Deliver At All Costs Recensione

Recensito su PlayStation 5

Deliver At All Costs Recensione

C’è qualcosa di irresistibilmente anarchico nel caos. Quella sensazione di libertà che si prova quando, per una volta, si decide di non seguire le regole, di non rispettare i limiti, di non preoccuparsi delle conseguenze.

È un impulso che ci accompagna fin da bambini, quando la tentazione di buttare giù la torre di mattoncini appena costruita era più forte della soddisfazione di vederla eretta.

Eppure, crescendo, impariamo a trattenere quell’istinto, a incanalarlo, a lasciarlo sfogare solo in spazi sicuri e controllati. I videogiochi, in questo senso, sono il nostro parco giochi segreto: mondi in cui il caos non solo è permesso, ma spesso è la chiave per andare avanti.

Deliver At All Costs è figlio di questa filosofia. Un titolo che prende la routine apparentemente innocua della consegna pacchi e la trasforma in una celebrazione sfrenata della distruzione, della velocità e dell’improvvisazione. Un gioco che, senza pretendere di cambiare il mondo, riesce nell’impresa di farci sorridere, di sorprenderci e, soprattutto, di farci sentire di nuovo bambini davanti a una torre di mattoncini pronta a crollare.

Deliver At All Costs Recensione

Ci sono giochi che ti accolgono con una stretta di mano e una promessa di avventura. Altri che ti lanciano subito in mezzo alla mischia, senza troppe spiegazioni. Deliver At All Costs appartiene decisamente alla seconda categoria. Non appena si avvia il gioco, ci si ritrova immersi in un’America anni ’50 che sembra uscita da un sogno a occhi aperti di un designer con la passione per il rockabilly e i colori saturi.

Le strade sono larghe, le auto cromate, le insegne al neon lampeggiano come se non dovessero mai spegnersi. Ma sotto questa patina di normalità si nasconde un mondo pronto a esplodere al primo colpo di clacson.

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Il protagonista, Winston Green, è solo in apparenza l’emblema dell’uomo qualunque: un corriere stanco, con la schiena a pezzi e la pazienza ormai ridotta al lumicino. In realtà, fin dalle prime battute, il gioco lascia intendere che dietro la sua facciata anonima si nasconda molto di più.

C’è un passato che affiora tra una consegna e l’altra, fatto di incarichi misteriosi e di una certa familiarità con tecnologie che un semplice fattorino non dovrebbe nemmeno conoscere. Le allusioni a una carriera pregressa in qualche agenzia governativa – qualcosa a metà tra l’FBI e un laboratorio segreto – si fanno sempre più esplicite man mano che la trama avanza, e non è raro imbattersi in dialoghi o situazioni che tradiscono le sue competenze da ingegnere provetto.

Questi dettagli, seminati con una certa ironia tra una missione e l’altra, finiscono per avere ripercussioni tutt’altro che secondarie sullo svolgimento della storia, aggiungendo un pizzico di mistero e di imprevedibilità a una narrazione che, pur restando leggera e autoironica, sa sorprendere quando meno te lo aspetti.

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Non aspettatevi comunque un thriller denso di colpi di scena: qui la trama resta sempre al servizio dell’azione, ma la presenza di un protagonista con un passato così particolare dona al tutto un sapore diverso, quasi da commedia d’azione con sottotesto da spy story.

E quando, nel mezzo di una consegna apparentemente banale, Winston si ritrova a dover mettere mano a gadget improbabili o a risolvere situazioni degne di un agente segreto, il gioco riesce a strappare più di un sorriso, ricordandoci che anche dietro la routine più monotona può celarsi una vita fuori dal comune.

Eppure, in questo rumore, c’è una colonna sonora che merita una menzione a parte. Le note di rock’n’roll, surf music e jazz che accompagnano ogni momento di gioco sono la vera anima di Deliver At All Costs. Ogni derapata, ogni esplosione, ogni urlo di un passante spaventato sembra danzare al ritmo di una playlist che non conosce pause.

È un’energia contagiosa, che ti spinge a premere ancora più forte sull’acceleratore, a cercare la scorciatoia più improbabile, a ridere davanti a una recinzione che si sbriciola come un biscotto troppo friabile.

Il caos come regola

La prima volta che si prende il controllo del pick-up di Winston, la tentazione è quella di guidare con prudenza. Si cerca di rispettare le strisce pedonali, di evitare i marciapiedi, di consegnare i pacchi senza fare troppo rumore. Ma bastano pochi minuti – e magari il primo palo della luce abbattuto per errore – per capire che Deliver At All Costs non vuole essere un simulatore di vita reale.

Qui la distruzione non è solo permessa: è incentivata, premiata, celebrata. Ogni elemento dello scenario è stato pensato per essere abbattuto, spostato, utilizzato come trampolino o come ostacolo improvvisato.

