Dead or School – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Zombie mutanti, violenza e un pizzico di ironia in salsa manga: sono questi gli ingredienti che abbiamo utilizzato per preparare la nostra recensione di Dead or School, provato nella sua versionePlayStation 4. Uscito nel 2018 su PC e l’anno scorso (per i soli cugini orientali) su Nintendo Switch, lo Studio Nanafushi confeziona la versione europea del suo Hack and Slash a scorrimento, dedicandola alle due console di casa Sony e Nintendo. C’è da premiare la perseveranza di questo piccolo studio indie giapponese: il progetto per la realizzazione Dead or School iniziò nel 2016 con una campagna di crowdfunding su Indiegogo. Nonostante gli elementi action e frenetici (con un pizzico di osé) che accompagnavano il trailer di presentazione del gioco, la campagna non decollò e si chiuse raccogliendo solo il 20% del budget previsto. Nonostante questo, grazie anche all’aiuto di Marvelous, lo Studio Nanafushi riuscì a concepire la sua creazione, declinandola su diverse piattaforme. Il gioco nel suo complesso è interessante nelle intenzioni ma nella resa finale lascia un po’ a desiderare. Questo mix 2D/3D che tenta di simulare un simil 2,5D si scontra con delle inquadrature che non riescono a mascherare una qualità grafica fin troppo low-res.

Realizzare in economia un videogioco non è facile per cui è normale riscontrare delle defezioni nel comparto grafico. In compenso però Dead or School riesce a fornire degli spunti interessanti con riguardo al meta, mixando elementi RPG con quelli action e hack’n’slash.

dead or school recensione ps4

Hack’n’slash + RPG 

La nostra recensione di Dead or School, nella sua versione per console PS4, inizia con una storia: in un futuro distopico gli abitanti di Tokyo vengono colpiti da un virus che trasforma gli infetti in mutanti zombie. I sopravvissuti tentarono invano di resistere per ben tre anni prima di arrivare all’estrema decisione, quella di rifugiarsi nelle profondità della metropoli giapponese. La storia, le usanze e le tradizioni progressivamente stavano svanendo e il ricordo dei giorni che furono si stava perdendo.

78 anni dopo quella “scelta”, una ragazza di nome Hisako decide di inseguire un sogno: ritornare in superficie, andare a scuola e ripristinare la normalità della vita di tutti. Forte di un duro addestramento, decide di partire per questo lungo e difficile viaggio che la porterà in tutte le stazioni principali della metropolitana di Tokyo. Ad aspettarla ci saranno molte belle sorprese.

dead or school recensione ps4

Dead or School nasce come un interessante esperimento di fusione tra un videogioco e un manga. Le sequenze narrate sono un interessante mix tra manga e anime dove però, in poco tempo, quello che risultava potenzialmente interessante finisce con il diventare estremamente noioso. Trattandosi di un hack’n’slash a scorrimento, ci si aspetta sequenze continue e frenetiche con ondate di nemici e checkpoint frequenti. Le sequenze ci sono, ma sono intervallate da noiosi, e talvolta poco interessanti, dialoghi tra personaggi che erodono progressivamente l’interesse verso il gioco.

La prima regola di un Action Platform a scorrimento, come insegna il buon Metal Slug, è quella di fruire quanto più possibile del gameplay in modo da restare “sempre sul pezzo”. A peggiorare ulteriormente la situazione è la dislocazione dei checkpoint che, spesso e volentieri, impongono un backtracking che copre una buona sessione di gioco, riproponendo per giunta gli stessi identici nemici. 

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La grafica di gioco non è delle migliori anche se c’è di peggio in circolazione. Onestamente la fusione tra il disegno in stile manga dei personaggi decisamente 2D e il background e gli scenari renderizzati in 3D, un po’ stona. Inoltre l’AI degli NPC nemici è molto basilare e l’unica difficoltà la si può incontrare con i boss di livello, dotati di una lifebar più estesa rispetto alla nostra: una volta capito il pattern dei movimenti però anche loro diventano normale amministrazione. 

