Far Cry New Dawn – Recensione

Recensito su PlayStation 4

C’è sempre una prima volta. E anche per chi, come Ubisoft, c’è da sempre e di “prime volte” ne ha vissute tante, tessere una nuova rotta di successo comporta un lavoro certosino di analisi e verifiche. L’occasione, questa volta, è stata per la compagine francese lo sviluppo di quello che è formalmente il primo sequel stand alone della pluripremiata saga di Far Cry. Il finale aperto di Far Cry 5, che vedeva l’arcinemico Joseph Seed e i seguaci del suo culto di Eden’s Gate testimoni dell’apocalittica fine del mondo profetizzata durante il corso del titolo, ha aperto la strada a una miriade di strade percorribili.

È così che 17 anni dopo la catastrofe atomica che ha condannato il mondo di gioco a un inverno nucleare, in un’America vergine dove la natura (non esente da mutazioni radioattive) ha preso il sopravvento, il sole torna a splendere e i sopravvissuti si accingono a ricostruire quella Hope County in Montana che verosimilmente non sarà mai più la stessa. Più facile a dirsi che a farsi.

Far Cry New Dawn

Una volta scelto il sesso del nostro protagonista (che potremo questa volte personalizzare a livello anatomico seppur con scelte limitate e poligoni non sempre eccelsi), ci ritroveremo sin dalle prime battute di gioco a Prosperity, quartier generale di quei sopravvissuti che intendono ricostruire una società pacifica, dallo spirito collaborativo e all’insegna dei valori umani del Vecchio Mondo. La mappa di gioco è la stessa che abbiamo esplorato in Far Cry 5, alterata tuttavia dall’esplosione nucleare e sopraffatta dalla natura. Ubisoft Montreal si è avvalsa di un team di studiosi per proporre uno scenario post-apocalittico quanto più giustificabile possibile, confermando la buona abitudine di affiancare esperti esterni al mondo videoludico ad attribuire quel valore aggiunto, come d’altronde già proposto con successo in altri titoli della casa produttrice, su tutti quelli della saga di Assassin’s Creed.

Compito del nostro eroe sarà quello di vegliare su Prosperity e contribuire attivamente al suo sviluppo sventando una nuova, incombente e concreta minaccia che non porta questa volte il nome di Joseph Seed. Il Padre ha infatti ribattezzato i sopravvissuti del suo culto in Nuova Eden, convertendoli a vera e propria comune che rifiuta ora ogni contatto e utilizzo della tecnologia in ogni sua forma e ripudia i preconcetti sui quali si fonda la cultura stessa del Vecchio Mondo. Cosa minaccia dunque tanto i pacifici edeniti quanto i sopravvissuti di Prosperity?

Far Cry New Dawn

Far Cry da sempre ha puntato con successo su una prestigiosa caratterizzazione degli antagonisti di gioco: i migliori “cattivi” sono quelli convinti di essere nel giusto, di avere tra le mani gli strumenti per adempiere alla loro illuminata visione del mondo, di agire per un bene superiore. Non fanno eccezione Mary e Lou, gemelle e figlie del Nuovo Mondo, a capo di una banda di fuorilegge e spietati razziatori che si fa chiamare i Guerrieri della Strada. Giovani, spregiudicate, selvagge, le gemelle sono il perfetto esponente di una generazione che non ha memoria alcuna di come potesse essere la vita prima del disastro nucleare che ha condannato il mondo. Il nuovo mondo deforme saturo di colori che nasconde tuttavia ombre inquiete, dove la legge del più forte prevale, è l’unico che abbiano mai conosciuto: non esiste valore, eredità morale, empatia nella loro visione delle cose.

