Infliction: Extended Cut – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Era una bella casa: stanze grandi, ampie vetrate, e un giardino in cui Sally, la cagnolina, poteva scorrazzare liberamente. Ad abitarla era la classica famiglia americana: marito, moglie e due figli. Da fuori, tutto perfetto. Da dentro, un disastro: alcolismo, violenza domestica, morte in culla, assassinio. Noi giocatori, manco a dirlo, vivremo la vicenda da dentro, impersonando lo sfortunato – ma sarà davvero così? – capofamiglia, Gary. Il tutto a fatti già avvenuti, così oltre che con la nostra coscienza dovremo vedercela anche con gli spiriti che infestano questa (non più tanto) bella casa.

Esorcismo for dummies

Infliction: Extended Cut è, almeno all’apparenza, l’ennesimo clone di P.T., il playable teaser ideato da Kojima per il mai sviluppato Silent Hills. Il gameplay e lo spettro principale antagonista, effettivamente, prendono spunto a piene mani da quella esperienza ampliandone il contesto. Ma di questo parleremo più avanti, perché ora è doveroso partire dalla principale caratteristica che rende tale un horror psicologico: la storia.

Fatta eccezione per qualche piccola aggiunta come la modalità difficile New Game Plus e la possibilità di assistere ad alcun scene tagliate, Infliction: Extended Cut per console è in buona sostanza la stessa versione di Infliction confezionata da Caustic Reality e già disponibile per i giocatori PC, e dal punto di vista della trama questo non è di certo un male: man mano che vi addentrerete nelle pieghe della macabra vicenda scoprirete sempre più dettagli – alcuni dei quali obbligatori per il prosieguo della trama, altri facoltativi ma squisitamente utili a completare il tetro scenario della vicenda – venendo a conoscenza del protagonista e dei membri della sua famiglia. Nelle tre ore scarse che impiegherete a terminare l’avventura vi renderete conto di come una famiglia all’apparenza normale può in realtà nascondere terribili segreti. Questa consapevolezza renderà forse più accettabile il cruento destino verso il quale porterete il vostro avatar, ma sicuramente non renderà l’esperienza meno spaventosa.

Infliction: Extended Cut

E così quella che inizialmente sembrerà la più semplice delle narrazioni, con la banale ricerca di un biglietto aereo per permettere a Sarah, la propria moglie pittrice, di prendere il volo aereo che l’aspetta, si trasformerà ben presto in un incubo a occhi aperti in cui si assisterà all’omicidio della donna, che in men che non si dica si trasformerà in una infestante presenza demoniaca da esorcizzare in tre apparentemente semplici passi. Nel corso dell’avventura proposta da Infliction: Extended Cut dovremo impossessarci di una reliquia della vittima, di una sua foto e di un suo effetto personale, per bruciarli e liberare lo spirito spargendone le ceneri. Niente di più semplice… o forse no, perché la trama di Infliction: Extended Cut ci sbatterà presto in faccia tutti i demoni interiori del protagonista e, con essi, le numerose porte della casa che, a ogni passo, si chiuderanno o si apriranno verso realtà alternative, sfondando la quarta dimensione e facendoci vivere una storia costantemente in bilico tra gli anni ’60 e il 1999, anno in cui è ambientata la realtà del gioco.

Una buona esperienza horror si misura dalla bontà della storia e, nel caso di Infliction: Extended Cut, come avrete capito non abbiamo davvero nulla da eccepire.

Infliction: Extended Cut

La casa è viva

Di titoli horror che giocano con la nostra labile psiche ne abbiamo visti tanti e dai nomi altisonanti: Silent Hill, The Evil Within e Layers Of Fear sono ottimi esempi di giochi che terrorizzano il giocatore spiazzandolo e facendogli perdere il contatto con la realtà rappresentata che si sa, anche se già di per sé dovrebbe essere ovviamente surreale, fa sempre rabbrividire quando si modifica in maniera diametralmente opposta rispetto a quanto ci aspetteremmo.

