Machinarium – Recensione Machinarium

Molti giocatori ricordano con piacere, e con un pizzico di malinconia, gli anni in cui LucasArts era sinonimo di magia punta e clicca, con Zak McKraken, Grim Fandango, Monkey Island e alcune delle migliori avventure grafiche di sempre.
Il genere, nonstante la povertà in termini di grosse produzioni, è più che mai vivo nel mondo di quelle minori e indipendenti, capaci di sfoderare piccoli capolavori. Questo è il caso di Amanita Design e del suo Machinarium, avventura punta e clicca rilasciata da poco su Steam ed in versione fisica, già meritevole di un "Excellence in Visual Art" all’ultimo Independent Game Festival.

Punta e clicca

La trama è tanto semplice quanto efficace: il piccolo robot che controllerete è stato espulso dalla città assieme ad un carico di rifiuti; il vostro obiettivo primario sarà quindi tornare a casa, ma non solo, sarete chiamati a salvare la fidanzata del protagonista e addirittura sventare un attacco terroristico.

Le uniche armi a vostra disposizione saranno la capacità di aumentare e ridurre la lunghezza del proprio corpo e il vostro ingegno. Per superare le varie schermate dovrete infatti interagire con l’ambiente, risolvendo i più disparati puzzle, raccogliendo e combinando gli oggetti che potrete letteralmente inghiottire e riutilizzare in seguito. I materiali da cogliere sono pochi, evitando la possibilità di accumularli e quindi creare confusione nell’inventario.

Gli enigmi stessi non richiedono assolutamente di pensare a soluzioni strampalate combinando oggetti improbabili, sono invece piuttosto logici ed intuitivi,  legati più all’inventiva che alla ricerca ossessiva del giusto melange di elementi. Vi troverete alle prese con interruttori da attivare, guardie da distrarre ed una moltitudine di ostacoli più o meno difficili da superare.

Scaricare del cibo per attirare un cane (rigorosamente robotico) fuori dal suo nascondiglio, combinare uno sturalavandino con un fucile a molla ed un filo, poi utilizzarlo per portare il cane dal vostro lato del fiume e riconsegnarlo alla padrona che vi ricompenserà con il suo ombrello, consentendovi di attraversare una zona piovosa è solo una delle tante situazioni che sarete chiamati a risolvere.



Come fare per convincere la guardia ad abbassare il ponte?

La soluzione degli enigmi sarà spesso da ricercare attraverso più schermate collegate tra loro, interagendo con gli elementi che compongono gli scenari, obbligandovi a tornare in locazioni già viste. E se rimarrete bloccati, potrete contare sull’aiuto di due icone poste nell’angolo superiore destro dello schermo, una lampadina ed un libro.

La lampadina farà apparire una vignetta raffigurante l’obiettivo da raggiungere in quel preciso momento, mentre il libro conterrà un fumetto che illustrerà la soluzione completa dell’enigma. Per scoraggiare l’abuso del libro vi è stato posto un particolare lucchetto, aggirabile solo tramite un minigioco simile ad uno sparatutto a scorrimento, nel quale dovrete far congiungere la chiave con la serratura. Deterrente che funziona, è infatti capace di scoraggiare il giocatore dal perdere tempo col minigioco, concentrandosi invece sullo scenario.

Una questione di stile

L’intramontabile gameplay classico delle avventure grafiche, per quanto apprezzabile, non è ciò che spinge a giocare a Machinarium, così come non lo è la trama.
Il titolo è capace di rapire grazie al suo stile, al design delle ambientazioni, dei personaggi e all’atmosfera generale che riscalda il cuore, per la cura e la magia di cui è intrisa. La città appare intricata e decadente, offrendo scorci evocativi e paesaggi meccanizzati di rara bellezza. Una perla di design che strizza l’occhio al genere steampunk, richiamando produzioni quali "Il castello errante di Howl" e "Nightmare before Christmas".

Non esistono cutscene o dialoghi, il tutto è narrato tramite baloons riempiti da bozzetti, una scelta che riesce a raccontare la storia senza l’aiuto di mezzi, quali filmati. Lasciando fermo il mouse potremo assistere a dei ricordi appartenenti al nostro robottino, nei quali apprenderemo dettagli sulla sua fidanzata e sui cattivi della vicenda.

 



La cura riposta nel design delle ambientazioni le rende una gioia per gli occhi

Gli scenari, disegnati a mano, riescono a rendere perfettamente l’idea di un mondo abitato da robot, con uno stile caotico, colori smorti ed un senso di decadenza che permea il tutto. I robot stessi possiedono un’apparenza burtoniana ed assolutamente coerente con gli affascinanti toni del gioco. E a dare un ulteriore tocco di vita a questo mondo fantastico si aggiunge un comparto audio di tutto rispetto, con suoni metallici, versi, cigolii e musiche capaci di accentuare il senso di un’ambientazione in declino.

In conclusione

Una lezione di stile capace di trascinare il giocatore in una fiaba a metà tra le opere del visionario Tim Burton e Robots di Chris Wedge.
Il punto di forza dell’opera è senza dubbio l’ammirevole direzione artistica, già premiata con un "Excellence in Visual Art". L’avventura si presenta come il più classico punta e clicca, con enigmi basati sull’inventiva e mai troppo complicati. Tuttavia, chi dovesse rimanere bloccato, potrà ricorrere alle soluzioni presenti nel gioco, a patto di superare un livello, che ricorda uno sparatutto a scorrimento.

Sono comunque presenti alcuni difetti, soprattutto nell’ambito del movimento del personaggio e dell’interazione con l’ambiente. Non sarà consentito girovagare a piacimento nelle schermate, ma il protagonista potrà essere spostato solamente in precisi punti e, una volta messo in marcia, niente potrà fermarlo o deviarlo,  sarà anche possibile interagire con una quantità relativamente ristretta di oggetti, un’arma a doppio taglio.

 



La trama viene narrata tramite l’uso di fumetti

Pur essendo un titolo low budget, Machinarium spicca nel panorama indie e riesce a regalare piacevoli e nostalgiche ore, soprattutto ai fan delle avventure degli anni ’80 e ’90. Con un costo che si aggira sui 20 euro per la versione fisica, ma poco meno se comprato in versione digitale, saprà far felici gli amanti delle avventure.

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