Rappresentano il primo tassello della dicotomia che contrappone alla spregiudicatezza del vivere alla giornata, del “tutto e subito” proprio dei Guerrieri della Strada, la filosofia della sopravvivenza di chi invece è sopravvissuto al disastro, e una volta emerso alla luce dopo innumerevoli anni di reclusione dei bunker antinucleari ha tentato di ripartire da zero, guidato sì da un innato istinto di sopravvivenza ma ponendo le basi per una ricostruzione pacifista e collaborativa conscio che solo la comunità potrà garantire il successo della sopravvivenza della specie. Ancora una volta dunque Ubisoft centra l’obiettivo e ci consegna una coppia di eroine, la mente Mickey e il braccio Lou, che ben si collocano nel continuum degli antagonisti della saga Far Cry: il mondo delle Gemelle è in bianco e nero, popolato da gente “che crea problemi” e da gente che “i problemi li risolve“. Chi i problemi li crea va estinto, sia esso alleato o nemico, sconosciuto o consanguineo.

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Se setting e ambientazione risultano assolutamente pertinenti, vediamo come a livello di gameplay Ubisoft abbia saputo svecchiare il solido, seppur poco innovativo, sistema di gioco, con l’introduzione di qualche apprezzabile novità. Prosperity è un hub in continua espansione e dalle molteplici potenzialità: dal momento che la valuta del nuovo mondo non è più rappresentata dal dollaro, ma dalle preziose risorse materiali e biologiche utili allo sviluppo, potenziamento e ricreazione di quelle strutture che abbiamo imparato a conoscere in Far Cry, il crafting assume un ruolo chiave all’interno del gioco.

Sin dalle prime battute il giocatore si troverà coinvolto in attività di recupero di risorse atte a espandere gli orizzonti e le strutture di Prosperity: banchi da lavoro per armi e munizioni, orto curativo, infermeria, cartografia, officina dei veicoli costituiranno gli elementi che permetteranno al nostro eroe di ottenere benefici, arsenale, mezzi di trasporto migliori e di conseguenza più probabilità di sopravvivenza negli scontri contro i Guerrieri della Strada.

Far Cry New Dawn

Molteplici sono le strade per ottenere nuove risorse e materiali per la creazione e per il potenziamento di Prosperity. Già conosciamo gli Avamposti, che in New Dawn una volta conquistati saliranno di livello e conseguente difficoltà e potranno essere nuovamente affrontati (fino a un massimo di tre volte in totale) per ottenere maggiori ricompense e quantitativi di Etanolo, nuova risorsa introdotta e materiale chiave per il potenziamento e proseguimento dei capitoli di gioco. Ad affiancare gli Avamposti troviamo l’introduzione delle Spedizioni, anch’esse rigiocabili e a difficoltà incrementale: vere e proprie mappe esterne dislocate per gli Stati Uniti che potranno essere raggiunte in elicottero direttamente da Prosperity, espanderanno le aree di gioco e permetteranno di ottenere nuove e preziose risorse, Etanolo incluso. Giunti nell’area della Spedizione occorrerà individuare e recuperare un pacco dislocato in una precisa coordinata: a recupero avvenuto il GPS integrato avvertirà dei nostri movimenti i Guerrieri della Strada e starà a noi fuggire in tempo utile raggiungendo così l’elicottero pronto a trarci in salvo. Sempre che riusciate a sconfiggere i Guerrieri della Strada che hanno saputo trarre vantaggio tattico dalle rovine nucleari, imponendo la propria legge ben oltre i confini del Montana.

Disseminate nella mappa di gioco principale troveremo missioni secondarie associate a nuovi esilaranti personaggi conosciuti come Specialisti: risolvendo le rispettive trame sarà possibile ritrovarli a Prosperity dove presteranno le loro conoscenze e abilità incrementando il livello massimo raggiungibile dalle strutture del nostro quartier generale.

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A supportare il nostro eroe tornano i Mercenari, un totale di otto alleati (di cui due animali) tra vecchie conoscenze, graditi ritorni e nuovi bizzarri personaggi, che potremo reclutare nel corso delle nostre scorribande nell’open world, ognuno con le proprie caratteristiche e abilità. Interessante la declinazione data dal team di sviluppo al gameplay introducendo elementi di carattere RPG in un sistema di gioco storicamente FPS. Anche se in questo caso la mano non è stata pesante come nei più recenti capitoli Ubisoft come Assassin’s Creed Origins e Assassin’s Creed Odyssey, l’introduzione di un sistema di livelli tanto per i nemici, quanto per l’arsenale di gioco rappresenta un primo timido passo verso un approccio più ruolistico del gameplay.

