Dragon’s Dogma: Dark Arisen – Recensione

Recensito su PlayStation 4

In tutta onestà, eravamo scettici sulla buona riuscita del progetto Dragon’s Dogma, mostrato per la prima volta nel 2011: il gioco sembrava una sorta di WRPG sviluppato da giapponesi e usciva in un periodo in cui Capcom (e molte altre software house nipponiche) stava cercando in ogni modo di far breccia nei mercati europei e americani, come dimostrano i vari brand affidati in quegli anni a sviluppatori occidentali. E invece il gioco di Itsuno e Kobayashi riuscì a convincere pubblico e critica, tanto da meritarsi presto una versione riveduta e corretta, Dragon’s Dogma: Dark Arisen, ora riproposta con questo remaster per Playstation 4 e Xbox One in uscita domani.

Dragon's Dogma: Dark Arisen

Un WRPG giapponese?

Abbiamo già avuto modo di parlare diffusamente del gioco in occasione della recensione del port per PC uscito lo scorso anno, quindi in questa sede ci limiteremo a tratteggiare le caratteristiche salienti di Dragon’s Dogma: Dark Arisen, rimasto invariato nella sostanza rispetto alle versioni precedenti.

Nonostante sia stato sviluppato da un team giapponese, l’action RPG di Capcom per molti aspetti ricorda un GdR occidentale, tanto che il director, Hideaki Itsuno, ha citato fra le influenze giochi come Fable e Oblivion. Dragon’s Dogma: Dark Arisen è un action RPG in terza persona ambientato in un open world persistente dalle tinte dark fantasy. L’eroe, realizzato grazie a un discreto editor, viene derubato del proprio cuore da un drago e resuscita come “Arisen”: ovviamente il suo obiettivo è quello di uccidere il drago e liberarsi così dalla maledizione.

Dragon's Dogma: Dark Arisen

La componente action può risultare più o meno preponderante a seconda della classe dell’Arisen, l’unico personaggio del party controllabile. Le classi di partenza sono tre: guerriero, arciere e mago. Nel caso in cui scegliate il guerriero, il gioco virerà verso l’hack and slash – senza però valersi di un battle system particolarmente articolato – mentre, selezionando il mago, deputato principalmente a cura, buff e debuff, saranno gli alleati a fare il lavoro sporco. Quanti siano interessati a provare una certa varietà di approcci possono stare tranquilli, perché dopo non molto il gioco consente di cambiare classe (oltre alle tre iniziali ve ne sono altre sei), sacrificando i relativi punti, che servono anche per apprendere le abilità.

Gli altri tre membri del party appartengono alla misteriosa (e inquietante, NdR) legione delle pedine e sono governati dall’I.A., anche se è possibile dare tre comandi base (avanti, aiuto, qui). Una di queste pedine viene creata dal giocatore e diviene un membro fisso del party, mentre le altre due vanno reclutate e non salgono di livello, rendendo necessario un ricambio continuo. L’aspetto interessante è che è possibile mandare il proprio personaggio in giro per il mondo come pedina scaricabile dagli altri utenti connessi; se non volete giocare, online, invece, sarà il gioco stesso a generare le pedine occorrenti, che possono avere un costo di reclutamento.

Dragon's Dogma: Dark Arisen

La main quest si articola in diversi atti e numerose missioni, ma la trama non decolla mai veramente; questa, peraltro, non dev’essere stata una priorità per Capcom, che ha inserito numerosissime subquest, fondamentali per racimolare esperienza e denaro, che vanno a rallentare il ritmo della narrazione. Una playthrough bilanciata può assestarsi sulla quarantina di ore, che possono tranquillamente raddoppiare (magari pure triplicare, per i completisti) nel caso in cui si decida di affrontare un maggior numero di side quest – che pure aggiungono poco o nulla a trama e lore – e il post-game, ampliato rispetto all’originale Dragon’s Dogma con l’aggiunta del Nerabisso.

Dragon’s Dogma: Dark Arisen, inoltre, include tutti i DLC e aggiunge nuovi nemici, armi, armature e quest, oltre a limare alcune imperfezioni del gameplay.

Dragon's Dogma: Dark Arisen

Nonostante le migliorie e le aggiunte, l’opera di Capcom a tratti si rivela ancora grezza e ripetitiva, ma ciò non implica che sia priva di fascino, che gli deriva senz’altro dall’ambientazione “gotica”, ma anche dal gameplay, che sa rivelarsi piuttosto duttile e aperto alla sperimentazione. Se avete già avuto modo di provare Dragon’s Dogma, probabilmente avrete pensato che si trattasse di un gioco particolare, e, in effetti, questa è forse la sua miglior definizione, pur nella sua vaghezza. Senz’altro si tratta di un gioco scorbutico, dal momento che è parco di spiegazioni (limitandosi ai consigli “in pillole”) e più ricco di variabili di quanto possa sembrare al primo sguardo. Quanti avranno la pazienza di dominarlo potranno godersi un RPG peculiare e intrigante, che difficilmente avrà il sapore di “già visto”.

Cambio generazionale

Dragon’s Dogma: Dark Arisen è uscito originariamente nel 2013 su Playstation 3 e Xbox 360, e non faceva certo del comparto tecnico il suo principale punto di forza: non era deludente, ma nemmeno strabiliante. L’anno scorso è arrivato il late port per PC (da noi prontamente recensito), sviluppato da QLoc, che andava a incrementare notevolmente frame rate e risoluzione, oltre a ritoccare qualcos’altro, in particolare texture e illuminazione.

Dragon's Dogma: Dark Arisen

Il remaster per Playstation 4 e Xbox One – offerto al prezzo di lancio di € 29,90 – non sembra discostarsi dal port uscito su Steam, implementando il full screen (non chiedeteci perché, ma il gioco originale aveva le bande nere…) e portando il frame rate a 60 fps e la risoluzione a 1080p. Forse è stata leggermente ritoccata la palette cromatica, ma è difficile operare una valutazione del genere senza poter accostare fisicamente le due versioni del gioco. Se siete interessati a un comparison generazionale, potete guardare questo video illustrativo. Il risultato globale è discreto, ma i modelli poligonali avrebbero abbisognato di una svecchiata.

Nel complesso, dunque, possiamo così riassumere: questo remaster è accostabile alla versione PC (motivo per cui abbiamo mantenuto la stessa valutazione numerica), ma contiene anche i due armor set di Berserk, presenti solo nelle versioni console del gioco.

Dragon's Dogma: Dark Arisen


Dragon’s Dogma: Dark Arisen ha avuto modo di dare ottima prova di sé sulle console della scorsa generazione nonché su PC l’anno scorso, quindi in questa sede non si fa questione sulla qualità del gioco. I contenuti sono quelli della versione old gen, mentre il tasso tecnico è grosso modo quello dell’enhanced port del 2016, quindi i veterani non troveranno validi motivi per un nuovo esborso di denaro. Discorso diverso per i nuovi adepti o per quanti nel 2012 avessero provato l’originale Dragon’s Dogma, che ora potrebbero pensare di spendere qualche decina di euro per mettere mano alla versione migliore.

8.5

Pro

  • Tasso tecnico sul livello della versione PC
  • Comprende tutti i contenuti realizzati per il gioco...

Contro

  • ... ma nessuna novità
  • I modelli poligonali avrebbero avuto bisogno di una svecchiata
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