Horizon Forbidden West: Burning Shores – Recensione

Recensito su PlayStation 5

Con questo Horizon Forbidden West: Burning Shores Guerrilla alza ancora una volta l’asticella delle produzioni next gen. Se già con il titolo principale si erano raggiunte vette tecniche incredibili, qui l’impatto è ancora più maestoso. Un DLC che, lo diciamo già da subito, non tradisce le aspettative e probabilmente le supera anche.

Un mondo ancora più vasto

La storia di Horizon: Burning Shores inizia quando Aloy, dopo la fine dell’avventura principale, riceve una chiamata da Sylens. Le scoperte del personaggio interpretato dal compianto Lance Reddick porteranno Aloy verso le Rive Ardenti, una nuova area del mondo di Horizon in cui una volta si ergeva Los Angeles. Essendo la storia del DLC molto breve (circa 6 ore) preferiamo non darvi alcuna anticipazione se non ciò che già era stato reso pubblico da Guerrilla Games. Sappiamo infatti che qui Aloy farà la conoscenza di Seyka, una ragazza della tribù dei Quen che si ritroverà ad avere un obbiettivo in comune con la nostra protagonista.

Proprio il rapporto che si crea tra le due è forse una delle poche cose a non funzionare benissimo in questa narrazione: il legame che si costruirà nel corso delle poche ore insieme sembra svilupparsi troppo velocemente e quasi senza raccordi che lo giustifichino. Le due, oltre a una storia simile e un obbiettivo in comune, condividono ben poco e questo non rende credibile un attaccamento così istantaneo tra le due.

Horizon Forbidden West: Burning Shores

La trama principale nel complesso scorre abbastanza bene, senza riservare molte sorprese ma interessando il giusto. Come anche nei due capitoli principali, l’attenzione di Guerrilla è andata soprattutto nella costruzione e approfondimento della cultura delle tribù. In Burning Shores troviamo i Quen (già conosciuti nella storia principale) ancora più approfonditi culturalmente. Nel DLC si trattano, anche se in maniera mai così centrale, i temi della devozione religiosa e del cieco attaccamento a un credo, elementi che c’entrano anche perfettamente con l’ambientazione di Los Angeles e Hollywood.

Possiamo dire comunque che Horizon: Burning Shores non è stato reso dal team necessario per comprendere un futuro terzo capitolo, ma più che altro è un modo per approfondire i temi di Forbidden West e per mostrare alcuni elementi grafici e tecnici che non era possibili inserire prima su PlayStation 4.

Horizon Forbidden West: Burning Shores

Piccole e piacevoli novità

Ormai lo sappiamo, il gameplay di Horizon è il cuore pulsante della produzione, l’elemento più riuscito nei due capitoli principali insieme ovviamente a quello tecnico. Anche in Burning Shores la storia non cambia (giustamente): la base resta quella di Horizon Forbidden West ma con delle piccole aggiunte tra macchine, armi e sistemi di movimento ed esplorazione che di certo fanno piacere. Le nuove macchine da poter affrontare sulle Rive Ardenti non sono molte, ma come sempre sono curatissime in ogni dettaglio. In particolare ci teniamo a raccontarvi del Tuffoplano: una macchina volante simile al Solcasole ma più agile e che vi permetterà di immergervi sotto la superfice marina e risalire così da creare momenti di pura epicità soprattutto durante le fughe dai nemici. Tutte le altre nuove creature sono caratterizzate da dei moveset sempre nuovi (e molto pericolosi) che richiederanno un attento studio prima di buttarsi all’attacco.

