Mana Khemia: Alchemists of Al-Revis – Recensione Mana Khemia: Alchemists of Al-Revis

Presentazione

Mana Khemia: Alchemists of Al-Revis è un gioco di ruolo prodotto dalla celeberrima casa Gust, legata negli ultimi tempi alla seconda console targata Playstation. Uscito in principio nel sol levante in pieno 2007, è stato poi portato sulle sponde occidentali quasi un intero anno dopo. La Gust, che già ha goduto di ottimi successi grazie alla saga di Atelier Iris, decide dunque di accostare quest’ultima per dedicarsi ad un genere più fresco, comunque legato al mondo dell’alchimia di cui proprio non riescono farne a meno. Una versione per Playstation Portable è stata rilasciata con l’aggiunta di deliziose chicche.

Musiche

Carine, carinissime, sono le soundtrack di questo titolo tra opening, intermezzo e soprattutto la favolosa ending theme. Cominciamo con “Run for your life” scritta e cantata dalla ninfa orientale Haruka Shimotsuki, conosciuta sì per aver già prestato la sua dote ad Atelieri Iris e Ar Tonelico, ma anche per aver composto e cantato le Ending Themes del famosissimo anime Rozen Maiden. Nei pezzi si può assaporare una dolce aria tra pad di violini e arpe e pezzi ben riusciti al pianoforte,  mescolati a toni techno e in alcuni punti da suoni divertenti. Indubbiamente un gran bel lavoro in questo campo.

Trama

I racconti vedono le avventure del protagonista Vayne Aurelius, un diciassettenne che vive da solo nelle profondità di una foresta accompagnato dal suo bel gatto nero, una creatura di pura energia mana chiamata Sulpher. Vayne è il figlio di un leggendario alchimista, Theofratus, scomparso improvvisamente in seguito al compleanno del giovane. Le cose prendono una piega più avvincente quando il nostro eroe viene invitato all’accademia per l’istruzione all’alchimia, Al-Revis, dal professor Zeppel. Qui gli vengono spiegati i particolari riguardanti le situazioni della scuola e il suo ruolo. Egli entra a far parte di un gruppo di laboratorio condotto da Flay, quello che possiamo definire il migliore della classe, ed altri due studentesse, Jess e Nikki. Il gruppo, esperimento dopo esperimento, si fa la propria fama invogliando col tempo sempre più persone ad unirsi loro. Così con il successo, però, Vayne, Flay, Jess e Nikki, vengono toccati dall’immancabile invidia di alcuni soggetti, in particolare di due studenti chiamati Tony e Renee, che, istruiti da un’entità all’inizio del gioco sconosciuta, tentano in ogni modo di sabotare e dar fastidio alla compagnia di alchimist, anche se spesso senza successo. La sorte dei sabotatori cambia quando Roxis, il figlio di una famosa casata devota all’alchimia, da loro man forte spinto da un odio verso il protagonista e suo padre..

Gameplay

Eccoci giunti alla fonte primaria del gioco, in cui l’alchimia svolge il ruolo più importanti di tutti. Grazie ad essa abbiamo la possibilità di generare dal nulla armi, equipaggiamenti, oggetti magici e quant’altro; insomma qualcosa con cui trastullarsi in allegria! Come già accaduto nei precedenti rpg della Gust, il giocatore si troverà di fronte a contesti (missioni, sottomissioni e piccole richieste da parte di npc vari) in cui saranno richiesti determinati strumenti recuperabili durante le esplorazioni, come bottino alla fine di un duello, o acquistandoli per poi sintetizzarli tra di loro. Chiaramente nessuno saprebbe dar vita ad un oggetto sconosciuto se non avesse a portata di mano una ricetta o qualcosa di simile, ed ecco allora la necessità di possedere le suddette ricette per realizzarli. Non molte altre parole andrebbero spese in questo ambito che, ad ogni modo, risulta essere il più importante del titolo. Bene o male le varie azioni e possibilità offerte rimangono al 90% simili a quelle delle saghe di Atelier Iris (soprattutto al 3) o ad Ar Tonelico, perciò, se avete provato e magari finito suddetti giochi, ve la caverete alla perfezione anche senza nessun ragguaglio particolare. Personalmente vi consiglio di farvi sotto con queste due perle, ed una volta raggiunta la sintonia con questo stile di gioco di ruolo passare a Mana Khemia per riuscire ad apprezzarlo al meglio.

Conclusione

Negli ultimi mesi circolano sempre più rpg dalla trama apocalittica e infinitamente esagerata, è bello di tanto in tanto godere di piccole varianti, anche se non capaci di ottenere una grande fama. Mana Khemia è solo l’ultimo dei figli di una madre che non vuole abbandonare la tradizione di un genere colorato, semplice e scanzonato. Magari la trama di questo titolo non brilla per innovazione, ma è tuttavia alla portata di tutti, facilissima da comprendere, addobbata da un gameplay ricchissimo e bonus nascosti che di certi non fanno mai male. Insomma, alzate la bandiera della vecchia scuola ruolistica e fatevi uno splendido regalo.

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