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LittleBigPlanet 3

Gennaio 30th, 2015 Lorena Rao
Recensione di Lorena Rao pubblicata il 31/01/2015
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Su LittleBigPlanet 3 vi erano molte aspettative, merito di una sapiente diffusione di notizie che aveva fatto intendere come il terzo capitolo della saga esclusiva Sony, passato alle redini di Sumo Digital, fosse un tripudio di novitĂ . Durante eventi ufficiali come l’E3, la Gamescom, e la Games Week di Milano, avevamo avuto dei gustosi assaggi su quanto LittleBigPlanet 3 fosse promettente e in un certo senso innovativo, ma quando abbiamo avuto la possibilitĂ  di testare il gioco completo, gli assaggi che prima si erano rilevati saporiti, alla fine ci hanno lasciato un leggero amaro in bocca.

In quest’ultimo capitolo il tenero Sackboy dovrĂ  liberare Bunkum, pianeta della fantasia e della creativitĂ , dalla tirannia di Newton, uno strampalato inventore che, dopo avervi tratto in inganno, è riuscito a liberare i malefici Titani e a ottenere il loro controllo. La minaccia è troppo grande per essere affrontata dal nostro eroe di pezza, per cui è necessario il supporto di tre mitici eroi, che giĂ  tempo addietro avevano salvato Bunkum dalla cattiveria dei Titani. Stiamo parlando di Oddsock, Toggle e Swoop.

Come avevamo giĂ  detto nell’anteprima, ognuno di questi protagonisti è dotato di abilitĂ  particolari. Oddsock, grazie alle sue sembianze da quadrupede, può correre molto piĂą velocemente rispetto ai suoi compagni, saltare da una parete all’altra per raggiungere zone difficilmente accessibili, e per brevi periodi può anche camminare o lasciarsi scivolare sui piani verticali.

Toggle, invece, può cambiare le dimensioni del suo corpo. Ciò lo renderĂ  lento e pesante quando si ingrandisce, al contrario, se rimpicciolito, sarĂ  agile e veloce. Questo cambio di “silhouette” sarĂ  utile a Toggle per sfruttare al meglio le regole fisiche e meccaniche su cui si basano i livelli di LittleBigPlanet 3. Ad esempio, se dobbiamo passare velocemente su una superficie poco stabile, conviene essere dei piccoli e scattanti esserini.

Infine, l’ultimo a essere stato creato dai ragazzi di Sumo Digital è Swoop, un piccolo volatile di pezza capace di prendere elementi nello scenario con le sue zampette, e poggiarli dove è piĂą congeniale per proseguire nell’avventura.

Sembrerebbe che il nostro Sackboy faccia brutta figura rispetto ai suoi compagni, ma non temete, perché pur non essendo dotato di particolari abilità fisiche, in LittleBigPlanet 3 il nostro eroe di pezza preferito potrà usare numerosi gadget, tutti eccentrici e trovabili durante la campagna principale.

littlebigplanet 3

Con un incipit del genere è normale farsi grosse aspettative, eppure qualcosa alla fine è andato storto, e vi spieghiamo il perché. La prima sensazione che abbiamo provato dopo il primo mondo è stata quella di avere a che fare con qualcosa di già visto. Questo qualcosa presenta tante innovazioni, ma queste non fanno gridare al miracolo, poiché non sfruttate a dovere.

Nonostante la presenza di ben quattro protagonisti, il ruolo dei nuovi arrivati è limitato ai livelli dopo la loro liberazione. Questo perché non possiamo utilizzarli liberamente sin dall’inizio del gioco, ma li libereremo man mano seguendo la trama, raccogliendo tre biglie magiche nei vari livelli. Stesso discorso si può fare per i gadget, in quanto il loro utilizzo è richiesto fondamentalmente in limitate sequenze dopo il loro ottenimento. Ad esempio, il primo gadget che troviamo è il Turbinator, un fucile che può sia sparare aria che risucchiarla. In questo modo potremmo attirare verso di noi i cuscinetti a cui aggrapparci, o spostare un elemento che intralcia il nostro cammino. Faremo largo uso di questo utile strumento, ma passati al mondo successivo, ovvero allo Ziggurat, troveremo la Viaggiosfera.  A quel punto il Turbinator passerà in secondo piano, e faremo invece ricorso a questo particolare cappello capace di lanciare sfere contro dei portali nei quali possiamo materializzarci.

In LittleBigPlanet 3, così come negli episodi precedenti, la logica è fondamentale per capire come acchiappare determinate bolle, o come superare un ostacolo, e il ricorso ai gadget avrebbe reso questo aspetto decisamente più complicato ma avvincente. Rendere il loro uso così semplicistico, probabilmente ha tolto un bella dose di sfida.

Anche la struttura della campagna in singolo è stata modificata. Innanzitutto non vi è più il lineare passaggio da un livello a un altro, bensì verremo catapultati in determinate ambientazioni, ognuna delle quali è composta da tre livelli per ottenere le biglie magiche, più altri portali che rappresentano obiettivi secondari. Durante l’esplorazione dell’ambientazione principale, ad esempio Manglewood, possiamo incontrare vari personaggi che ci affideranno delle missioni secondarie o ci sfideranno in dei mini-giochi, come gare di corsa e così via. Siccome questo spesso causa confusione, con il tasto triangolo possiamo aprire l’Organizzatron e vedere quali missioni abbiamo ancora da completare, e selezionare quella a cui vogliamo dedicarci. Comparirà allora un piccolo logo sullo schermo che ci guiderà verso l’obiettivo. Questo nuovo aspetto è senza dubbio interessante, ma non riesce a conquistare del tutto, probabilmente a causa della confusione già citata poc’anzi.

