God of War Collection 2 – Recensione God of War Collection Volume II
E’ dai tempi della Playstation 2 che il personaggio di Kratos è entrato nei cuori di tutti come una delle icone principali delle console Sony. God of War ha conquistato tutti per la sua frenesia, la sua azione, la sua violenza e la sua atmosfera. E così, oltre a God of War 3, la Sony ci ha deliziato di una graditissima Collection comprendente i primi due episodi per PS2. Ma l’opera non era completa, e ora è uscita una nuova Collection, la God of War Origins, che comprende i due fantastici titoli usciti per PSP: Chains of Olympus e Ghost of Sparta. Vediamo se questi due titoli hanno avuto la conversione che meritavano.
"<Nome a caso>, MI HAI TRADITO!"
Checchè se ne dica, la realtà dei fatti è che God of War ha una trama piuttosto semplice. Qualche Dio fa uno sfregio a Kratos, Kratos grida "mi hai tradito" (anche se magari era in torto lui) e giù botte. Questo è in ogni caso molto ben mascherato grazie a molti dialoghi e cutscene che danno l’apparenza di una storia più articolata, il che, per una tipologia di gioco come questa, è sempre e comunque ben accetta e ha portato questa saga a un grande successo nel corso di questi anni. Vediamo ora di che trattano singolarmente i due giochi che ci vengono proposti in questa collezione.
Chain of Olympus è ambientato come prologo al primo capitolo uscito su Ps2. Il nostro Kratos è stato salvato da Ares e ora è un fedele servitore delle divinità dell’Olimpo, nella speranza che queste mantengano la loro promessa di liberarlo dagli incubi che lo tormentano costantemente e sentirsi libero dai propri peccati. Vivrà quindi molte avventure, a partire dalla difesa dei cittadini di Attica contro le truppe dell’esercito persiano, per poi arrivare addirittura nelle profondità dell’Ade, scoprendo un malvagio complotto messo in atto da Morfeo, deciso a impossessarsi di Elio per far regnare incontrastata nel mondo l’oscurità.
Nel secondo gioco di questa collezione, Il Fantasma di Sparta, troviamo invece Kratos negli eventi tra God of War e God of War 2. In questo capitolo, dopo la sconfitta di Ares e l’ascesa al trono di Kratos come divinità della guerra, il nostro spartano preferito scopre che il fratello Deimos, da cui era stato separato alla nascita per volere degli dei, è ancora vivo. Kratos parte così alla sua ricerca, iniziando le sue indagini dalla città sommersa di Atlantide.
Ti picchio tanto e ti faccio molto male
Per chi ha già giocato questi due titoli sulla console portatile Sony, ma in realtà a qualunque capitolo di questa saga, non troverà particolari differenze in termini di gameplay. In effetti, a parte la comodità che deriva dall’usare il Sixaxis piuttosto che i pulsanti della PSP, il tutto è assolutamente fedele ai titoli per TV che abbiamo sempre giocato. Ormai tutti noi conosciamo le abilità di Kratos, dalla parata, al salto, agli attacchi che possono essere leggeri o pesanti, così come le innumerevoli combo che è possibile tirare fuori dal cilindro premendo i pulsanti nel giusto ordine.
Quindi in questa recensione forse ha senso parlare solamente delle poche differenze che riscontriamo, in termini di gioco, dai capitoli principali della saga in questi spinoff, e il tutto si riduce solo a una breve lista di nuove armi utilizzabili dal nostro spartano.
Su Chain of Olympus troviamo innanzitutto lo Scudo Solare, che ci permetterà di potenziare le nostre parate, e nuove magie come la Forza di Efreet (che colpirà con il fuoco tutti i nemici attorno a noi), la Collera di Caronte (che terrà bloccati i nemici meno potenti) e la Luce dell’Alba (con la quale potremo attaccare a distanza). Su Ghost of Sparta invece, l’unica vera nuova abilità che acquisirà Kratos, grazie al titano Tera, è quella di rendere di fuoco le sue Lame del Caos per uccidere i nemici più grandi e resistenti, anche se ce n’è una certa penuria, messo a confronto con gli altri capitoli.
In ogni caso, quel che è certo, è che per dare un commento ai due singoli giochi in termini di gameplay potete leggere le recensioni che sono state fatte, qui da noi, per le loro uscite su psp. Per una collezione simile, la parte da tenere in considerazione è quella tecnica…
Dalla PSP alla TV
C’e’ da dire che come rimasterizzazione HD, questa collezione fa veramente una bella figura. Entrambi i giochi sono stati riproposti in full HD in una maniera esemplare, grazie a nuove texture, e addirittura ad aggiunte poligonali sui modelli. Naturalmente Chain of Olympus risente del peso degli anni di più rispetto che Ghost of Sparta, il quale ci propone una grafica davvero mozzafiato. Oltre a tutto ciò abbiamo anche la possibilità di goderci questi giochi in 3D, anche se in questo caso dovremo giocare a 30fps, mentre giocando normalmente godremo di 60fps costanti.
Anche per quanto riguarda l’audio troviamo netti miglioramenti, grazie alla possibilità di usare il dolby surround per goderci l’ottimo doppiaggio Italiano che ha sempre contraddistinto questa saga.
La longevità non è altissima, Chain of Olympus si finisce in 4-5 ore, mentre Ghost of Sparta migliora arrivando anche a 7-8, ma per fortuna abbiamo la disponibilità di rigiocare con una difficoltà più alta, di provare le solite sfide, e visionare vari contenuti extra. Come già detto, infine, anche il gameplay migliore alla grande grazie all’ottima trasposizione sul pad PS3.
In conclusione
Solitamente, quando abbiamo di fronte agli occhi una bella saga, che ha fatto successo, e iniziano a uscire degli spin off, allora c’è da preoccuparsi. Fortunatamente questo non è il caso di God of War, i suoi due spin off sono ben fatti e competono qualitativamente a testa alta con la saga principale, al punto che moltissimi fan considerano Ghost of Sparta il capitolo migliore della serie. Per chi ama God of War è un acquisto obbligato, sia se non avete avuto modo di giocarli su PSP, sia se avete voglia di riprovarli in uno stile grafico rinnovato e sulla tv di casa.