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La fisica degli oggetti è volutamente esagerata: ogni collisione è una piccola esplosione di detriti, ogni curva presa troppo larga può trasformarsi in un domino di recinzioni abbattute e tavolini da picnic che volano come frisbee impazziti. E non è solo una questione di spettacolo: spesso, per rispettare i tempi di consegna o per evitare ingorghi e blocchi stradali, è necessario inventarsi scorciatoie improvvisate, sfondando muri, attraversando giardini o abbattendo interi edifici.

Questa libertà d’azione è forse il più grande punto di forza del gioco. Non ci sono percorsi obbligati, non ci sono soluzioni giuste o sbagliate: ogni missione è un invito a sperimentare, a cercare la strada più veloce (o più distruttiva), a trasformare ogni ostacolo in un’opportunità. E quando, dopo una serie di manovre azzardate, si riesce a consegnare l’ultimo pacco con il cronometro che segna pochi secondi alla fine, la soddisfazione è autentica, quasi fisica.

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Le missioni principali sono un crescendo di follia: si parte con le classiche consegne multiple, in cui bisogna ottimizzare il percorso per risparmiare tempo, ma presto ci si ritrova a trasportare oggetti ingombranti o fragili, come un enorme pesce marlin che si dimena nel cassone o una bomba atomica pronta a esplodere al minimo urto.

Questi momenti, spesso accompagnati da situazioni surreali e dialoghi esilaranti, aggiungono pepe all’azione e contribuiscono a mantenere alta l’attenzione anche dopo diverse ore di gioco.

Non mancano le missioni secondarie, che spaziano da semplici sfide a tempo a veri e propri mini-giochi che mettono alla prova le abilità di guida e la capacità di improvvisazione del giocatore. Sebbene alcune di queste attività risultino ripetitive nel lungo periodo, la varietà delle situazioni proposte e la possibilità di affrontarle con approcci diversi aiutano a mantenere vivo l’interesse e a evitare la sensazione di routine.

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La progressione del personaggio e del veicolo è gestita attraverso un sistema di potenziamenti che permette di migliorare le prestazioni del pick-up, aggiungendo gadget come sospensioni rinforzate, motori più potenti o clacson in grado di spaventare i passanti e liberare la strada.

Questi upgrade, pur non rivoluzionando l’esperienza di gioco, offrono una gratificazione costante e stimolano il giocatore a completare missioni aggiuntive per sbloccare nuove possibilità.

Un aspetto particolarmente riuscito è la gestione del rischio: ogni azione distruttiva comporta un aumento del livello di caos, misurato da un indicatore che tiene conto dei danni causati agli edifici e agli oggetti. Superata una certa soglia, la polizia inizia a dare la caccia al giocatore, costringendolo a improvvisare fughe rocambolesche e a trovare modi sempre più creativi per seminare gli inseguitori.

Questo sistema aggiunge un ulteriore livello di tensione e imprevedibilità, trasformando ogni consegna in una corsa contro il tempo e contro la legge.

Un mondo fragile e sorprendente

Uno degli elementi che distingue Deliver At All Costs da altri giochi simili è la qualità della distruzione ambientale. Ogni oggetto, edificio o elemento dello scenario è stato progettato per reagire in modo credibile agli urti, con una fisica che, pur essendo volutamente esagerata, restituisce una sensazione di peso e di impatto davvero soddisfacente.

Vedere un’intera fila di case crollare come un domino dopo aver abbattuto il primo muro con una derapata ben assestata è uno spettacolo che non stanca mai, e che invita a cercare sempre nuove combinazioni di caos.

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Questa attenzione ai dettagli si riflette anche nella varietà degli ambienti: ogni quartiere ha le sue peculiarità, i suoi ostacoli e le sue opportunità di distruzione. Ci sono zone residenziali dove bisogna fare attenzione a non travolgere i bambini che giocano in strada, aree industriali piene di container e impalcature pronte a crollare, e centri cittadini dove il traffico e la folla rendono ogni manovra un esercizio di precisione (o di pura fortuna).

Ogni mappa è un piccolo mondo a sé stante, con le sue regole e le sue sfide, e imparare a conoscerle a fondo diventa parte integrante dell’esperienza.

La varietà delle missioni e la libertà d’azione sono sostenute da un comparto tecnico solido, che riesce a gestire senza troppi problemi la grande quantità di oggetti in movimento e di effetti speciali. Su PlayStation 5il gioco gira fluido anche nei momenti di massimo caos, peccato per l’assenza di effetti sui trigger adattativi durante la guida.

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Il comparto artistico, come già accennato, è una vera gioia per gli occhi: ogni elemento, dai veicoli ai personaggi, dagli edifici agli oggetti di scena, è stato disegnato con uno stile che richiama i cartoni animati dell’epoca, ma con un tocco moderno che rende il tutto fresco e attuale.

La palette di colori vivaci e le animazioni fluide contribuiscono a creare un’atmosfera leggera e spensierata, perfetta per un gioco che fa dell’ironia e dell’esagerazione i suoi principali punti di forza.