È così che l’esplorazione diventa il fulcro (oltre che sostanzialmente l’unica azione possibile, visto che il gioco non permette nemmeno di correre) del gameplay di Infliction: Extended Cut, che se non supportato dall’ottima atmosfera si ridurrebbe a un semplice walking simulator dalle caratteristiche assai limitanti. Fa effettivamente sorridere come l’inventario sia sempre praticamente vuoto, senza la possibilità di portare con sé armi, medicinali od oggetti da combinare tra loro per risolvere gli enigmi. Questi ultimi sono sì presenti, ma relativamente semplici rispetto a quello che potrebbe sembrare inizialmente dal contesto, ricco di elementi liberamente esplorabili. Ecco quindi il primo aspetto negativo dell’esperienza: durante il vostro girovagare potrete raccogliere ed esaminare una quantità incredibile di collezionabili, ma dopo averne osservato il modello 3D vi ritroverete semplicemente a riporre l’oggetto al suo posto e a proseguire per il vostro cammino. Lascerete così indietro martelli, asce, potenziali armi e succosi collezionabili come videocassette ispirate agli horror di un tempo. Non che questi oggetti aiutino contro le presenze demoniache, ma avremmo sicuramente apprezzato qualche enigma più legato alla ricerca e all’utilizzo dei numerosissimi oggetti con i quali è possibile interagire.

Infliction: Extended Cut

Di tutt’altra caratura l’utilizzo della Polaroid: tramite la macchina, che si raccoglierà nella prima parte del gioco, sarà possibile fotografare svariati punti di interesse per scoprire passaggi segreti, scovare indizi e svelare la risoluzione di alcuni enigmi. In più, la macchina fotografica sarà un valido alleato contro lo spettro della nostra ex-moglie: un colpo di flash ben assestato sarà sufficiente a scacciare la presenza per il breve lasso di tempo necessario alla fuga. Eh sì, perché in Infliction non si attacca (quasi) mai, ma di fronte ai nemici si scappa e ci si nasconde. Essere visti significa andare incontro a morte certa e ritrovarsi a ricominciare dall’ultimo dei vari checkpoint che salvano il gioco in automatico, sparsi dagli sviluppatori per i livelli in maniera generosa ma allo stesso tempo non comodissima.

Infliction: Extended Cut

In realtà un modo per attaccare gli antagonisti c’è, ma si tratta di azioni macchinose e poco applicabili durante le fasi più frenetiche di gameplay. La prima mossa possibile è nascondersi, e qui il primo grande problema del gioco: benché il tutorial dica che è possibile accovacciarsi dietro la mobilia per non essere visti, più volte ci è capitato di essere massacrati senza pietà dagli antagonisti anche se ci trovavamo apparentemente nascosti nell’ombra, o addirittura dietro a un tavolo. In secondo luogo, più volte durante le nostre run abbiamo riscontrato un fastidioso problema legato al nascondersi (sotto i tavoli o sotto ai letti): finché stavamo nascosti il nemico non poteva raggiungerci, ma non se ne andava nemmeno, con la conseguenza che dopo qualche lungo minuto di attesa ci siamo ritrovati costretti a uscire dal riparo facendoci automaticamente trucidare non appena messa fuori la testa.

Infliction: Extended Cut

Ultima azione possibile, l’attacco con la luce: per la maggior parte del tempo vi ritroverete a girovagare con la sola luce di una torcia elettrica a illuminarvi il cammino. In alcune particolari stanze, però, sarà possibile anche accendere le luci premendo i rispettivi interruttori. Attenzione però: se lo spettro passerà vicino a una luce accesa non subirà nessun effetto, andando anzi a far scoppiare la lampadina rendendola inutilizzabile; se, invece, sarete capaci di accendere la lampadina nell’esatto momento in cui lo spettro si troverà sotto di essa, questi verrà sorpreso e si dissolverà tra atroci sofferenze, regalandovi qualche incantevole minuto di esplorazione senza pensieri prima di tornare a darvi la caccia.

