Galak-Z: The Dimensional

Durante la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 in TV era comune, sia nei canali regionali che in quelli nazionali, vedere trasmessi cartoni animati giapponesi che avevano come protagonisti improbabili quanto meravigliosi dei giganteschi robottoni e le loro crociate contro il male. Ogni tipo di male. Goldrake, Daitarn III, Jeeg, molti di noi sono cresciuti cantando a squarciagola le sigle di quegli epici anime e ancora oggi, siamo sicuri, vi capita di andare a risentirle su Youtube, con l’inevitabile single tear che scende giù. Questo sentimento di nostalgia e amore per quel tipo di intrattenimento è sempre stato vivo anche nel cuore di chi crea videogiochi è spesso stato traslato in ambito videoludico con giochi più o meno di successo e in alcuni casi anche con dei cult del settore: le serie di Front Mission e Armored Core per citare i più amati e apprezzati, ma sono tanti i giochi che hanno cercato di ricreare l’atmosfera epica degli scontri galattici con cui siamo cresciuti.

Oggi ci provano anche gli studi indi, nel caso specifico 17-BIT, con un gioco leggermente diverso da quelli a cui siamo stati abituati fin ora: Galak-Z: The Dimensional. Saranno riusciti a farci tornare bambini? Saranno stati in grado di far spuntare la single tear al dodicenne dentro di noi? Scopriamolo.

Galak-Z: The Dimensional - Recensione

Sviluppato e pubblicato da 17-BIT, per intenderci quelli di Skulls of the Shogun, Galak-Z: The Dimensional ha avuto uno sviluppo travagliato. Inizialmente pensato per essere un 2D space shoot-‘em-up, o come ha detto lo stesso Jake Kezdal (fondatore di 17-BIT) “un tipico gioco di azione-avventura in stile Metroidvania”, durante lo sviluppo il team si è reso conto dei limiti che il gioco avrebbe avuto. Mancava un’identità, inoltre la creazione di ogni singolo livello era diventata noiosa e questo avrebbe inevitabilmente avuto un’influenza negativa sul prodotto finito. Così vennero creati dei tool che generassero proceduralmente dei livelli partendo da degli schizzi di base e fu fatta una build di prova che però aveva abbandonato lo stile Metroidvania in favore di una forte componente roguelike. L’intero team fu sorpreso dallo scoprire quanto avrebbero potuto fare in questa nuova situazione, quanti contenuti avrebbero potuto aggiungere. Tutti avevano inziato a divertirsi molto di più a giocare al nuovo Galak-Z, che quindi diventò ufficialmente quello che è ora, un roguelike.

Galak-Z: The Dimensional si presenta come un classico shooter bidimensionale con visuale dall’alto in cui qui potremo muoverci liberamente per esplorare intere aree nel corso di ogni missione. Potremo lasciarci trasportare dall’inerzia o utilizzare i razzi propulsori per cambiare direzione e avremo a nostra disposizione laser e missili per distruggere qualunque cosa che si muova, siano essi nemici o asteroidi la cui colpa è solo quella di passarci davanti. L’intero sistema di comandi è studiato per essere funzionale, ma non pratico: ci vorranno infatti diversi minuti per prendere dimestichezza con i comandi e abituarsi ai movimenti della propria nave, e ci vorranno ore per diventarne padroni. Ogni volta che crederemo di aver preso le misure al gioco, infatti, succederà qualcosa che fino a quel momento non era successa (come ad esempio un maggior numero di nemici a schermo, le cui più numerose e violente esplosioni dovranno essere assorbite in modo diverso), e come se non bastasse, quando finalmente penseremo che niente di nuovo potrebbe accadere, ecco che la nostra nave spaziale si trasforma in un fantastico robottone. Ebbene sì, Galak-Z: The Dimensional ci permette di utilizzare un mech. Una volta trasformati non potremo più sparare, ma avremo a disposizione uno scudo, una spada e un artiglio allungabile per afferrare nemici ed environment da utilizzare a nostro favore (asteroidi, taniche di benzina, cavi scoperti. Cosa farci con questa roba non ve lo dobbiamo dire noi no?).