LittleBigPlanet 3

Altro elemento che c’ha fatto leggermente storcere il naso nella modalità singleplayer, è il level design. I livelli hanno molta profondità, e a noi basterà salire su un bottone illuminato per vederci piccolini in fondo allo schermo, per poi prendere un teletrasporto e ritornare di nuovo in primo piano. L’effetto visivo è bello, ma ci vuole un po’ prima di abituarsi. Inizialmente si avverte una sensazione caotica e confusionaria, anche perché sin dai primi livelli, LittleBigPlanet 3 è abbastanza frenetico come giocabilità. Salti ultradimensionali, arrampicate, corse mentre le superfici crollano. Tutto in successione. Insomma, si ha quasi un costante senso d’ansia, per lo meno all’inizio. Una volta fatta l’abitudine, i quindici livelli che compongono la campagna principale risultano abbastanza piacevoli, ma non indimenticabili. Motivo di ciò è lo stile poco curato e a volte poco azzeccato. Se nei LittleBigPlanet precedenti curati da Media Molecule ogni livello aveva un’ambientazione specifica, in quest’ultimo capitolo gli elementi decorativi sono un po’ messi a casaccio, e spesso scarni. A tal proposito, ci ha colpito un livello in cui un panino gigante di nome Irene ci vuole rendere dei bocconcini per il suo coniglio. In sé il livello dovrebbe rappresentare una sorta di macelleria, ma a parte qualche scia rossa sui freddi metalli, non c’è granché. E i brani che fanno da sottofondo musicale non aiutano a lasciarsi coinvolgere. Spesso sono riproduzioni strumentali, a cui nemmeno si fa caso. Uno dei livelli degni di nota, in cui confessiamo di aver passato diversi secondi con il nostro Sackboy a danzare, è quello a tema Rockabilly con il brano Pink Shoelaces.
Questo è giusto un esempio, non è certo l’unico, ma è chiaro che ci sono degli alti e bassi.

La stessa grafica non mostra il salto generazionale. Nessuna rifinitura per i materiali, nessuna nuova animazione, e i livelli, appunto, risultano più scarni rispetto a quelli a cui eravamo abituati. Vi ricordate il livello della Metropoli nel primo LittleBigPlanet con l’incalzante brano dei Battles? Lì tutto esprimeva la frenesia della vita metropolitina, se ne percepiva l’essenza. Ecco, questo manca in LittleBigPlanet 3.

L’aspetto decisamente riuscito in questo terzo capitolo, è la modalità Editor e la componente online. Con LittleBigPlanet 2 sono stati realizzati 8,5 milioni di livelli, un numero destinato a crescere a dismisura grazie alle infinite possibilità  di creazioni che sono state aggiunte. Innanzitutto l’aumento dei piani di profondità che abbiamo riscontrato nella campagna principale è riproposta anche nell’Editor:  possiamo arrivare a ben sedici livelli! Inoltre potremmo realizzare gadget a nostro piacimento, e creare dei trailer introduttivi delle nostre creazioni per avvicinare gli altri giocatori. Per essere riassuntivi, la nostra fantasia non ha alcun freno. Queste infinite possibilità potrebbero intimorire i più pigri, ecco perché accanto alla campagna principale è disponibile l’Accademia Popit. Una volta entrati dovremmo superare degli enigmi usando l’Editor, imparando così i comandi essenziali per dare sfogo alla nostra creatività.

LittleBigPlanet3

[signoff icon=”quote-circled”]Dopo questa analisi, possiamo dire che LittleBigPlanet 3 è un prodotto costituito da due parti: la modalitĂ  singola e la modalitĂ  online. La prima risulta piacevole e divertente, ma non emoziona. Nonostante le ricche novitĂ  proposte, come quattro protagonisti, missioni secondarie o l’uso di gadget, la campagna principale scorre via lasciando pochi ricordi. Dall’altra parte invece abbiamo l’Editor che confluisce poi nella modalitĂ  online, e proprio qui il gioco mostra tutto il suo splendore. Allora perchĂ© abbiamo l’amaro in bocca? PerchĂ© LittleBigPlanet 3 punta principalmente tutto sul concetto di “crea e condividi”, a discapito di quello piĂą semplice di giocare, perdendo così parte della sua natura platform, che era piĂą evidente nei due capitoli precedenti, e parte della sua magia derivata da una cura particolare della modalitĂ  storia.
[/signoff]

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Lorena Rao

Lorena Rao

Cresciuta in era PlayStation, probabilmente a causa dei suoi studi (è laureata in Lettere Moderne e si è specializzata in Storia e Società) le piace analizzare qualsiasi cosa con cui ha a che fare. Datele un videogioco di cui parlare e vi farà un collegamento con la letteratura e soprattutto la storia. Capisce l'importanza culturale del mezzo videoludico, ed è per questo che nel suo piccolo cerca di trattarlo nel mondo accademico. Nel frattempo trova sfogo qui su Gamesource.it.


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