Dragon Ball Z: Ultimate Tenkaichi – Recensione Dragon Ball Z: Ultimate Tenkaichi

E per l’ennesima volta da diversi anni a questa parte, ci si riprova. Un altro gioco di Dragon Ball, in un ambiente di fan dove ormai vige il più completo paradosso. Da una parte la voglia di provare giochi dedicati ai nostri beniamini, dall’altra il costante sentimento "con Dragon Ball hanno rotto". In ogni caso, siete fortunati visto che noi siamo sempre qui a fare le cavie per conto vostro e a provare i giochi, quindi vediamo insieme se è un buon prodotto, questa volta, o se gli Spike hanno fatto cilecca.

Goku non è mai stato così ben modellato

Una storia nuova?

Stiamo scherzando? C’è ancora qualcuno che non conosce la trama di Dragon Ball? Ma la modalità storia è immancabile, e quindi torniamo nei panni di Goku e dei suoi amici, dall’inizio di Dragon Ball Z (quindi all’arrivo di Radish sulla Terra) e passando per le solite saghe di Freezer, degli androidi, di Cell e di Majin Bu, arriviamo ai draghi di GT e ai film. Ma sempre la solita solfa che abbiamo visto e rivisto per anni e anni? Forse grazie alla modalità Eroe, stavolta, no.
Grazie alla nuovissima modalità Eroe, potremo creare un nostro personaggio customizzandolo come vogliamo, scegliendo tra le (poche) facce a disposizione, ma decidendo anche capelli, colore e corporatura. In questa modalità ci ritroveremo in una dimensione alternativa a quella di Dragon Ball, dove vivremo una nostra, personalissima storia, incontrando comunque tutti i vari personaggi della saga di Toriyama e crescendo da un misero livello 1 a un campione distruttore di mondi. Anche le tecniche speciali sono personalizzabili: potremo infatti assegnargli quelle che vogliamo tra quelle sbloccate durante la modalità storia.
 

Pronti a battere Ginew? Per la trecentesima volta?

Testa o Croce?

Mettendo da parte la nuova modalità oltre a quelle che già conosciamo (quelle classiche insomma, tutorial, torneo, VS…) veniamo al punto importante di questa recensione: il gameplay della battaglia. Questa volta gli sviluppatori della Spike hanno voluto cambiare un po’ le carte in tavola, cambiando il sistema di pulsanti a seconda se ci troviamo a distanza ravvicinata o a lungo raggio. Fatto sta che, in realtà, dopo pochi minuti di gioco ci accorgeremo che tutti i personaggi presenti sono assolutamente identici tra loro, a parte i video delle mosse speciali. Oltre a ciò, il gioco non presenta la minima ricompensa alla bravura e alla strategia poichè qualunque cosa faremo il tutto si ridurrà a una questione di fortuna. Ma proviamo a spiegare più nel dettaglio la dinamica di gioco.

Con il tasto Quadrato (X su 360) lanceremo una combo di piccole onde energetiche se ci troviamo a distanza, o una combo di pugni e calci se ci troviamo a corto raggio. Portare a termine questa combo (o meglio, colpendo l’avversario con almeno l’ultimo colpo della combo) condurrà a uno scontro dove i due giocatori dovranno premere il tasto quadrato o il tasto triangolo. Se l’avversario premerà il nostro stesso tasto ci respingerà, ma se al contrario sbaglierà tasto inizieremo una furiosa combo contro il nemico inerme. Tale combo risulterà in un massimo di 4 fasi dove sbatacchieremo l’avversario qua e là se continuiamo a premere il tasto di prima più una direzione, e anche qui ci ritroveremo in due situazioni differenti. La prima avrà luogo nel caso in cui l’avversario, premendo i suoi tasti a raffica, riuscirà a liberarsi dalla combo; in questa situazione tenterà automaticamente un contrattacco mettendosi dietro al nostro personaggio, iniziando così un minigioco nel quale, a turno, ogni giocatore dovrà premere con tempismo il pulsante che apparirà su schermo, e il primo a sbagliare sarà ovviamente il perdente che verrà colpito. Nel caso invece che il nemico non riuscisse a liberarsi dalla nostra combo, oltre al danno risultante dai nostri colpi, ci sarà un effetto aggiuntivo a seconda del pulsante che abbiamo usato per effettuare questa raffica di colpi. Nel caso fosse quadrato, l’avversario vedrà diminuire la sua barra di Aura (normalmente caricabile premendo il tasto giù della croce direzionale), mentre con triangolo aumenteremo il nostro livello di Energia, necessaria per effettuare le mosse speciali (premendo semplicemente la levetta destra in basso o in alto).