I nemici saranno ora suddivisi in quattro livelli, e presenteranno una barra a indicare il loro stato di salute. Anche le nostre armi, che avremo cura di livellare nel corso del gioco, vedranno proiettati su schermo la quantità di danno inflitta. Queste lievi dinamiche ruolistiche ben si amalgamano al mondo di gioco e contribuiscono a svecchiare parzialmente un sistema di combattimento collaudato nel tempo, che tuttavia è indubbiamente maturo e pronto a evolversi: la speranza per il futuro è che Ubisoft sappia osare ancora di più, garantendo una più che meritevole longevità alla saga tanto ai nuovi fan quando agli storici affezionati del brand.

Far Cry New Dawn

Ripercorrere le strade del nuovo Montana sarà un tuffo nei ricordi per i giocatori di Far Cry 5, che troveranno dietro ogni angolo riferimenti, easter egg e strizzate d’occhio con riferimenti continui al lore e ai personaggi, superstiti o deceduti, protagonisti del precedente capitolo. L’esperienza open world, accompagnati dai colori vividi di un mondo incontaminato, è come sempre piacevole e fluida, nonostante non siano state apportate particolari migliorie grafiche ai poligoni di gioco rispetto a quanto visto in Far Cry 5. Anche la colonna sonora si conferma di buona fattura: pur non rimanendo impressa nella memoria accompagna il sempre crescente e frenetico ritmo di gioco senza inciampare.

Dopo il riscontro positivo in Far Cry 5, torna in New Dawn la modalità co-op: tutto il mondo di gioco e le missioni principali e secondarie (a esclusione del tutorial) sono giocabili in cooperativa. I nemici non avranno IA alternativa, comportandosi di conseguenza alla stessa maniera che si giochi in singolo o supportati da amici: in questo modo la modalità co-op permetterà di agevolare i punti critici e dalla curva di difficoltà maggiore del titolo, permettendo a entrambi i giocatori di mantenere nel proprio inventario risorse, equipaggiamento ed esperienza accumulate.


Far Cry New Dawn è un titolo divertente, completo, autosufficiente. Che siate “sopravvissuti” del vecchio mondo, testimoni del disastro atomico di Far Cry 5 o figli del Nuovo Mondo che vi ha visto posare lo sguardo per la prima volta sul Montana solo a seguito dell’inverno nucleare, saprete apprezzare un gameplay profondo e divertente in un mondo di gioco caratterizzato da colori forti, personaggi bizzarri e una natura insidiosa come mai prima d’ora nei titoli canonici della saga. Le timide dinamiche RPG introdotte, unitamente a qualche escamotage volto a espandere il mondo di gioco permetteranno di seguire le sorti dello scontro ideologico e generazionale tra i sopravvissuti di Prosperity, i Nuovi Edeniti e i Guerriei della Strada da cima a fondo senza cadere in quella eccessiva ripetitività sempre dietro l’angolo a minare l’esperienza globale di gioco. Uno stand alone a tutti gli effetti e di buona fattura, che tuttavia non vuole ancora rappresentare quel trampolino di lancio verso una riscrittura della formula Far Cry: se non avete saputo apprezzare l’ottima direzione artistica e il sistema dei precedenti capitoli, non sarà New Dawn a smentirvi o stupirvi.

8.3

Pro

  • Setting post-apocalittico vincente e pertinente
  • Nuovi elementi introdotti al gameplay della sempreverde formula Far Cry
  • Uno stand alone divertente e completo

Contro

  • Comparto sonoro non elettrizzante
  • Occasione mancata per osare e innovare di più
Vai alla scheda di Far Cry New Dawn
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