Drag x Drive Recensione Nintendo Switch 2

Recensito su Nintendo Switch 2

Drag x Drive Recensione Nintendo Switch 2

C’è qualcosa di affascinante negli esperimenti che a volte il mondo videoludico si concede: shooter che diventano puzzle (come Pragmata, di cui vi parleremo fra qualche giorno), horror statici tutti ambientati in una stanza, e poi esperimenti come Drag x Drive. Con un prezzo di lancio di 19,99€, Drag x Drive è in tutto e per tutto un gioco esperimento, a due passi da – ma comunque a portata di – una tech demo 2.0.

Il primo e più sensibile apprezzamento, da parte mia – e ho voluto dedicargli un paragrafo proprio qui all’inizio – va all’inclusività dell’idea di gioco. Il basket in carrozzina non l’ho mai visto rappresentato nel mondo dei videogiochi, e Nintendo e Drag x Drive meritano un plauso per la voglia di dar visibilità non solo a uno sport poco rappresentato ma in particolare ad un genere di sport, quello delle paraolimpiadi, che mettono costantemente accessibilità e inclusività al proprio centro.

È un passo avanti che merita pregio e rispetto, soprattutto per come stanno andando le cose oggigiorno. Ma torniamo a noi.

Il punto di forza di un’esperimento, nel videogioco, è la sua natura “a tentoni”, il coraggio che spinge a provare concetti nuovi, incroci nuovi di genere e nuove meccaniche. Drag x Drive è un esperimento coraggioso, interessante, con una profondità che non mi aspettavo ma che, come in tutti i casi nei quali l’entusiasmo sperimentativo prende comando del volante, Nintendo EPD si è lasciata indietro qualcosa di essenziale, nel perseguire con foga l’obbiettivo di “novità” di Drag x Drive.

E questa dimenticanza ha a che fare con la feature di Nintendo Switch 2 della quale ero e rimango più dubbioso: il joy-con mouse.

Sui joy-mouse ho molto da dire, e per ora non troppo di positivo
Sui joy-mouse ho molto da dire, e per ora non troppo di positivo

Drag x Drive Recensione (Nintendo Switch 2)

Uno dei tratti distintivi di Drag x Drive è sicuramente l’utilizzo del Joy-Con 2 in modalità mouse per simulare il movimento in sedia a rotelle.

Nintendo è sempre stata quella dei controlli immediati e intuitivi, e Drag x Drive non è certamente da meno: ancora prima dell’inizio del tutorial a schermo sapevo come interagire con le ruote e con la sedia a rotelle, e non rimaneva che imparare il resto delle meccaniche.

Quello che mi aspettavo, o meglio quel che davo per scontato, era che su quei comandi, comodi e intuitivi, Nintendo avrebbe creato un loop interessante e che si evolvesse, non troppo richiedente dal punto di vista delle abilità ma abbastanza profondo da poter accompagnare senza peso una decina di ore di gioco, più tutte quelle che il multiplayer avrebbe eventualmente concesso.

Ecco, era nel ballpark ma non avevo colto completamente nel segno. Il loop di Drag x Drive è piacevole e immediato, ma ciò che esso richiede a chi gioca, a livello di pazienza e investimento fisico è forse un po’ oltre la zona confort, mia e del target di utenza apparente di Drag x Drive stesso.

L’approccio fisico che Drag x Drive richiede diventa quindi innegabile filamento dell’identità del gioco. Con tutti i pro e contro del caso.

Sulle meccaniche base Drag x Drive costruisce un sistema di trick piuttosto diretto ma comunque sfidante
Sulle meccaniche base Drag x Drive costruisce un sistema di trick piuttosto diretto ma comunque sfidante

Quando sperimentare scivola

L’ho detto, la funzionalità mouse l’ho guardata con sospetto dal day one, ma Drag x Drive mi ha dato una ragione che speravo di non avere. Se le prime 5-10 strisciate di joy-mouse (l’ho coniato io, dopo registro il trademark) sulle gambe ti fanno sorridere, sia per l’immediatezza di ciò che quel movimento traduce a schermo sia per il delicato rumble dei joy-mouse ad ogni strisciata.

