Lisa: The Painful RPG

L’influenza dei capolavori dell’era SNES sul panorama di videogiochi indipendenti attuale è innegabile: senza Super Mario gli acclamati Braid o Limbo non sarebbero mai esistiti, così come Dust: An Elysian Tale o Ori and the Blind Forest sono figli di quel filone di platform-rpg (successivamente chiamato metroidvania) iniziato con la saga di Metroid.

Vi è tuttavia un gioco del quale si parla colpevolmente troppo poco che ha dato il via ad un filone intero di videogiochi indie: Earthbound. Figlio di Shigesato Itoi e del defunto Satoru Iwata, Earthbound ha rappresentato il punto di partenza per una serie di j-rpg dalle tinte crude e surreali, cui appartiene Lisa: The Painful RPG.

Lisa: un Earthbound “adulto”

Lisa: The Painful RPG è un videogioco interamente programmato da una unica persona, Dingaling, con l’esclusione del reparto musicale. Rilasciato inizialmente come gioco freeware creato con RPG Maker, grazie ad una campagna Kickstarter di successo conclusasi a dicembre 2013 con 16 mila dollari di fondi stanziati Dingaling ha potuto portare avanti il proprio progetto e la versione completa a pagamento di Lisa è uscita il 15 dicembre dell’anno scorso, esattamente ad un anno dalla fine della campagna.

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Lisa è un rpg a scorrimento laterale interamente bidimensionale che, come detto inizialmente, prende Earthbound come modello di riferimento. Le battaglie cominciano generalmente “sbattendo” addosso ai nemici, anche se vi è qualche area limitata in cui si può parlare di incontri casuali classici come in Final Fantasy o Dragon Quest. Nei combattimenti ogni personaggio del party possiede diverse abilità offensive o difensive, con la possibilità di infliggere o curare stati alterati. Dimentichiamoci, tuttavia, dei classici “sonno” o “paralisi”: i nostri personaggi saranno “ubriachi”, “spaventati” o “incazzati”.

Così comincia il nostro incubo

Il fatto di trovarci di fronte ad un prodotto diverso dal solito risulta chiaro fin dall’introduzione, un flashback dell’infanzia difficile del protagonista che racconta gli abusi subiti dal padre, per poi lanciare il giocatore a capofitto all’interno dell’ambiente vero e proprio in cui si svolge il gioco.

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Siamo in un mondo post-apocalittico, surreale e violento. La terra è abitata da soli uomini, destinati dunque inevitabilmente all’estinzione della razza umana. Brad, l’uomo di cui rivestiamo i panni, conduce una vita a cavallo tra sensi di colpa e odio represso per il proprio genitore, e come molti altri dei sopravvissuti abusa della “joy” per trascinare avanti la propria esistenza. La svolta nella sua vita avviene quando un giorno trova un pargolo piangente abbandonato per la strada, che si rivelerà essere una femmina. Egli deciderà di accudirla e crescerla, all’oscuro di tutti se non i suoi unici amici. Saranno proprio questi ultimi a tradire il segreto di Brad e rivelare l’esistenza di Buddy, ormai adolescente. Comincia così la storia di Lisa, che si svolgerà attorno al viaggio alla ricerca di questa ragazza, a cui dà la caccia l’intera popolazione.

Il potere delle scelte

Un meccanismo fondamentale che utilizza il gioco per rendere più interessante e imprevedibile l’avventura è l’utilizzo delle scelte. Il giocatore si troverà a dover decidere, ad esempio, se sacrificare la vita di un proprio compagno in cambio di tutti i propri averi, se la vita del proprio party vale la mutilazione di un proprio arto con conseguente ridimensionamento delle proprie abilità, o addirittura decidere della vita dei propri amici in una roulette russa. Dingaling in questo modo vuole mettere a disagio il giocatore, costringerlo a liberarsi dagli schemi bivalenti di scelta giusta o sbagliata: non vi è una strada corretta da intraprendere, è a nostra discrezione scegliere cosa sacrificare per riuscire a proseguire.

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La crudeltà del gioco viene attenuata dall’ingente numero di individui che possiamo fare entrare nel nostro party. Incontreremo di tutto, da un uomo con la maschera da pollo a un wrestler ritirato a causa della sua crudeltà, passando per un ubriacone che al posto dell’attacco principale ha il comando “bere” che lo rende ubriaco e l’ape regina di un bordello.

Un mondo non esattamente accogliente

Dimentichiamoci foreste, castelli incantati, ma anche città o fortezze: niente di tutto questo appartiene al mondo surreale di Lisa. Città abitate da uomini pesce, bordelli gestiti da travestiti nel bel mezzo di una palude, accampamenti di seguaci della setta della banana, fabbriche dei desideri stracolme di interiora e gestite da un pagliaccio folle, isole costituite interamente da spazzatura: queste sono alcune delle cose che ci aspettano in Lisa.

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Anche i nemici, in pieno stile Earthbound, non sono ciò che ci si aspetta e si passa da ragni con la faccia del padre del protagonista, strani esseri trasformati dall’abuso della joy in viscidi ammassi di pelle, banditi ciechi che mancheranno ogni colpo che cercheranno di sferrarci o direttamente suicidi esibizionisti che non desiderano altro che essere guardati nel darsi il colpo di grazia.

Allucinazioni uditive

Ultima ma non per importanza, la colonna sonora. In accordo con lo stile del gioco, le musiche di Lisa sono per la maggior parte estremamente disturbanti, caratterizzate o da lamenti capaci di far rabbrividire o da un basso martellante tendente quasi alla techno. Anche melodie, come quella presente nell’area western che paiono più melodiose decadono in stridenti dissonanze per ricordare al giocatore quanto il mondo in cui si trovi sia pericoloso e inaffidabile.

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Non mancano, tuttavia, motivetti più sereni per creare un senso di straniamento nel giocatore, come il banjo sintetizzato che pittura i luoghi in cui è possibile riposare recuperando la vita del proprio party o la musica caraibica durante i viaggi in barca.

[signoff predefined=”Signoff 1″ icon=”quote-circled”]Lisa: The Painful RPG è un j-rpg estremamente interessante. Ispirato profondamente da Earthbound, costringe il giocatore a mettere alla prova se stesso e la propria morale, mettendolo di fronte a scelte ardue che comportano sacrifici e dove non è possibile semplicemente seguire la volontà del creatore del gioco. Consigliato a chiunque voglia esperienziare un gioco più adulto, artistico e surreale.[/signoff]

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