Oltre alla già citata colonna sonora, anche il comparto sonoro merita una menzione speciale. Ogni urto, esplosione o derapata è accompagnato da effetti sonori esagerati ma perfettamente in linea con lo stile del gioco, che contribuiscono a rendere ogni momento ancora più coinvolgente.

Le voci dei personaggi, volutamente caricaturali, aggiungono un tocco di simpatia e rendono ancora più piacevoli i brevi intermezzi narrativi che punteggiano l’azione.

La scelta di mantenere un tono leggero e scanzonato in ogni aspetto del gioco si riflette anche nell’interfaccia utente, semplice e intuitiva, che permette di concentrarsi sull’azione senza distrazioni inutili. Tutto è pensato per mettere il giocatore a proprio agio e per invitarlo a sperimentare senza paura di sbagliare, in un ambiente che premia la creatività e il coraggio più che la precisione o la pianificazione.

Luci, ombre e potenzialità nascoste

Nonostante i suoi molti pregi, Deliver At All Costs non è esente da difetti. La struttura delle missioni, pur offrendo una buona varietà nelle prime ore di gioco, tende a diventare ripetitiva nel lungo periodo, soprattutto nelle missioni secondarie che spesso si riducono a semplici corse contro il tempo o a sfide di distruzione fine a sé stessa.

La mancanza di una reale progressione narrativa, unita a una trama che rimane sempre sullo sfondo, può far perdere interesse a chi cerca una motivazione più profonda per andare avanti.

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Anche il sistema di potenziamenti, sebbene divertente, avrebbe potuto essere sviluppato in modo più articolato, magari introducendo veicoli alternativi con caratteristiche uniche o gadget davvero rivoluzionari. In questo senso, il gioco sembra accontentarsi di offrire una progressione lineare e prevedibile, senza mai osare davvero nel proporre nuove meccaniche o sfide più complesse.

Un altro aspetto che avrebbe potuto essere approfondito è la gestione delle conseguenze delle proprie azioni: sebbene il livello di caos e la presenza della polizia aggiungano un po’ di pepe all’azione, manca una vera e propria penalizzazione o ricompensa per il modo in cui si portano a termine le consegne.

In altre parole, distruggere tutto o cercare di essere il più precisi possibile porta spesso agli stessi risultati, e questo limita un po’ la profondità strategica dell’esperienza.

Nonostante questi limiti, Deliver At All Costs riesce comunque a mantenere alta l’attenzione grazie al suo ritmo serrato e alla capacità di sorprendere il giocatore con situazioni sempre nuove. La presenza di missioni speciali, di eventi casuali e di piccoli segreti nascosti nelle mappe contribuisce a rendere ogni partita diversa dalla precedente, e invita a tornare più volte per scoprire tutte le possibilità offerte dal gioco.

L’anima indie che non si vergogna di esserlo

C’è qualcosa di profondamente sincero in Deliver At All Costs. Forse è l’entusiasmo con cui il gioco abbraccia la propria natura indie, senza cercare di nascondere i limiti di budget o di ambizione. Forse è la voglia di divertirsi, di sperimentare, di sorprendere senza prendersi troppo sul serio. O forse è semplicemente la capacità di ricordarci che, a volte, il divertimento nasce proprio dal caos, dall’imprevisto, dalla libertà di sbagliare senza paura di essere giudicati.

La storia dello sviluppo del gioco – nato come progetto scolastico di un gruppo di studenti svedesi e poi cresciuto fino a diventare un titolo pubblicato da una major come Konami – è la dimostrazione che, con passione e creatività, si possono ancora realizzare giochi capaci di sorprendere e di divertire.

E anche se Deliver At All Costs non sarà ricordato come un capolavoro assoluto, rimarrà nella memoria di chi lo ha giocato come una di quelle esperienze che, pur nella loro semplicità, riescono a lasciare il segno.

Deliver At All Costs Recensione

In definitiva, Deliver At All Costs è un gioco che fa della leggerezza e della libertà i suoi principali punti di forza. Un titolo che non pretende di rivoluzionare il genere, ma che riesce comunque a regalare ore di divertimento spensierato a chi è disposto a lasciarsi andare, a sperimentare, a ridere davanti a una recinzione che crolla o a un passante che scappa urlando.

Non è il gioco più profondo dell’anno, né quello più raffinato dal punto di vista tecnico o narrativo. Ma è uno dei più sinceri, e forse è proprio questo che lo rende speciale. In un’epoca in cui spesso si tende a complicare tutto, Deliver At All Costs ci ricorda che, a volte, basta un pick-up, qualche pacco e tanta voglia di fare casino per tornare a divertirsi come bambini.

7.5
Caos puro, ironia e distruzione

Pro

  • Distruzione ambientale spettacolare e divertente
  • Atmosfera anni ’50 irresistibile e curata
  • Gameplay immediato e liberatorio
  • Colonna sonora coinvolgente

Contro

  • Missioni secondarie ripetitive
  • Progressione dei potenziamenti poco profonda
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