Figment – Recensione

Spesso crescendo si attiva un meccanismo malsano nella mente: sarà forse una presa di coscienza su quanto il mondo possa essere un posto davvero brutto, ma nella testa si insinuano paure che prima non esistevano, che ci fanno perdere quella temerarietà che avevamo da bambini. Cresciamo – perché lo dobbiamo fare – e diventiamo più timorosi, specie quando intorno a noi ci sono persone a cui vogliamo bene e che non vorremmo perdere.

Eppure dentro di noi il coraggio non è stato smarrito: forse si è solo perso, oppure assopito dietro la routine del lavoro o dello studio. È questo l’affascinante incipit dal quale è partito il team danese di Bedtime Digital Games, che con Figment ci ha fatto esplorare i meandri della mente umana per risvegliare quel coraggio sopito ormai da tempo.

Figment

Journey

Un’allegra famigliola sta viaggiando in macchina. Si tratta di un normalissimo nucleo familiare: un padre che vende case, sua moglie, e il figlio che sogna avventure emozionanti che vivrà da grande. Poi succede qualcosa di tremendo: rumori di freni e ruote che stridono sull’asfalto, e poi lo schianto.

La scena, raccontata solo attraverso dialoghi e senza l’ausilio di qualsivoglia elemento visivo è solo l’incipit del reale mondo di gioco: la mente del padre. Qui conosceremo Dusty, il piccolo omino incaricato di combattere le paure, ormai in pensione da tempo data la vita senza mordente dell’uomo che lo ospita.

Tuttavia nel cervello c’è qualcosa che non va, il tempo è peggiorato: ci sono nebbia e pioggia, e come se non bastasse sono apparsi dei terribili incubi che rendono la vita degli abitanti della mente un’agonia. Ma a Dusty interessa ben poco, i suoi tempi da avventuriero sono finiti, e vuole soltanto gustarsi in pace il suo drink e rileggere all’infinito il diario delle sue avventure storiche. Neanche Piper, piccolo uccello messaggero inviato dalla parte centrale del cervello, riesce a persuaderlo a intervenire. Poi accade il fattaccio: uno degli incubi si permette di rubare il diario di Dusty. Inutile dire che si merita una lezione.

L’incipit di Figment è semplice, eppure i ragazzi di Bedtime hanno dimostrato che da un’idea all’apparenza banale è possibile creare qualcosa di fantasioso e per molti versi artistico. La trama non avrà mai dei grandi colpi di scena, ma il mix scelto per condire l’avventura ha un che di magico. Nei panni di Dusty inseguiremo tre incubi che rifugiatisi negli angoli oscuri della mente umana: chi nella parte della logica, chi nella parte creativa del cervello, chi all’interno della coscienza.

Figment

A colpire è indubbiamente lo stile scelto per rappresentare uno dei più grandi misteri del corpo umano, ricreato in chiave surrealistica: cammineremo su ponti di libri e matite, ascolteremo ricordi dell’infanzia farci da colonna sonora e viaggeremo in tre zone ben distinte, ispirate nei concetti alla reale natura umana, ma rappresentate tramite un comparto artistico davvero notevole.

Dusty Man

Il buon Dusty avrà poche azioni per portare avanti la sua avventura: una combo di tre attacchi, un colpo caricato e una schivata. L’incedere lungo i meandri della mente sarà quindi compassato, ma il reale cuore del gioco sono gli enigmi. Generalmente parliamo di posizionare diversi oggetti nei punti giusti e nell’ordine corretto, ma nella nostra avventura non sono mancate alcune chicche: in particolare alcuni enigmi secondari legati a dei collezionabili che racchiudono dei retroscena sulla vita del “padrone di casa”.

In generale i rompicapo sono sicuramente accessibili: per chi ne mastica da tanto Figment potrebbe risultare leggermente noioso, specie nella prima parte dell’avventura. Il ritmo e la difficoltà di scontri ed enigmi aumenteranno notevolmente nell’ultima zona, a nostro avviso quella più soddisfacente a cui giocare, che conclude degnamente le sei ore della campagna.

Oltre i tre incubi saremo chiamati a fronteggiare poche tipologie di scagnozzi evocati dalle malefiche figure: la varietà dei vari mostriciattoli è indubbiamente scarsa, ma riteniamo che Figment incentri la sua forza negli enigmi e sulle ambientazioni, oltre che su una splendida colonna sonora.

Assolo

Generalmente glisseremmo il comparto sonoro parlando della qualità generale di musiche e doppiaggio, ma nel caso di Figment è davvero necessario soffermarsi. Ci troviamo davanti ad un gioiello musicale, ricco di tracce evocative, nello stesso mood delle zone della mente: ad esempio la parte sinistra del cervello è notoriamente quella dedita alla logica, ecco quindi un mondo costellato di orologi ed ingranaggi, e un leggero motivo accompagnato dal marranzano (o scacciapensieri se preferite) che ricrea il suono di molle e ingranaggi.

Figment

Come se non bastasse i vari boss si divertiranno a sbeffeggiarci con canzoni degne di un musical diretto da Tim Burton, spaziando dal folk all’heavy metal. In Figment manca qualsivoglia localizzazione in italiano, ma siamo sicuri che parte dello spirito del gioco si perderebbe senza una traduzione di alta qualità. Concludono il quadro certi enigmi secondari basati sui suoni. In sintesi, ci ritroviamo davanti l’esempio lampante di come dovrebbe essere usata la musica in un videogioco.

Sul comparto grafico, realizzato tramite Unity, c’è davvero poco da dire: il gioco è piuttosto semplice, ma come abbiamo già detto il comparto artistico risulta veramente ispirato. Peccato per qualche crash improvviso della versione PC da noi testata e per gli svariati caricamenti tra una zona e l’altra, piuttosto lunghi a dir la verità (il gioco è in fase di sviluppo anche per PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch).

Figment

Figment è in definitiva un piccolo gioiello pronto ad ammaliare, il comparto artistico è meravigliosamente ispirato e la colonna sonora è una gioia per le orecchie. La breve avventura di Dusty parte purtroppo con una marcia in meno nelle prime ore, per poi recuperare sia sulla qualità degli scontri, sia su quella degli enigmi. Nonostante tutto è un’esperienza che consigliamo, col suo curioso mix di surrealismo e semplicità, Figment potrebbe davvero conquistarvi.

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Pro

  • Utilizzo della colonna sonora eccezionale
  • Un mix di surrealismo e semplicità incantevole
  • Comparto artistico davvero ispirato

Contro

  • Inizio decisamente sottotono
  • Comparto tecnico "traballante"
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