L’acqua è uno degli elementi, insieme al cielo, principali di questo DLC. L’ambientazione delle Rive Ardenti è infatti divisa in molte isole raggiungibili in volo o attraverso una delle barche a motore create dai Quen. Queste rappresentano una novità in Horizon, anche se raramente le sceglierete come mezzo di trasporto (volare sul Solcasole è troppo più bello). Da evidenziare però il lavoro fatto sul Dualsense nel momento in cui si viaggia sulla barca: ogni onda provocherà una particolare vibrazione in grado di far percepire il movimento del mare tra le mani del giocatore. Tra i nuovi sistemi di movimento ci sono anche le “correnti ascensionali”, dei veri e proprio geyser che spingeranno Aloy in alto con l’alascudo. Queste risulteranno utili soprattutto durante i combattimenti per spostarsi rapidamente sopra o dietro al nemico, o anche semplicemente per fuggire.

Le armi e gli equipaggiamenti acquistabili dai mercanti non presentano grosse novità, tranne che per un’eccezione: parliamo di un’arma che si intravede in uno dei trailer ma si cui per correttezza non vi parleremo nel dettaglio; sappiate solo che non ha nulla a che vedere con le classiche armi di Aloy.

Horizon Forbidden West: burning shores

Esclusiva PS5… perché?

Da quando Horizon: Burning Shores fu annunciato si crearono delle discussioni sul fatto che fosse un’esclusiva per la next gen di Sony, soprattutto perché questa scelta non è coerente con quella fatta per il titolo principale, uscito invece anche per PS4. Dalle dichiarazioni degli sviluppatori sembrava che questo DLC potesse mostrare degli elementi assolutamente improponibili sulla vecchia console, ma è stata veramente una scelta corretta quella di Guerrilla?

horizon forbidden west: burning shores

Partiamo col dire che l’ambientazione delle Rive Ardenti è una delle migliori della saga, e sicuramente quella Milo resa tecnicamente. Horizon si conferma anche con questo DLC una delle produzioni più graficamente all’avanguardia: paesaggi, volti, animazioni, tutto è curato nei minimi dettagli. L’insieme di isole è completamente percorribile in volo senza alcun tipo di caricamento (giusto qualche raro pop up), cosa che già metteva in difficoltà PS4 in Forbidden West ma non ne ha impedito la giocabilità. Se non per le tanto chiacchierate “nuvole next gen” (che effettivamente non incidono quasi per niente sul gameplay) si fa fatica a trovare altri elementi che giustifichino l’esclusività di PlayStation 5… finché non si arriva alla boss fight finale.

Ovviamente anche in questo caso non vi parleremo nello specifico dello scontro per non rovinarvi nulla, ma vi basti sapere che qui la potenza di PS5 si fa sentire andando a creare forse la sequenza più bella e spettacolare della serie di Horizon. Dalla semplice potenza grafica fino alle sensazioni create dal controller, tutto contribuisce a rendere lo scontro semplicemente incredibile.

Horizon forbidden west: burning shores


Horizon Forbidden West: Burning Shores non è un DLC fondamentale per la serie, ma sicuramente è una produzione di altissimo livello che i fan delle avventure di Aloy non possono perdersi. Anche se a livello narrativo non aggiunge granché alla storia di Horizon la trama riesce a intrattenere e intrigare fino alla fine con tutti i suoi difetti. Ma è chiaro e innegabile che il punto forte di questo DLC sia il lato tecnico, che forse supera ogni altra produzione presente su PS5.

Horizon Forbidden West: Burning Shores RECENSIONE | Si rialza l'asticella della next gen

Con questo Horizon Forbidden West: Burning Shores Guerrilla alza ancora una volta l’asticella delle produzioni next gen. Se già con il titolo principale si erano raggiunte vette tecniche incredibili, qui l’impatto è ancora più maestoso. Un DLC che, lo diciamo già da subito, non tradisce le aspettative e probabilmente le supera anche.

8
Horizon Forbidden West: Burning Shores non è un DLC fondamentale per la serie, ma sicuramente è una produzione di altissimo livello che i fan delle avventure di Aloy non possono perdersi.

Pro

  • Tecnicamente quasi impeccabile
  • Gameplay sempre divertente
  • Nuove armi e macchine

Contro

  • Sviluppo della trama troppo rapido
  • Esclusiva next gen
Vai alla scheda di Horizon Forbidden West
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