Galak-Z: The Dimensional - Recensione

C’è da dire comunque che se è vero che imparare a giocare sia abbastanza difficile, è vero anche che sia estremamente soddisfacente. Una volta imparato sarà come essere davvero in quella nave. Il gioco regala un’immersività eccezionale grazie ai continui discorsi tra A-Tak (il protagonista) e Beam (il capo sulla nave ammiraglia), oppure grazie al riquadro in basso a sinistra in cui possiamo vedere le smorfie di A-Tak mentre spara, subisce o schiva i colpi. Insomma ogni singolo aspetto del gioco è curato nei minimi dettagli per trasmettere quella sensazione di stare guardando una puntata di un vecchio anime e buttarci indietro di trent’anni. Addirittura il menu di pausa sembra quello di un videoregistratore di inizio anni ’90, con tanto di sfarfallio dello schermo.

L’intera avventura è divisa in cinque Seasons, ognuna composta da cinque episodi. In ogni episodio potremo svolgere una missione casuale (distruggere dei satelliti o riposizionarli, eliminare una tana di insetti, recuperare provviste ecc), e durante le nostre avventure potremo trovare delle casse più o meno nascoste in cui ci saranno currency o potenziamenti per la nave o blueprint per sbloccare oggetti nel negozio. Una volta completata la stagione, o una volta morti, dovremo ricominciare tutto da capo, in perfetto stile roguelike.

GALAKZ_bug_and_stingray_explosion

Tecnicamente siamo davanti a una piccola perla. Il design dei livelli è studiato affinché ogni singolo elemento abbia un senso all’interno del livello, seppure ogni cosa sia generata casualmente. Ecco quindi che in una missione in cui esploreremo delle caverne troveremo spuntoni acuminati su cui scaraventare le navi ostili, oppure dei fiori rompendo i quali liberemo delle spore per rallentare o distruggere gli scudi dei nemici; o ancora in un livello a tema più “industriale” troveremo tubi di gas da fare esplodere al passaggio delle navi avversarie, o barili di benzina e così via.

A far da cornice a tutto questo, Galak-Z: The Dimensional sfoggia un comparto tecnico di tutto rispetto. Il gioco è realizzato decisamente bene, sia da un punto di vista di gameplay, come abbiamo visto, sia da un punto di vista grafico. Tutti gli ambienti risultano curati, così come le animazioni e la realizzazione dei modelli sono convincenti e azzeccati. Tutto è studiato per ricordare l’atmosfera degli anime anni ’70, ’80 e ’90, perfino i personaggi sono disegnati ricalcando lo stile di quei tempi (e difatti non sono proprio bellissimi, ndr).

Se qualche difetto vogliamo trovarlo, lo possiamo cercare nella soundtrack, non allo stesso livello di tutto il resto. Risulta abbastanza monotona, almeno per buona parte del gioco, salvandosi solo in qualche momento più concitato come ad esempio qualche boss fight. Nonostante Galak-Z: The Dimensional giri complessivamente bene su Playstation 4, abbiamo riscontrato anche qualche leggero calo di fps di tanto in tanto. Una volta ci è perfino crashato, cosa che chi scrive non aveva mai visto prima su PS4. Lo stesso Kezdal in un’intervista ha ammesso che sviluppare questo gioco su console sia stato una sfida. 17-BIT voleva portare al pubblico un gioco che fosse completo e bello da vedere e per questo motivo è stata anche cancellata la versione per Playstation Vita a causa di limiti tecnici della console. Su PS4 fortunatamente sono stati raggiunti dei buoni standard e possiamo essere soddisfatti di quello che abbiamo per le mani. A detta di Kezdal comunque la versione per PC, che arriverà probabilmente nell’autunno 2015, sarà sicuramente superiore.

GALAKZ_DestroyRhino

[signoff icon=”quote-circled”]Galak-Z: The Dimensional è un trionfo di nostalgia per gli amanti degli anime di trent’anni fa, una celebrazione di quei robot, quei personaggi e quelle storie che ci hanno cresciuto e che ci hanno reso gli otaku o i gamer che siamo oggi. A volte capita che questo tipo di giochi celebrativi siano idealmente belli, ma poi realizzati in maniera mediocre, ma non è questo il caso. Galak-Z: The Dimensional riesce in tutte le sue intenzioni: è bello da vedere, divertente da giocare e rigiocare infinite volte, ogni volta raccontandoci una storia diversa. Il nostro consiglio è quello di fare contento il vostro dodicenne interiore e regalarvi questa perla, così che “sul tuo bel viso una lacrima vien giù” (cit. sigla Starzinger)[/signoff]

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