Ecco, ai primi 10 sorridi, ma ai primi 50 inizi a respirare un po’ più a fondo, e a 100 stai ansimando.

Lo sforzo fisico è intenso, e di per sé questo non sarebbe un problema, soprattutto se a proporlo è la platform holder che si è inventata un gioco sportivo a generazione (da Wii Sport a Ring Fit Adventure), ma se Ring Fit Adventure era il giusto limite alle energie fisiche che un utente è disposto a mettere su un… beh, un gioco, qui, complice una certa frustrazione nell’incapacità dei joy-mouse di reagire in modo prevedibile ad ogni strisciata sulle gambe o pantaloni, la somma di sforzo e imprecisione dei comandi diventa insostenibile per più di una decina di minuti alla volta.

Il loop, ci tengo a ripeterlo, è godibile ed è entusiasmante riuscire a sbattere frontalmente con un nemico (è un 3v3), rubare loro la palla, poi correre a canestro, fare un trick sulla ringhiera e poi centrare il cesto senza nemmeno toccare il bordo, ma se la richiesta energetica è di 100 calorie a canestro… ecco, la frustrazione bussa violenta, soprattutto nel contesto di un gioco che devi giocare da seduto.

Addio relax, addio fruibilità in comodità, in un certo senso.

Ho trovato piuttosto preciso l’effettuare una curva e l’utilizzo dei grilletti ZL/ZR come freni dei rispettivi lati è intuitivo e permette di affrontare curve più violente del normale in modo elegante e responsivo; il tiro a canestro è praticamente lo stesso di Wii Sports, con l’aggiunta che più saremo vicini a canestro più la nostra precisione aumenterà, e con il bonus dell’automira a canestro in quasi tutte le posizioni di tiro che ci vedono rivolti verso il canestro.

Attenzione: l’automira non garantisce il canestro, ma solo che la palla andrà verso di esso.

In alcune partite l'imperfezione dei comandi risulta evidente, soprattutto negli scatti e negli scontri frontali con gli avversari
In alcune partite l’imperfezione dei comandi risulta evidente, soprattutto negli scatti e negli scontri frontali con gli avversari

Castello di carte

Su accelerate e frenate, Drag x Drive costruisce un piccolo corollario di meccaniche e sfide aggiuntive: l’arena che ci ospita (il “Parco”) offre infatti la possibilità di gareggiare con bot, assistere a partite che stanno avvenendo nel parco stesso (che può essere aperto a tutti o chiuso da un codice amico) o sfidare noi stessi in piccole attività legate al masterare le meccaniche di gioco.

Queste ci daranno, nel momento in cui le supereremo secondo i parametri richiesti (chiudere il percorso in tot secondi, ad esempio, o effettuare almeno uno specifico numero di canestri), un trofeo per attività e ci permetteranno di sbloccare elementi di personalizzazione del nostro driver, come caschi, corazze, telai e ruote.

All’interno del menu personalizzazione è anche tra l’altro possibile modificare il nostro “archetipo”, da Guardia ad Ala a Centro, scelta che altererà le nostre statistiche (Rimbalzi, Forza, Agilità).

Tolti questi superficiali livelli di personalizzazione, la palette cromatico del gioco è la cosa che meno urla Nintendo di tutto l’apparato. Considerando che pochi anni fa ARMS metteva in scena colori pazzeschi nel contesto proprio di un gioco sportivo simulativo, Drag x Drive ha l’aspetto di un minimum viable product, a livello cromatico.

Lo stadio stesso ha scorci davvero molto spogli, e non rappresenta certo uno dei mondi curati e, soprattutto, vivi ai quali Nintendo ci ha abituato.

Il livello di contenuti in toto risulta basso: le partite 3v3 sono divertenti, ma i mini-giochi nel Parco offrono stimoli per una decina di minuti e poco più, e non appena ci si scontra contro la fatica e l’imperfezione dei comandi… beh, è game over. È chiaro che Drag x Drive abbia bisogno di continui contenuti, come campionati o nuovi elementi di personalizzazione, perché per come stanno ora le cose, la voglia di tornare a giocare è poca e passeggera.

