Martial Empires – Recensione Martial Empires

Nell’affollatissimo panorama dei giochi di ruolo online (comunemente noti come Massive Multiplayer Online Role Playing Game o MMORPG), dominato dal colosso di Blizzard che è World of Warcraft e da più timidi pretendenti, fa sempre piacere trovare alternative comunque piacevoli ai titoli appena citati, specie quando quelle alternative sono, seppur offerte gratuitamente, qualitativamente curate. E’ proprio questo il caso di Martial Empires: se a prima vista il titolo Gamigo può sembrare una scopiazzatura di Metin 2 (combo system, ambientazione), è solo a un’occhiata più approfondita che ci si può rendere conto di come questo titolo riesca a differenziarsi dalla stragrande maggioranza degli altri prodotti gratuiti.

Occhio al dettaglio

Snoccioliamo subito il comparto tecnico: il titolo vanta un buon engine grafico, non particolarmente esoso in quanto a richieste hardware, e sfoggia una grafica non da poco ma largamente customizzabile per adattarsi alle possibilità d’ognuno (a tal proposito va segnalata l’intelligente possibilità di autosettare al meglio le impostazioni tecniche per non aver problemi di lag semplicemente premendo O). I modelli poligonali non sono propriamente curatissimi, e così nemmeno l’ambiente circostante o i mob, ma la resa complessiva, vuoi per l’intelligente scelta della palette cromatica adottata, vuoi per l’insieme di cose a schermo che dipingono scenari incantevoli, è sicuramente soddisfacente.
Anche il comparto sonoro riesce a convincere: musiche evocative si alternano a temi ben più Hardcore in particolari situazioni, tutto con sorprendente fluidità e orecchiabilità: raramente un motivo verrà a bussare nel momento sbagliato, e quelli proposti sono pienamente convincenti in quanto a contributo dato nel creare un’atmosfera adatta.
Tecnicamente parlando si tratta di un mezzo miracolo per un freeware, ma non tutto è oro quel che luccica.


E il gioco?

Si suol dire che non si deve giudicare un libro dalla copertina. A ragion veduta, perchè arrivati sin qui il voto da affibbiare a questo Martial Empires sarebbe a dir poco equivalente al sopravvalutarlo.
Il sistema di combattimento si basa sulla concatenazione di combo, volta a ottenere punti esperienza aggiuntivi e particolari bonus al danno inflitto: a seconda della tipologia d’arma utilizzata (ne sono presenti tre per classe, per un totale di nove) sarà possibile scagliare attacchi di diverse entità in grado di coinvolgere anche più avversari, e incrementare quindi il proprio valore combo. Accumulando inoltre un sufficiente livello di Rage, sarà attivabile la modalità omonima, che permette per qualche secondo al nostro alter-ego di trasformarsi in una creatura demoniaca raddoppiando la quantità di danni inferti ai nemici.
Il Combo e il Rage System sono aggiunte importanti: se nel PvE influenzano relativamente l’esperienza giocosa, è nel PvP che costituiscono importanti aspetti: attivare la modalità Rage al momento giusto potrebbe salvare la pelle, ma bisogna assicurarsi di aver raggiunto un determinato valore combo per poterla sfruttare al meglio. PvP magari ancora un pò grezzo ma dunque tattico al punto giusto, graziato negli scontri dal continuo susseguirsi di Skills particolarmente coreografiche da una parte e dall’altra della barricata.


Ma veniamo alle note dolenti. Il PvE, come ampiamente dimostratoci da Blizzard, è estremamente importante: il giocatore che vuole solo il PvP ma è costretto a imbarcarsi in crociate PvE atte a concludere quest sempre uguali uccidendo nemici sempre uguali, difficilmente digerirà Martial Empires. Perchè? Perchè la precedente descrizione calza alla perfezione al gioco Gamigo: quest oltremodo ripetitive (esatto, ripetitive anche nel limite di un MMORPG), quantità d’esperienza per salire di livello a tratti veramente eccessiva, un sistema di gestione del personaggio davvero spaesante. Va fatto notare come i menù siano eccessivamente macchinosi, ridotti all’essenziale e per questo resi praticamente innavigabili. Nota negativa per le classi selezionabili: esse sono solamente tre e si differenziano l’una dall’altra per i vari "Job" adottabili per ognuna; inutile dire che si sarebbe potuto fare molto di più sotto questo punto di vista.
Fortunatamente però è stata fatta un’intelligente implementazione di carattere strumentale: ecco pronti, al servizio del giocatore che ha appena concluso una quest, i Punti Jackpot: tali punti possono appunto essere guadagnati attraverso il completamento di quest o l’uccisione di particolari nemici, e garantiscono la possibilità di "essere giocati" in un apposito menu a mò di slot machine richiamabile in qualsiasi momento: essi permettono, con un pò di fortuna, di far saltare lunghe sessione di PvE a chi, come sopra detto, non ne può sentir parlare.
Chiude un quadro complessivamente buono la presenza di una community in rapida crescita (lingua inglese preferibilmente) e la già annunciata periodicità di Eventi di vario genere.


In Conclusione

Capita a volte che un freeware sia realizzato bene. Capita a volte che non sia necessaria Valve, per realizzare quel bel freeware. Capita stavolta che a farlo è stata Gamigo: un prodotto ben confezionato, magari un pò rude sotto alcuni aspetti ma in crescita, che non mancherà di regalare ore di divertimento agli amanti del PvP armati di pazienza e volontà. L’introduzione di elementi come i punti Jackpot, la trasformazione attraverso l’accumulo di Rage e le coreografiche animazioni contribuiscono a rendere Martial Empires un prodotto per certi versi esaltante nel suo appartenere a un genere per natura lento e ragionato, e lo rendono degno, se non propriamente di mesi d’investimento, almeno di una prova.

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