L’aspetto che invece intriga maggiormente in Dead or School è la presenza di una dinamica RPG, capace di adattarsi e integrarsi nel meta del videogioco. Nel corso della nostra avventura ci siamo imbattuti in un loot system che prevedeva livelli di rarità e con perk vari ed eventuali. Utilizzando il gergo comune a noi gamer, si possono “droppare” armi, mod, denaro, punti salute e stamina e munizioni. Le mod, il piatto forte del gioco, si attribuiscono alle armi e i perk connessi alla mod stessa riescono a far intravedere il concetto di build in un contesto del tutto innovativo. Ovviamente, la customizzazione del personaggio ha un riflesso immediato e tangibile sul gameplay. L’idea di contaminare il genere hack’n’slash a scorrimento con elementi RPG è stata sicuramente una bella trovata per i ragazzi dello Studio Nanafushi.

Complicare la semplicità diverte

La letteratura videoludica attribuisce ai generi hack’n’slash, platform e beat’em up con la caratteristica dello scorrimento, canoni di semplicità, accessibilità al meta e immediata digeribilità del gameplay: immaginate un gioco a cui avete giocato in passato e che risponde ai generi appena citati. Quanto tempo ci avete messo a capire dove vi trovavate e dove stavate andando? Cosa dovevate fare e chi erano le vostre nemesi? Come funzionava il sistema dei controlli ed eventualmente comprendere il pattern degli NPC? Relativamente poco.

Ed è proprio questa la caratteristica chiave di questi generi: l’immediatezza. Dead or School decide di complicare queste semplici meccaniche, aggiungendo degli elementi tipicamente RPG. L’intenzione dei ragazzi dello Studio Nanafushi è interessante anche se la resa finale non è delle migliori. Ciò nonostante il videogioco acquisisce comunque una dimensione innovativa e non finisce tra i “soliti già visti”

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Elementi come la stamina (o se preferite la resistenza) che magari potremmo ritrovare in un Soul’s like, complica la dinamica del frenetico “corri e mena”. La nostra giovane aspirante studentessa  può utilizzare le tre tipologie di armi: corpo a corpo, fuoco e speciale. A seconda delle caratteristiche proprie delle armi, ne consuma una quantità variabile che influisce sulla corsa e sulla schivata, rendendole talvolta inutilizzabili.

Sebbene questo non si nota in situazioni con pochi nemici da abbattere, diventa infernale quando le orde di mutanti si fanno intense e frequenti. Ma questa complicazione di semplici dinamiche del genere, rappresenta il valore aggiunto di Dead or School, in grado di sconfiggere il fattore monotonia tipico degli hack’n’slash / platform / beat’em up a scorrimento.

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Un’altra nota di merito per il videogioco realizzato dallo Studio Nanafushi è la presenza dei punti abilità, ottenibili a ogni nuovo livello. Questi possono essere spesi per potenziare le tre tipologie di armi. Ed ecco che si intravede, quindi, il concetto di build: investendo i punti in una delle tre armi il gameplay ne risente e il nostro PG sarà “più bravo” a utilizzare un’arma piuttosto che un’altra.

Questa dinamica del meta si sposa perfettamente con l’utilizzo delle mod che specializzano ulteriormente la nostra giovane Hisako, cucendole addosso una build in grado di amplificare il suo potenziale offensivo e difensivo.

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Lo Studio Nanafushi è sicuramente da premiare per la sua perseveranza e la passione dimostrata con il suo Dead or School. Nonostante una falsa partenza nel 2016 è riuscito a far conoscere il suo lavoro al mondo intero. Il videogioco ha molti spunti interessanti che non vengono supportati adeguatamente da un comparto grafico decisamente non dei migliori. Anche se i movimenti della telecamera sembrano voler accentuare il lato action del gioco, finiscono con l’evidenziare ulteriormente una qualità della grafica back-gen. La scelta di mixare elementi RPG con quelli di un hack’n’slash è stata una buona mossa: il videogioco acquisisce una sua personalità e fatto dimenticare l’incubo della monotonia, molto frequente in un action platform a scorrimento. La scelta di introdurre estenuanti sequenze narrate dove la sola e unica cosa interessante sono le dolci curve dei personaggi femminili rischia in più di un’occasione, di fare andare la povera Hisako all’obitorio e non a scuola. Ritenta, sarai più fortunato.

7

Pro

  • Mix RPG e Hack'n'slash interessante
  • Il concetto di build funziona
  • Assenza della parola monotonia

Contro

  • Mix 2D/3D terribile
  • Graficamente si poteva fare molto di più
  • Sequenze narrate estenunanti
  • Pochi e lontani checkpoint
Vai alla scheda di Dead or School
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