costoso, avvolto nella carta regalo del suo colore preferito e accompagnato dal drink che più le piace vi farà sicuramente adorare, cosÏ da poterle chiedere in seguito di divenire vostra partner. Per fare tutto questo però bisognerà innanzitutto guadagnare denaro, vincendo le partite di beach volley, quelle di Pool Hopping o avendo molta fortuna al casinò: quest’ultimo, disponibile solo la sera dopo esser ritornati all’hotel, comprende i tavoli di Blackjack (in singolo e in gruppo), Poker e le Slot Machine. Oltre a giocare e scommettere il proprio denaro, il casinò è utile nel caso si vogliano sbloccare personaggi o minigiochi in più; tuttavia, è spesso il modo peggiore per cercare di fare soldi, in quanto troppo rischioso e lento.
Tornando all’hotel, rimane da spedire regali (nel caso non sia già stato fatto) oppure andare a letto, concludendo la giornata per risvegliarsi direttamente al mattino del giorno successivo. Da qui tutto riprende in maniera identica: si può giocare a beach volley, pool hopping, rilassarsi in piscina, scattare foto nei vari luoghi dell’isola oppure chiedere alle altre ragazze di diventare partner (massimo una per volta): oltre questo, è possibile raccogliere sequenze video grazie ai servizi fotografici per poi andare a sbloccare nuovi minigiochi; la giornata si conclude allo stesso modo, si torna all’hotel, si inviano e ricevono regali, se si vuole si va a giocare al casinò, si va a letto e inizia un nuovo giorno. Tutto il gioco si svolge qui, e in men che non si dica la vacanza giunge improvvisamente al termine senza nemmeno accorgersene, regalando un video finale diverso a seconda dei risultati raggiunti: in tutti i casi, comunque, l’effetto è di pura perplessità.
La "guida alle ragazze" di Kasumi suggerisce il suo
cibo preferito e anche le compagne più affini
Curve pericolose
Nei capitoli originali, le curve sinuose delle belle combattenti potevano anche rivelarsi fatali, ma in questo nuovo paradiso di Tecmo riescono a colpire ben poco. Il comparto grafico, per quanto la grafica 3D non sia affatto scadente, propone poche inquadrature e tutte da distanza eccessiva, sia negli intermezzi ordinari che in quelli dei servizi fotografici: l’oscillare su e giù degli abbondanti seni diventa artificiale dopo un po’ e in breve si finisce per non notarlo più, mentre tutto il resto non raggiunge mai un buon livello di seduzione. Luci e ombre litigano spesso tra loro, le animazioni sono ricche di alti e bassi e le espressioni facciali inesistenti.
Il sonoro, proseguendo sulla stessa scia, si limita a pochissime esclamazioni ripetute e alla sola colonna sonora di sottofondo: gli effetti audio sono davvero rari e mal curati, mentre le musiche banali, ripetitive e ben presto fastidiose.
Alcuni dettagli grafici dovrebbero infine trasmettere segnali al giocatore sulle condizioni del rapporto instaurato con le ragazze e sui loro oggetti preferiti, ma l’assenza di una legenda e l’ambiguità di questi stessi effetti rende tutto questo vano e ancor più confusionario, con un risultato più negativo che positivo.
Dunque?
Giocando la prima volta le meccaniche del gioco rimangono oscure anche fino alla fine della vacanza: non si arriva a capire bene quale sia lo scopo da raggiungere, secondo quali meccaniche questo o quel costume siano più graditi, quando l’amicizia con una ragazza è mantenuta ad alti livelli o quando invece si sta affievolendo, a cosa servano alcuni oggetti o se effettivamente piacciano ad una o ad un’altra ragazza. Il vero problema, però, è che tutto questo rimane oscuro anche alla seconda, alla terza, o alla quarta giocata: niente viene spiegato o analizzato. Sembra che l’importanza maggiore venga data alle sequenze video nelle quali scattare le foto alla ragazza, ma oltre ad essere noioso questo sistema è anche scarno e superficiale: il giocatore può controllare solo parzialmente la telecamera, lo zoom non riesce a soddisfare i maliziosi e i movimenti delle ragazze sono quasi sempre identici. Si finisce col poterne reggere tre, quattro, massimo cinque, dopodichè ci si chiede perchè continuare questa tortura. I nuovi minigiochi non sono un premio così meritevole e quelli già disponibili lasciano a desiderare: pool hopping diventa banale ed estremamente facile dopo poche giocate, mentre il beach volley presenta un gameplay accennato e rozzo, da giochino per cellulari. Dopo pochissime ore si ha già provato tutto ma nulla di entusiasmante: tecnica di buon livello, ma che da sola non basta a riempire le enormi lacune di un concept di gioco scarno e mediocre, accompagnato da un gameplay tutt’altro che soddisfacente. Il potenziale (quello delle ragazze) c’è tutto, ma così viene totalmente sprecato e oscurato: da rifare.