Metropolis Crimes – Recensione Metropolis Crimes

Il giallo è un genere che sta conoscendo la rinascita proprio in questi anni. Nato probabilmente grazie ai racconti di Edgar Allan Poe (tra tutti spicca "i delitti della via Morgue") a metà ‘800, il genere ha conosciuto la ribalta prima grazie a Sir Arthur Conan Doyle, al quale si deve il merito di aver creato un personaggio quasi mitologico del calibro di Sherlock Holmes (la data è quella del 1887), ed in seguito a grandi romanzieri popolari come Agatha Christie e Georges Simenon (creatori rispettivamente di Hercule Poirot e miss Murple ed il commissario Maigret) . Poi, con l’avvento delle serie televisive e del cinema, il giallo è sbarcato anche sul piccolo e sul grande schermo, sancendo la fortuna di personaggi oramai famosissimi come Perry Mason e Jessica Fletcher, per poi scadere progressivamente verso metà anni 90. Ora, però, il genere sta conoscendo una seconda rinascita, anche grazie a scrittori italiani che portano il nome di Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli.

Anche il mondo dei videogiochi ha più volte attinto a piene mani dalla letteratura "gialla", spesso e volentieri compagna ideale di tipologie ludiche quasi totalmente scomparse, come le avventure grafiche (che pare stiano lentamente rinascendo). Il motivo di tale riuscitissima unione lo si deve all’essenza dell’avventura grafica, che sprona il giocatore a risolvere enigmi e puzzle complicati e ad osservare ogni minimo dettaglio, proprio come farebbe un detective. Metropolis Crime, sviluppato da Lexisnumerique e prodotto da Ubisoft, fonde avventure grafiche e giallo, presentandosi come un’avventura impregnata qua e la da elementi noir tutt’altro che trascurabili. Per osservare con i nostri occhi quanto di buono nasconde questo titolo sfoderiamo la lente d’ingrandimento e prepariamoci a seguire gli indizi.

Detective Red al vostro servizio

Com’è facile intuire dal nome del gioco, tutta la vicenda avrà come scenario fondamentale la città di Metropolis, una megalopoli cupa e devastata dal crimine, corrotta dalla malavita e affossata ancor più da un incompetente polizia cittadina. Ad introdurci in questo scenario tutt’altro che felice sarà il nostro protagonista, ossia un detective privato chiamato Red Johnson, uno dei pochi a combattere seriamente il crimine grazie al suo intuito e al suo sguardo indagatore. Egli ci verrà presentato sin da subito, assieme a tutti gli altri personaggi che, insieme a lui, compongono il mosaico di questo Metropolis Crime. Un mosaico che, anche grazie a tutto il sistema di gioco, ci guiderà per quattro indagini relativamente lunghe e complesse, solitamente affascinanti seppur poco originali.

Tutto il gioco si mostrerà come un’avventura grafica dai risvolti insoliti. Nello schermo in alto ci verrà mostrato uno speciale timer che, diviso in più sezioni, ci segnalerà il punto dell’indagine nel quale ci siamo fermati e quanto tempo ci rimane per portare a termine le nostre investigazioni. Per interagire con l’ambiente e scovare gli indizi indispensabili per acciuffare il colpevole dovremo servirci in maniera massiccia della peculiarità del DS, ossia il pennino. Sin da subito verremo iniziati al singolare sistema di comandi del gioco. Per collezionare e scovare gli indizi, importantissimi al fine di trovare il bandolo della matassa, dovremo disegnare un cerchio sullo schermo touchscreen della console che, in maniera automatica, ci farà apparire una lente di ingrandimento, con la quale ispezionare l’ambiente circostante ed interagire con esso (quando passeremo sopra determinati oggetti appariranno delle icone particolari, che ci segnaleranno il modo in cui sarà possibile interagirvi).

