Killzone 2 – Recensione Killzone 2

Tanta attesa, e poi?

Di Killzone 2 si sente parlare da un bel po’ ormai, quasi cinque anni, nei quali siamo stati solleticati e sedotti da una sequela infinita di immagini, video, demo e quant’altro. Ebbene, dopo un attesa lunga anni e dopo un nuvolone di Hype immenso ecco che, da questo 25 febbraio, Killzone 2 è finalmente disponibile sugli scaffali. Il gioco della Guerrilla, uscito esclusivamente su Playstation 3, ha visto sparare su di se le più disparate supposizioni, così che tutti attendevano il momento fatidico per poter posare le mani su quello che molti consideravano un capolavoro già in partenza. Ma sarà proprio così? Bando alle ciance, e osserviamo con i nostri occhi cosa è, veramente, questo Killzone 2.
 

Pianeta che vai, Helghast che trovi

La trama di Killzone 2 prende il via da uno sbarco in grande stile su un pianeta alieno, ostile ed inospitale. È questo Helgan, il pianeta natale dei temibili Helghast, dove l’esercito umano dell’ISA si appresta ad attaccare il nemico direttamente nel suo cuore e centro nevralgico, sperando così di poter arrecare un serio danno all’agguerrita razza aliena. Ed eccoci dunque scaraventati lontano anni luce da casa, pronti a combattere una distruttiva guerriglia urbana nei panni di Sev, un marine della squadra speciale Alpha, seguito da altri tre ufficiali che compongono, assieme a lui, la suddetta squadra. Se l’inizio della campagna, così epico e capace da solo di donare l’adrenalina giusta per portare a termine l’impresa, sembrerà qualcosa dall’enorme potenziale, a lungo andare si rovinerà, così che la trama brillerà solo a tratti, mostrando personaggi non sempre all’altezza e situazioni a volte sotto i toni di quei momenti di gloria, onore e vendetta che spesso riaccenderanno gli animi e la trama generale. Tutto sommato, comunque, la campagna principale, con le sue dieci missioni, scivolerà via che è un piacere, dimostrandosi mai noiosa o banale, quindi, pur senza brillare per qualità narrativa, la storia alla base di Killzone 2 si farà sicuramente apprezzare.

Quando sibilano i proiettili

Possiamo accorgerci del vero potenziale di Killzone 2 solo quando, finalmente, possiamo sentirci padroni del nostro protagonista. Ecco che la zona di guerra si fa reale, distruttiva, con proiettili che schizzano in tutte le direzioni, esplosioni che fanno tremare il terreno, nemici che si nascondono e tentano di addentare qualche centimetro di terreno in più, con noi che ci sentiamo per un attimo impotenti e poi capiamo che la guerra di Killzone 2 non è fatta di corse sfrenate e sventagliate di proiettili, ma è una guerriglia urbana inesorabilmente verosimile e crudele, dove ogni passo verrà compiuto sopra il cadavere di un nemico, tra esplosioni, sparatorie e tatticismi. Ed ecco che il sistema di copertura si fa decisamente importante, permettendoci, grazie alla pressione dell’apposito tasto, di coprirci dietro un ostacolo sufficientemente ampio, così da metterci in grado di affacciarci o mirare grazie all’analogico sinistro. Se questa implementazione risulterà sicuramente utilissima ai fini del gioco, visto che la carneficina fine a se stessa non sarà mai una buona strategia in Killzone 2 (perché fare i Rambo della situazione ci porterà velocemente alla tomba), è vero anche che ai fini del realismo la nostra copertura potrà essere resa vana da un proiettile o da un esplosione, tutte cose che ci renderanno ben visibili e bersagliabili.
 


La copertura sarà indispensabile ai fini della nostra salvezza

Nota enormemente positiva sarà l’intelligenza artificiale degli avversari, che si presenta come una delle più curate e verosimili di quasi tutto il panorama videoludico, superando anche quella, a lungo elogiata, di F.E.A.R. 2. È inutile dire che non ci troveremo davanti a pupazzi immobili capaci solo di spararci addosso, ma avremo invece nemici che sembreranno veri, guidati da un’intelligenza quasi reale. Gli Helghast tenderanno ad organizzarsi in gruppi di attacco, coprendosi dietro i vari ostacoli ad ogni occasione possibile, cambiando sempre il punto dal quale si sporgeranno così da adattarsi al nostro fuoco e al nostro modo di combattere. E non solo, visto che tenteranno sempre di farci uscire allo scoperto quando saremo dietro ad una copertura, apparentemente al sicuro, usando in maniera impeccabile granate o armi dal grosso calibro. Contro avversari del genere è ovvio che sarà necessario considerare più volte una strategia, usando il cervello in ben più di un’occasione, visto anche che una diversa tipologia di nemico si comporterà in maniera differente da un’altra, così che la strategia prevista dovrà cambiare sempre e comunque. I cecchini si nasconderanno sotto mantelli e cappucci, così da mimetizzarsi con lo scenario e farci la pelle nascosi ed in tutta tranquillità, mentre i normali soldati useranno le coperture e spareranno in maniera tattica, a volte uscendo senza preavviso, oppure facendo fuoco all’impazzata o, ancora, con il coltello in mano in preda ad un raptus di follia, facendoci immergere in un lago di panico e costringendoci a farli fuori, magari anche esponendoci al fuoco avversario. Le varie strategie scelte dagli avversari, inoltre, saranno così varie da non farci mai abituare ad un solo modo di agire. A volte si disporranno in cerchio in modo di chiuderci in una stretta, altre volte un avversario farà da esca per farci uscire allo scoperto, con fucili di supporto pronti a farci la pelle.
Naturalmente, anche noi disporremmo dei nostri alleati, capaci anch’essi di organizzarsi, venirci in aiuto o ficcarsi a loro volta in difficoltà (così che saremo noi a doverli salvare). Il tutto è implementato così bene da rendere i nostri amici un aiuto prezioso ma non indispensabile, aiuto che potrebbe tramutarsi in enorme peso quando verranno colpiti, in qual caso dovremo rianimarli con la pressione di un apposito tasto, visto e concesso che qualche pallottola di sostegno in più non fa mai male.
Discorso a parte va fatto per i nemici più tosti della campagna, quelli che possono essere chiamati Boss, contro i quali dovremo arrangiarci con i mezzi offerti dallo scenario e dai consigli alleati, scoprendo così la strategia giusta per porre fino allo scontro.
Per quanto riguarda il sistema di telecamere, di puntamento e di gestione delle varie armi da fuoco, anche qui Killzone 2 non si limita a proporre qualcosa di passabile per il genere, ma dice la sua e ci scaraventa nei panni di un soldato reale (per quanto super addestrato), che a volte ci farà sentire pesanti in un campo di battaglia crudele e spietato, ma senza mai frustrarci o darci delle noie. Da questo punto di vista, dunque, il realismo di Killzone 2 è qualcosa di pauroso e graditissimo, capace di ricreare le emozioni e le sensazioni di una guerriglia urbana crudelissima e profonda (nonostante sia ambientato in un pianeta alieno).
A conti fatti, dunque, il gameplay di Killzone 2 si dimostra roccioso e davvero potente, capace di immergerci sin da subito in un mondo fatto di battaglie sofferte e crudeli, di nemici sapienti e intelligenti, di armi futuristiche e utilissime e via discorrendo. I Guerrilla sono riusciti ad elevare alla massima potenza quanto detto nel primo, a tratti deludente, Killzone, sfornando un prodotto capace di surclassare con classe e potenza il predecessore.
 


Ed è qui che inizia il macello

 

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