Dynasty Warriors Vol. 2 – Recensione Dynasty Warriors Vol. 2


Guerrieri alla riscossa

Dopo la consistente delusione del capitolo precedente, troppo scadente per rispettare le aspettative dell’utenza, Koei e Omega ci riprovano, concedendo un pizzico di attenzione in più e sperando di riparare gli errori commessi. Con il loro primo tentativo su PSP avevano realizzato un lavoro troppo superficiale, frettoloso e mancante in ogni suo aspetto; fortunatamente, sembra che questo titolo abbia colmato le gravissime lacune del suo predecessore, grazie anche all’aggiunta di nuovi elementi. Basteranno però ad innalzare considerevolmente la qualità di un gioco che si colloca sotto la soglia della sufficienza?

Adesso si vede qualcosa

Finalmente il lume della ragione ha concesso agli sviluppatori di capire quanto terribilmente scomodo sia stato il comparto estetico nel primo capitolo di Dynasty Warriors per PSP. E’ stato finalmente aggiunto quell’elemento vitale che è la mappa, la quale ci eviterà finalmente di girare a vuoto alla ricerca di nemici. Non solo, ci consentirà anche di vedere la reale conformazione del terreno, gli eventuali ostacoli e persino la “potenza” dei nemici. Contraddistinti da un bollino rosa avremo infatti tutti i guerrieri avversari di grado superiore, dal capitano al comandante vero e proprio, passando per gli ufficiali e i generali. Anche i nostri alleati saranno contraddistinti nella mappa da bollini di colore blu. Questa aggiunta è veramente ciò di cui questo gioco aveva bisogno. Qualcosina è stata realizzata anche per differenziare i nemici contro i quali si dovrà combattere: sarà molto più facile adesso riuscire a trovare nemici completamente dissimili o ufficiali in panni del tutto diversi, ottenendo così quel tocco di varietà che può solo giovare in un titolo dove il pericolo della ripetitività è sempre in agguato. A parte ciò, però, ritroveremo solo quanto di già visto: se da un lato “l’orizzonte” della visuale è stato leggermente ampliato, dall’altro ci accorgeremo che i nemici continueranno a scomparirci davanti agli occhi anche mentre li colpiremo, sentendo solo le loro grida o notando gli effetti ottici delle lame sui loro corpi a dimostrarci che non stiamo fendendo l’aria. Tra l’altro, la telecamera è gestita pessimamente e bisognerà spesso lanciarsi in attacchi alla cieca se non si vorrà essere colpiti da qualche nemico sbucato fuori all’improvviso.
Per concludere, il fiore all’occhiello dell’invettiva contro la grafica di questo gioco riguarda (come nel titolo precedente) la pessima gestione sull’utilizzo della RAM della console: con una percentuale altissima, quando sarete circondati da un numero elevato di nemici e su di essi verrà applicato uno status speciale (come slow) o verrete raggiunti da un comandante avversario, la velocità d’azione subirà un crollo enorme, azzerando la fluidità di gioco e mostrandovi movimenti a scatti che condizioneranno notevolmente la vostra condizione e i vostri attacchi; se inoltre vi troverete sotto l’assalto di un comandante e alcuni dei suoi ufficiali avrete grosse probabilità di morte (sicura nel caso non siate a livelli alti) e ne risentirà ampiamente la vostra pazienza.
Bisogna dunque affermare che in Dynasty Warriors 2 sono state apportate delle migliorie importanti, tuttavia, rimangono troppe pecche dal titolo precedente, soprattutto l’incosciente e utopica rapidità di calcolo richiesta al processore PSP (costretto a fare gli straordinari) e i numerosi difetti grafici, con sparizioni/apparizioni di nemici degne di David Copperfield. Un punto guadagnato rispetto al predecessore, ma c’è ancora molto da lavorare.