Appena scovato e selezionato un oggetto si passerà alla fase di esaminazione. L’oggetto scelto ci verrà mostrato in tre dimensioni e avremo la possibilità di ruotarlo o di zoomarlo con la semplice pressione del pennino (a volte l’utilizzo del pennino risulta frustrante, per via del fatto che spesso il movimento non viene captato o ci verrà chiesto di disegnare solo in una parte ben precisa dello schermo). Appena esaminato l’oggetto incriminato, dunque, si passerà alla fase del suo utilizzo, ossia dei minigiochi spesso poco interessanti nei quali bisogna svitare un tappo, premere dei tasti, soffiare via la polvere da delle bottiglie e via dicendo. L’unica vera nota positiva riguardo questi intermezzi sarà la loro elevata varietà, in grado di allontanare il timore di ripetitività e donando un gusto davvero interattivo al tutto.

Altra componente importantissima dell’indagine si rivela l’interrogatorio. Tramite i tasti dorsali del DS potremo scegliere tra i vari sospettati e, disegnando su di essi un punto interrogativo, iniziare a torchiarli per avere la loro versione dei fatti. Inizia così una sessione fatta di tre sfide, nelle quali dovremo porre al sospettato le giuste domande, scegliendole di volta in volta da una lista di tre e disegnando sullo schermo il simbolo ed esse corrispondente, risolvere alcuni enigmi, come trovare le differenze tra due immagini apparentemente identiche, oppure toccare l’interrogato quando si dimostrerà restio nel continuare il racconto. Vincere i 2/3 delle sfide presentate ci farà completare l’interrogatorio in maniera positiva. In caso contrario, avremo un numero limitato di tentativi, finiti i quali falliremo l’interrogatorio.
 
L’ultima fase della quale dovremo occuparci sarà l’analisi delle prove. Il nostro Red si chiuderà nel suo ufficio ed inizierà a collegare le varie prove che saremo riusciti a scovare sul luogo del delitto. In questo modo, ed anche consultando il taccuino (semplicemente disegnando un quadrato sullo schermo), potremo arrivare ad intuire la vera identità del colpevole. Alla fine, infatti, dovremo indicare il vero assassino tra tutti gli indiziati, e per farlo dovremo basarci su tutti gli indizi e le prove raccolte. Spesso, però, sarà davvero ostico arrivare alla conclusione logica di un caso, che a volte riusciremo a portare a termine più per fortuna che per vera abilità.

Un giallo dai toni cupi

Il comparto grafico svolge egregiamente il suo lavoro nonostante alti e bassi. Gli alti sono rappresentati sicuramente da dei fondali ottimamente dipinti, capaci di incorniciare le varie scene in maniera piacevole tanto nei luoghi chiusi quanto negli ambienti più metropolitani. Anche i modelli 3D dei vari oggetti risultano molto credibili e ben fatti, cosa che agevola non di poco l’arduo lavoro del detective. I punti negativi si riscontrano nei vari sprites presenti un po’ in tutta l’avventura. A partire dal protagonista (una versione noir del corto maltese di Hugo Pratt) sino ai comprimari e ai sospettati, lo stile scelto dai disegnatori cozza clamorosamente con l’ambientazione cupa e priva di gioia del gioco, senza contare che spesso le loro animazioni parranno fatte quasi di fretta.

Assolutamente anonimo il comparto sonoro, incapace di rimanere in testa per più di un minuto e privo di tacce. In tutto il gioco sentiremo quasi sempre i soliti due o tre motivi, alla lunga stancanti e ripetitivi.

In conclusione

Metropolis Crime si dimostra un’avventura grafica dalle ottime idee e dagli enigmi sempre vari e mai ripetitivi. Peccato che spesso i minigiochi risultino noiosi o troppo incomprensibili e che, purtroppo, alcuni comandi pecchino di immediatezza. In linea di massima, comunque, risulta un gioco riuscito, specialmente in virtù del sapiente utilizzo della console portatile Nintendo, qui adoperata in maniera saggia per immergere ancor più il giocatore.

Consigliato agli amanti dei puzzle game, delle avventure grafiche e delle storie poliziesche; gli altri potrebbero trovare il titolo sin troppo snervante.

 

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