Ivy the Kiwi? – Recensione Ivy the Kiwi?

Non sempre un idea di base interessante fa di un gioco un capolavoro. E’ successo più volte e non sempre a causa dell’idea di base originale ma limitata, ma più che altro per la mancanza di cura riposta nella realizzazione del titolo. Ivy the Kiwi? è sicuramente un titolo a basso budget e passato in sordina, ma andando a vedere le persone che hanno lavorato a questo progetto possiamo trovare un certo Yuji Naka, il creatore di Sonic.

 

 

 

Il piccolo kiwi

Da Sonic, Ivy the Kiwi? prende sicuramente qualcosa, ma in generale il prodotto distribuito da Rising star si ispira anche ad altri classici del genere platform, uno tra tutti Super Mario. Non perdiamo molto tempo nel parlare della trama, che come regola risulta un semplice pretesto per buttare il giocatore a capo fitto nel gameplay, ma vi basti sapere che la storiella raccontata riprende pari pari la favola del brutto anatroccolo, con il nostro protagonista, Ivy, angosciato da una domanda alla quale solo lui potrà rispondere: è davvero un kiwi, una specie d’uccello caratteristico della Nuova Zelanda?

La corsa dell’uccello

Dicevamo quindi che ci troviamo dinnanzi a un platform, ma abbastanza particolare e diverso dal solito: non è infatti possibile saltare e non si può controllare il pennuto direttamente (il movimento è automatico verso destra o sinistra a seconda degli ostacoli che si trova davanti), ma solo grazie all’utilizzo di liane, la cui gestione e creazione è affidata all’utente. Lo scopo del gioco è quello di arrivare alla fine del livello senza mai essere colpiti da gocce d’acqua, nemici, o cadere su delle spunte, pena: ricominciare il livello da capo. L’idea di base è senz’altro originale e molto simpatica, ed è anche parecchio divertente utilizzare le liane per lanciare per aria Ivy o coprire degli spuntoni per non farlo morire, o ancora tracciare dei ponti per non farlo cadere. La profondità del gameplay risulta quanto meno discreta, grazie anche a un limitato uso delle liane, sia in quantità che in estensione, a una discreta varietà e a qualche interessante meccanica introdotta durante il gioco (come la possibilità di utilizzare le liane come fossero corde di un arco e permettere a Ivy di effettuare un colpo trivella, in grado di uccidere alcuni nemici e degli ostacoli).

Breve

Purtroppo però di problemi che affliggono la produzione ce ne sono, e anche abbastanza gravi. In primis una longevità molto risicata, intorno alle 2 ore per completare il gioco alla prima tornata senza impegnarsi nella raccolta delle piume sparse per i livelli, e un’eccessiva semplicità se non si vuole raggiungere il 100% di completamento. Ovviamente a sopperire a questi problemi ci pensano la modalità aggiuntiva che ripropone i medesimi livelli di quella disponibile inizialmente, ma che punta l’accento sulla fase esplorativa, comunque molto inconsistente e abbastanza frustrante a causa del gameplay stesso su cui si basa Ivy the Kiwi?.

 

 

Opera d’arte

Parlando di punti di forza, non possiamo che elogiare lo straordinario lavoro stilistico svolto, con una direzione artistica bellissima. Da una grafica solo discreta, considerando il piano prettamente tecnico, si passa a un lavoro egregio grazie proprio alle sensazionali scelte stilistiche e artistiche. Il tratto delle ambientazioni ricorda molto da vicino l’effetto pastello e matita. Nonostante il level design non mostri spunti eccezionali, il mondo di gioco si mostra assolutamente godibile e piacevole sia da vedere che da esplorare. Nonostante non ci siano difetti evidenti, il gioco sembra altamente insoddisfacente a livelli di gameplay e sembra quasi che il titolo fosse previsto inizialmente solo per DS, dove ha, francamente, più senso di esistere. Per rendervi l’idea, Ivy the Kiwi? dà l’impressione di essere un gioco per console portatile o Iphone, grazie a sezioni estremamente brevi e una profondità che non raggiunge minimamente i più blasonati platform presenti su Wii.

Il non controllo del kiwi

Il sistema di controllo funziona molto bene e si rivela comodo e preciso: con il puntatore del Wiimote è possibile gestire le liane, crearle e tenderle come la corda di un arco. L’accompagnamento sonoro si perde in musichette abbastanza anonime e che non aiutano per niente il gioco a immergere il giocatore. Da segnalare anche una modalità multiplayer sino a 4 giocatori, dove è possibile fare delle corse a tempo su dei livelli appositamente studiati per tale modalità. Purtroppo però l’esperienza multigiocatore si rivela molto scomoda, a causa della divisione dello schermo e all’inconsistenza dell’offerta ludica proposta da questa modalità.
 

 

 

Commento

Fosse uscito esclusivamente per console portatile, Ivy the Kiwi? sarebbe stato davvero un ottimo titolo, ma su console casalinga, nonostante un buon sistema di controllo e una componente artistica di assoluto rilievo, il titolo non ha quasi senso di esistere, sia per la scarsa longevità che per un gameplay sicuramente originale ma abbastanza limitato. L’idea c’era, ed è anche stata sfruttata, ma semplicemente non era un gioco da far uscire per home console.

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