Dragon Ball Z: Attack of the Saiyans – Recensione Dragon Ball Z: L’attacco dei Saiyan
Dragon Ball come Final Fantasy?
Da più di dieci anni il celebre fumetto nato dalla mente di Akira Toriyama conquista sempre più fan. Si è iniziato con il manga negli anni ’90 per poi passare all’anime in tv, ai videogiochi e anche ai film. Purtroppo solamente l’anime e il manga hanno riscosso quell’immenso successo che ha reso grande la saga Dragon Ball perchè, purtroppo si sa, quando si cerca di fare un film o un videogioco tratto da un libro o manga non sempre il risultato è ottimo, e nella maggior parte dei casi mediocre.
Tuttavia, per ciò che riguarda i videogiochi, col progresso della tecnologia si sono ottenute alcune migliorie che hanno fatto ben sperare non solo i fan della serie ma anche gli amanti dei videogiochi.
E’ uscito ormai da giorni l’ennesimo capitolo dedicato a Dragon Ball per Nintendo DS. Esso prende il titolo di Dragon Ball Z: L’Attacco dei Sayan, proprio perchè riprende la storia dopo il torneo di arti marziali che vede Goku vincitore su Piccolo per poi concludersi con l’epica battaglia contro il principe dei Sayan: Vegeta.
Ciò che rende particolare questo nuovo titolo è il fatto che non si tratta dell’ennesimo picchiaduro, bensì di un gioco di ruolo vecchio stile. Vedremo adesso se l’idea di uscire fuori dagli schemi sia stata ben sfruttata.
Piume di Fenice&Kamehameha
Com’è stato scritto poc’anzi, Dragon Ball Z: L’Attacco dei Sayan inizia la sua storia dopo l’ultimo torneo di arti marziali vinto da Goku contro il perfido Piccolo, figlio di Dio. Come ben sapete, dopo l’incontro Goku riuscirà a resuscitare i suoi amici morti in battaglia ma sarà costretto a rinunciare alla sua vita. Ecco perchè all’inizio del gioco vestirete i panni di Crilin, Yamcha e Tenshinhan. I tre storici personaggi si ritroveranno nella casa del Maestro Muten, il quale deciderà di sottoporre i suoi allievi a un ultimo allenamento, poichè divenuti più forti del maestro. La missione consisterà nel ritrovare una sfera di cristallo in un’oscura grotta. In realtà questa prima missione vi servirà da tutorial per comprendere i comandi e il sistema di combattimento.
Potrete usare tre personaggi in battaglia e a seconda della situazione che vi si presenterà, dovrete scegliere l’azione più appropriata. Potrete infatti attaccare, difendervi, fuggire, usare oggetti curativi e attacchi speciali come la classica Kamehameha. Durante la battaglia, più danni riceverete più si caricherà la barra che vi renderà furiosi e che vi permetterà di sferrare attacchi davvero potenti.
Inoltre ogni personaggio avrà i suoi PS (Punti Salute) e PA (Punti Azione). I primi rappresenteranno la vostra energia mentre i secondi i colpi a disposizione per gli attacchi speciali. Insomma le opzioni sono quelle di un tipico GdR.
Entrando nello specifico del combattimento, sembra strano per un gioco come Dragon Ball, ma oltre a compiere semplici attacchi volti al danno fisico, potrete realizzare attacchi che causano dei malus come veleno, paralisi, bruciatura e così via. In più se i vostri personaggi sono entrati nello status furioso potrete creare devastanti combo scegliendo l’attacco speciale appropriato. Ad esempio Yamcha attaccherà con l’artiglio di lupo e Crilin lo seguirà con la sua Kamehameha causando ingenti danni al vostro avversario. Le possibilità di creare combo e attacchi di coppia sono davvero tante!
All’inizio del gioco comanderete i personaggi sopracitati, ma proseguendo con la trama potrete avere in squadra il mitico Goku, il piccolo Gohan e Piccolo. Durante la battaglia potrete cambiare a vostro piacimento i membri della squadra sfruttando i loro attacchi specifici.
Non pensiate però che nonostante la meccanica di gioco semplice sia facile battere i nemici. Specialmente all’inizio del gioco vi ritroverete ad affrontare avversari dotati di parecchi PS con personaggi non propriamente forti. Per non parlare dei boss che sono davvero ostici. Inoltre gli incontri casuali sono davvero numerosi e i soldi all’inizio per poter comprare l’equipaggiamento adatto sono davvero pochi.
Ritornando alla trama il punto cruciale sarà l’arrivo del sayan Raddish fino allo scontro finale con Vegeta. Tuttavia l’avventura è arricchita da altri eventi esterni alla storia principale. Non si tratta esattamente di subquest, poichè questi eventi sono obbligatori e li vivrete proseguendo con la storia. All’inizio, quando comanderete Crilin visiterete la sua città natale e scoprirà che il suo tempio è stato assalito da un misterioso guerriero. Allo stesso modo Yamcha dovrà affrontare il Re Carota nella sua tana. Insomma tante storie secondarie e trasversali ad arricchire l’avventura.
Gioco classico = Stile obsoleto
Nonostante le console portatili siano molto più deboli delle loro sorelle giganti, hanno ormai abituato i videogiocatori a piccoli capolavori grafici.Purtroppo questo discorso non può essere fatto per Dragon Ball Z: L’Attacco dei Sayan. E’ vero che gli intermezzi durante i combattimenti sono ben fatti e che riprendono i modelli del manga. Ma in fae esplorativa sembra di giocare un titolo per console più vecchie. Insomma su Nintendo DS girano ormai certi GdR con video e roaming che lasciano il fiato sospeso. Stesso discorso vale purtroppo per la musica e gli effetti sonori. Un vero peccato perchè sicuramente il gioco avrebbe guadagnato parecchio con un comparto grafico e sonoro di buon livello.
Un gioco troppo… vecchio stile
Dragon Ball Z: L’Attacco dei Sayan sicuramente è un titolo che cattura l’attenzione dei fan in primis e anche di quei giocatori che ricercano un gioco classico e non troppo impegnativo. L’innovazione sta nel creare non un nuovo picchiaduro ma un GdR con personaggi divenuti ormai storici. Vedere Goku usare una coda di fenice vi farà sorridere parecchio. Purtroppo però il gioco si dimostra innovativo solo in linea teorica. Certo, la semplicità è ben accetta quando riguarda i comandi, ma non molto se a risentirne invece è la grafica e il sonoro. Il rendere quasi nullo l’utilizzo del touch-screen e del microfono poi, elementi che rendono particolare il Nintendo DS, fa sembrare di partecipare a un gioco un pò troppo vecchio stampo.
Non che sia un aspetto totalmente negativo ma avrebbe potuto dare una grande marcia in più al gioco.