Questo non basta? Beh, la "catena" di cose che accadono continua. Se ci verrà lanciato contro un attacco speciale, potremo effettuare tre azioni difensive, usando un po’ di aura. Quella più economica è una semplice parata, che ci consentirà di subire meno danni del normale. A mezza via la schivata, che ci porrà un minigioco dove dovremo premere un pulsante più volte con tempismo. Un successo ci consentirà di non subire alcun danno, ma con un fallimento ne subiremo più del normale. La terza opzione, col più grande dispendio di aura, è lo scontro di onde dove entrambi i giocatori dovranno premere a raffica un pulsante, vedendo come vincitore solo quello che in quei secondi lo ha premuto più volte. In questo modo l’intero danno andrà sul perdente. Ci sarebbe da dire altro ma probabilmente abbiamo reso l’idea del senso di sasso-carta-forbice che dà questo gioco.

Tutte queste azioni che si incatenano l’una all’altra sono molto belle da vedere, danno un senso di freneticità e di distruzione che riporta all’anime vero e proprio, soprattutto quando, dopo un attacco speciale, ci ritroveremo con un grosso cratere fumante nello scenario. L’unico problema è che bastano 5 minuti per accorgersi che queste azioni sono estremamente limitate e dettate dalla fortuna, oltre al fatto che tutti i personaggi sono uguali. Possiamo quindi dare qualche altro credito a questo titolo? Potremmo dire che la modalità storia presenta fantastiche scene in anime completamente rifatte per l’occasione. Peccato che tutto il resto della trama sia sempre spiegato su righe di testo, lunghe e assurdamente lente nel loro scorrere. Potremmo dire che ci sono i boss giganti come l’Ohzaru. Ma purtroppo hanno un moveset estremamente limitato e dopo pochi colpi il tutto si ridurrà in una serie di quicktime events. Oppure potremmo menzionare le scene di inseguimento! Ma forse, considerando la loro piattezza, non è il caso.
 

Il nostro avversario è in fin di vita, lo dimostra la sua sfera del drago rossa su schermo. Quando questo accade, entrambi i guerrieri sbloccano la porzione di energia necessaria a sferrare gli attacchi finali.

Anime o Videogame?

Una scheda tecnica sofferta, questa. Si’, perchè in termini di grafica il gioco viene senza dubbio promosso: bellissimi personaggi ben animati e con ottime espressioni facciali, così come son belli anche i paesaggi dei vari stage. L’unica pecca grafica è il fatto che i bellissimi crateri causati dai colpi speciali spariscano subito dopo il relativo filmato. Anche in termini di audio il lavoro è impeccabile, ci sono belle musiche, e la presenza del doppiaggio giapponese non ci costringe a sentire quelle orribili voci americane. Ma tutto il resto è spazzatura. Un gameplay sciatto, dettato solo dal caso, dove la strategia quasi non esiste e la bravura del giocatore è eclissata da personaggi tutti identici tra loro. La longevità sarebbe anche alta, grazie alla lunga storia, alla modalità eroe, e ai costumi e le mosse da sbloccare, se non fosse che dopo ben poco che vi giocherete verrete presi da una noia mortale dovuta alla monotonia che questo titolo emana da ogni dove.

"Ugh… La monotonia di questo gioco mi ha quasi ucciso…"

In conclusione

I ragazzi di Spike sono riusciti a sfornare un titolo di Dragon Ball che, visivamente, riproduce appieno lo spirito dell’anime, con scene di combattimento mozzafiato e iperdistruttive. Purtroppo a scapito del gameplay, che presenta un sistema di battaglia fondato solo sul caso e senza la minima differenza di gioco tra un personaggio e un altro. Poco importa che ci siano stupende scene anime ridisegnate da zero, poco importa che possiamo creare il nostro guerriero con cui scazzottarci anche online; la noia prenderà presto il sopravvento. Dragon Ball è un culto, un manga con cui tanti di noi sono cresciuti, ma sfornarne un videogioco all’anno non significa certo che siano di qualità. E finora, quelli della "nuova generazione", sono stati tutti orrendi.

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