I trick non sono solo utili come emoticon ma forniranno punti aggiuntivi se segneremo un canestro mentre effettuiamo un qualunque tipo di trick
I trick non sono solo utili come emoticon ma forniranno punti aggiuntivi se segneremo un canestro mentre effettuiamo un qualunque tipo di trick

Tutto dipende dal gruppo

Le partite 3v3 offrono uno stimolo genericamente piacevole, ma tutto – e dico un’ovvietà – dipende dal gruppo. Purtroppo non sono riuscito a trovare costantemente giocatori e giocatrici con cui partecipare, ma il ritmo di ogni partita, anche quelle con i bot (piacevolmente aggressivi), è serrato il giusto.

Personalmente, ritengo solo sia chiesta troppa precisione nel doversi schiantare frontalmente con un nemico per rubargli la palla, dato che il range di spazio che definisce il “fronte” è piuttosto stretto, e richiede spesso di dover circumnavigare – di fretta – un nemico che sta cercando di andare a canestro.

La presenza di un countdown che parte nel momento in cui una delle squadre ottiene possesso di palla incentiva ad essere rapidi e aggressivi, e i 14 secondi che vengono concessi sono più che sufficienti ad agire con un minimo – sottolineo “minimo” – di strategia.

La presenza di un bonus per i trick che faremo mi è risultata invece un po’ troppo scomoda, troppo a metà fra essenziale e puramente estetica per avere una vera identità: in questo avrei sì preferito più coraggio, in una qualsiasi delle due direzioni. Le sessioni sono lunghe il giusto, e si forma una sorta di metanarrativa nel momento in cui la stanchezza tua con i Joy-Mouse in mano si traduce in quella del tuo alter-ego virtuale.

Della dozzina di partite giocate, te lo confesso, sono state di più quelle frustranti a causa di compagni di gioco troppo presi dal voler far canestro con i trick rispetto al semplice fare canestro. Se da un lato riesco a fatica a dare colpa al design nel momento in cui così tanto dipende da chi ha il Joy-Mouse in mano, dall’altro un equilibrio di design leggermente diverso avrebbe – forse – rimosso alcune di queste frizioni fra giocatori.

I livelli di personalizzazione sono essenziali e otterremo nuovi oggetti completando sfide nel Parco
I livelli di personalizzazione sono essenziali e otterremo nuovi oggetti completando sfide nel Parco

Conclusioni

Drag x Drive è un titolo coraggioso, che mette in un frullatore innovazione hardware, inclusività e diversi strati di meccaniche di per sé interessanti. Nel frullare tutto, però, l’ibridazione fra gioco e tech demo avanzata si rende un po’ troppo palese. I controlli sono piacevoli nell’immediato ma risultano imprecisi una volta che si è passato oltre il livello del “ci sto prendendo la mano”, i contenuti sono piuttosto scarsi, l’identità visiva è grigia e sottotono.

Tra fatica e frustrazione, Drag x Drive è un gioco che mi ha accompagnato per circa 6 ore e che, in tutta onestà, non credo troverò la voglia di riaccendere, a meno di qualche importante aggiornamento ai comandi e l’innesto di nuovi contenuti.

Decido comunque di premiare la natura sperimentativa del titolo, perché credo in fondo che un panorama più capace e volenteroso nel rischiare e nel provare sia necessario.

Sono felice sia stata Nintendo, a – lo spero – tentare di mettere in moto qualcosa di nuovo. Peccato per la riuscita non perfetta.

6.9
Un esperimento interessante e che va premiato, ma non senza qualche riserva

Pro

  • I comandi sono immediati
  • Le partite 3v3, quando vanno per il meglio, sono entusiasmanti
  • È bello vedere qualcuno di grosso come Nintendo dare visibilità a sport così poco presenti in contesto videogioco

Contro

  • L'immediatezza dei comandi viene presto soppiantata dalla loro poca precisione
  • Visivamente parlando, è il prodotto meno Nintendo di sempre, con tantissimo grigio e in generale poco colore
  • La quantità di contenuti è piuttosto scarna, al lancio
Vai alla scheda di Drag x Drive
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