Per dovere di recensione ammettiamo di aver tentato ed essere riusciti nell’impresa, che vi segnaliamo però essere talmente impervia da far sì che la maggior parte dei giocatori cercherà di evitare lo spettro nascondendosi o procedendo per tentativi: la maggior parte delle volte, infatti, la visuale in prima persona impedisce di percepire con esattezza la posizione del nemico, con il risultato di trovarselo addosso in pochi secondi e morire senza nemmeno aver capito se c’era una via di fuga. Questa pecca spinge a optare per un approccio trial and error che, nel giro di qualche tentativo, permette di superare le varie sezioni memorizzando i luoghi in cui il nemico può apparire randomicamente e di superare indenni il livello procedendo spediti verso l’obiettivo senza cincischiare nell’esplorazione. Un vero peccato, perché una maggiore attenzione alle meccaniche avrebbe giovato all’immersione nell’ottima atmosfera del gioco, che in questo modo invece rischia di essere a tratti frustrante e di far perdere la voglia di esplorare ogni angolo delle stupende ambientazioni.

Infliction: Extended Cut

Una luce, un’ombra, uno spettro

L’incubo di Infliction: Extended Cut è mosso dal mai troppo apprezzato Unreal Engine che, anche questa volta, fa il suo sporco lavoro portando su console un terrificante tripudio di luci e ombre. La costante penombra e alcuni espedienti grafici che nascondono la non perfetta ottimizzazione sono perfetti per cogliere il giocatore di sorpresa nei passaggi alla Layers of Fear, in cui la casa cambia forma e dimensione catapultando il protagonista ora attraverso uno specchio, ora in un quadro, ora in altri luoghi nel passato: è così che si compie il miracolo di Infliction che, nonostante gli evidenti limiti sul versante gameplay, riesce sempre far saltare sulla sedia quando si apre la porta della camera da letto e ci si ritrova in un sanatorio degli anni ’60, immediatamente presi dalla sconfortante certezza che l’obiettivo che si credeva dietro l’angolo è ora chissà quanto distante.

Infliction: Extended Cut

Delle limitate possibilità di interazione con lo scenario vi abbiamo già parlato. In questa sede non possiamo evitare di segnalare un livello di dettaglio non eccezionale per quanto riguarda le animazioni e i modelli poligonali dei mostri, soprattutto dello spettro di Sarah: se da una parte sono apprezzabili le finisher in stile Mortal Kombat con cui l’entità ci farà irrimediabilmente a pezzi, spesso durante la breve avventura, è impossibile non notare – soprattutto quando si sta nascosti in attesa che (forse) si allontani – una realizzazione grafica appena discreta, che sicuramente non rende giustizia alla terrificante Lisa di P.T., alla quale questa incarnazione spettrale chiaramente si ispira.

Interessanti invece gli effetti sonori: la quasi totale assenza di musiche, sostituite da interferenze radio, programmi televisivi che partono all’improvviso, urla strazianti e pensieri voci del passato che riecheggiano nella testa del protagonista insieme ai suoi passi solitari, sono l’accompagnamento ideale per contribuire a generare quell’atmosfera horror che tanto ci piace.

Infliction: Extended Cut


Infliction: Extended Cut avrebbe potuto essere molto di più, su questo non si discute. Allo stesso tempo, si rivela una divertente esperienza horror della durata di poco superiore a un film con un’atmosfera eccellente e una trama con qualche idea innovativa. Peccato che la realizzazione grafica dell’antagonista principale e le evidenti mancanze di ottimizzazione del gameplay rovinino l’avventura costringendoci ad abbassare di qualche punto il voto di questa recensione. Se, in attesa del prossimo grande horror, avete una sera libera per trastullarvi con una sorta di versione estesa di P.T., questo è il gioco che fa per voi. Se vi aspettate qualcosa di più di questo, passate tranquillamente oltre.

7

Pro

  • Atmosfera horror eccellente
  • Tanti jumpascare
  • Gameplay della Polaroid interessante...

Contro

  • ... ma sfruttato troppo poco
  • Nascondersi dallo spettro è macchinoso e frustrante
  • Graficamente i nemici potevano essere realizzati meglio
  • Durata scarso
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