Una nuova strada verso la vittoria

Ebbene si, stavolta ci sarà sempre una nuova strada verso la vittoria del proprio clan. Vengono riproposti tutti gli elementi essenziali del sistema di gioco del primo capitolo: tre dinastie (Shu, Wu e Wei) composte da diversi guerrieri. A seconda della propria scelta ci si potrà scontrare con le altre famiglie in momenti e modalità diverse, ma lo scopo di ogni scenario non sarà più quello di conquistare il campo base nemico, ed è qui che la trama assume finalmente un valore proprio. Se prima bastava azzerare di volta in volta le forze nemiche e conquistare il loro campo base per proseguire nei vari scenari con collegamenti fissi e unici, adesso tutto dipenderà da chi ucciderete. Le condizioni di vittoria richiederanno di eliminare un comandante o il migliore generale della sua armata, oppure conquistare tutte le sue fortezze o navi, così da mettere in ginocchio il nemico. Altre volte dovrete decidere se sbaragliare i nemici oppure portare in salvo il vostro comandante, con conseguenze diverse a seconda della condizione soddisfatta. Finalmente l’utente ha più potere di scelta: eliminando Liu Bei sicuramente non me lo ritroverò davanti nello scenario successivo, ma è così facile? Forse conviene invece conquistare tutte le sue navi e non cedere allo scontro diretto, così da rimandare la resa dei conti a quando magari avrò un’arma più potente!
Durante la storia vi saranno sempre scelte simili da seguire nella maniera che più si preferisce: bisogna aggiungere inoltre che determinati scenari si possono sbloccare solo completando determinati obiettivi, e che inoltre adesso è possibile rendere disponibili gli ufficiali più potenti con il proprio rendimento sul campo di battaglia. Oltre ai normali ufficiali infatti, superando gli scenari, sconfiggendo determinati nemici o conquistando speciali zone avversarie sarà possibile ottenere e reclutare fra le proprie fila gli stessi guerrieri della dinastia, con ottimi vantaggi. Il più importante fra questi è il sistema di crescita. Così come nel capitolo precedente, all’inizio di ogni scenario vi sarà permesso di assegnare al personaggio scelto un massimo di quattro ufficiali: ognuno fra quelli disponibili avrà un livello, e potrete aggiungerne finché la somma dei livelli di questi alleati non supererà il livello “Command” del vostro personaggio. Novità di questo capitolo è invece che ogni ufficiale (proprio tutti), oltre ad aiutarvi durante le battaglie, vi concederà un aumento parametri spesso importante e determinante, in dipendenza del “rank” e delle proprie specialità. Determinati ufficiali aumenteranno ad esempio solo la difesa, altri difesa e attacco, altri ancora tutti i parametri ma in misura minore. A parità di livello però ciò che determina la potenza di un ufficiale è il suo “rank”, ovvero il grado di esperienza, che va da 1 a 10: con l’avanzare del rank le abilità aumenteranno sempre di più, raggiungendo, nei livelli più alti, valori elevatissimi. Questa è sicuramente l’arma migliore per riuscire ad essere sempre in vantaggio contro il nemico, e allo stesso tempo si rivela utile per colmare le lacune di ogni giocatore: se il vostro problema sarà la difesa, potrete aumentare maggiormente quel parametro insieme alla vita, mentre chi sarà più portato per l’attacco punterà tutto sulla potenza per sbaragliare i nemici prima ancora che essi possano colpire. Infine, giocando spesso con lo stesso personaggio e alzando il suo livello Command sarà più semplice reclutare i guerrieri della stessa dinastia e creare così una squadra di ufficiali letale. Ulteriore aggiunta è stata quella delle armi: mentre prima combattere contro comandanti e generali era un’optional spesso rischioso, che poteva portare solo un po’ di punti esperienza in più, adesso diviene l’unica via per ottenere armi sempre più potenti e addirittura “animali da trasporto”, come cavalli ed elefanti, ognuno con le proprie caratteristiche e anch’essi con il proprio rank.
Senza ombra di dubbio in questo campo sono state apportate le novità più importanti, che rendono il gioco meno monotono e nettamente più longevo e divertente rispetto al "fratellone". Tuttavia, la ripetitività viene solo rimandata, in quanto l’assenza di un vero sistema di combattimento limita l’azione alla semplice pressione del pulsante di attacco e talvolta quello dell’energia speciale, il Musou.

Se effettuare numerose scelte e vivere storie diverse può solo stuzzicare la curiosità del giocatore, il dover affrontare battaglie sempre e ripetutamente uguali per completare gli scenari uccide la voglia di continuare: le mosse a disposizione sono troppo poche e in ogni caso ciò che il giocatore deve fare è andare avanti ed uccidere nemici; non vi è niente che richieda una qualche abilità e inoltre le combo sono sempre uguali. Superare gli scenari diviene agonizzante e rischiare di rimanere sconfitti perché gli avversari hanno eliminato il proprio comandante ad un passo dalla vittoria instaura un desiderio di distruzione dell’UMD mai visto prima. Escludendo la parte strategica, molto migliorata e di ottimo livello, il resto del gioco risulta fastidioso dopo le prime ore, nonostante si ponga ad un livello nettamente superiore rispetto al precedente. Sicuramente Koei e Omega hanno concesso qualche attenzione in più, ma non abbastanza per ottenere buoni risultati.

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