NBA 2K13 – Recensione NBA 2K13
Michael Jordan. Chiunque sappia cosa sia una palla da basket conosce senza dubbio l’uomo che è stato la leggenda, la storia e lo spettacolo di questo sport al suo livello più alto: l’NBA. Chi è abbastanza grande da ricordare Scottie Pippen come suo fido compagno non può non avere nel cuore il rosso dei Chicago Bulls, ma come ogni leggenda, questa diventa tale quando finisce: così finisce l’era di un mito, ma come dopo Maradona è arrivato Messi (passando per Roberto Baggio), l’NBA di oggi non può di certo rimpiangere i tempi di Bird e Chamberlain: Durant, Westbrook, Rose, Griffin, Bryant, Howard, James e si potrebbe continuare per ore; la National Basketball Association non è mai stata così forte, sia a livello tecnico che atletico. La potenza esplosiva di personaggi come Griffin e James, unita all’incontenibilità di un sorprendente Russel Westbrook, per non parlare del futuro roseo che personaggi come Howard o il prematuro Davis possono regalare negli anni a venire, tutti questi sono ingredienti che rendono il basket di oggi, finalmente aperto un po’ anche all’Italia, il più spettacolare di sempre.
In questo contesto si fa ancora più forte la presenza di un appassionatissimo del basket, nonché azionista dei Brooklyn Nets, ovvero Shawn "Jay-Z" Carter. Il cantante e produttore newyorkese, infatti, ha deciso di inserirsi in prima persona nel mondo del basket videogiocato diventando Executive Producer di NBA 2K13 ed esercitando una fortissima influenza nel gioco, in primo luogo sulla sua colonna sonora.
Una nuova collaborazione che, considerando la natura facoltosa e appassionata del suo protagonista, promette sicuramente tantissimo per il brand 2K proprio quando il rivale di sempre, NBA Live di EA Sports, abbandona ancora una volta la sfida per il secondo anno consecutivo.
Tuttavia, tra essere l’unico ed essere il migliore c’è una bella differenza. Conoscendo ciò che EA Sports è riuscita a fare con FIFA, NBA Live non tarderà a tornare più forte di prima, ed è anche per questo motivo che 2K non è rimasta con le mani in mano e cerca anche quest’anno, con il suo NBA 2K13, di lasciare tutti a bocca aperta. Fate spazio alla nuova generazione.
Public Service Announcement
Gameplay spettacolare e dinamico, tante modalità, un buon comparto online e grafica di tutto rispetto. Questi sarebbero gli ingredienti essenziali per un ottimo gioco di basket, ma trovarli tutti insieme è decisamente improbabile.
Un discorso speciale merita il gameplay. Molti giochi di basket hanno sempre peccato di controlli poco precisi, di difese inesistenti, palle impossibili da rubare e penetrazioni in area simili a passeggiate nelle praterie. Quando invece si cercava di dare un senso alla fase difensiva, spesso si esagerava finendo col rendere stoppate e rimbalzi più semplici di una rimessa.
A conti fatti, nessuno è mai riuscito a riportare la natura frenetica, rapida e atletica del basket in un videogame: la difficoltà a liberarsi da una marcatura stretta, la forza necessaria a resistere (o a sferrare) impatti fisici in grado di bloccare l’azione, il tempismo perfetto indispensabile ad eseguire una stoppata contro un buon tiro. Movimenti in post, finte, tiri in gancio o in caduta sono sempre state opzioni inesistenti o al contrario troppo semplici; quindi, per quanto ci si possa esser divertiti a vincere l’anello con la propria squadra del cuore, nessun gioco è riuscito mai ad essere realistico.
Fino ad ora.
NBA 2K13 è IL gioco di basket: la fisica dei movimenti e degli impatti, il sorprendente equilibrio tra fase difensiva e offensiva, l’influenza che le singole abilità riescono ad avere sulla partita, la difficoltà di liberarsi del marcatore o di seguire il proprio avversario, la tecnica nel palleggio, le finte, il tempismo nel tiro o nella stoppata, l’importanza di blocchi e di assist ben fatti, la spettacolarità di un’azione ben manovrata e conclusa con un gran tiro.
NBA2K13 ha tutto questo, davvero tutto, realizzato bene, con la giusta intuitività e difficoltà dei controlli, con il giusto equilibrio, con una dinamicità e un realismo mai visti prima. Videogiocare a basket non è mai stato così bello, impegnativo e soddisfacente: si suda, ma se si inizia a diventare bravi le soddisfazioni arrivano in gran quantità. Certo, non mancano combinazioni nelle quali inspiegabilmente non si riesce a difendere/attaccare come si vorrebbe, ma si tratta di situazione davvero rare che in mezzo a tutto questo spettacolo passano inosservate.
NBA come FIFA
Trovare paragoni tra il titolo 2K e la simulazione calcistica firmata FIFA è più facile che bere un bicchier d’acqua: alcune modalità e funzionalità sono praticamente identiche, altre chiaramente ispirate, ma considerando la produzione in contemporanea dei due titoli si può dire che quanto si vede in NBA 2K13 sia farina del sacco di 2K.
Essere simili a FIFA, comunque, non può che significare che questo NBA ha tutte le carte in regola per essere un gran gioco.
La prima piacevole sorpresa viene regalata da 2K Updates, una funzionalità che aggiorna costantemente i dati di squadre, giocatori, leghe, campi, divise, scarpe e molto altro direttamente all’avvio del gioco se si è connessi ad internet, il tutto in maniera completamente gratuita. Legata a questa c’è NBA Today, ovvero il Match Day con le partite più “calde” della giornata riportate sul videogioco per poterne decidere (o cambiare) le sorti comodamente seduti sul divano.
Molta attenzione viene concessa anche a creazione e personalizzazione, soprattutto a quella del proprio giocatore creato, con la possibilità non solo di decidere aspetto fisico e caratteristiche, ma persino scarpe, abbigliamenti e pose da avere, dentro e fuori dal campo. Sulle scarpe poi si ha una vastissima scelta, nonché la possibilità di creare le proprie con un editor piuttosto completo.
Una volta scelto il proprio alter ego virtuale è possibile iniziare La Mia Carriera, modalità principale del gioco che nulla ha da invidiare alla “Diventa un Mito” PESsiana, con tanto di partita d’esordio, colloqui pre-draft, draft e da lì scalata verso il successo.
Non solo partite e attributi da migliorare però, ma tutta una serie di opzioni che rendono i giorni precedenti e successivi ad una partita più importanti dello stesso match: come una vera star sotto i riflettori, il proprio giocatore deve curare anche la sua immagine, assicurandosi di sapere cosa scrivono i giornalisti e i suoi fan sui social media. Importante è anche l’affinità con i compagni, che non solo dipende dalla “Valutazione Compagno” (un voto basato su quanto si è utili per la squadra) ottenuta nei vari match, ma anche dalle proprie dichiarazioni in sala stampa e da gesti come offrire la cena ai propri compagni o organizzare un incontro tra giocatori nella propria villa; eventi che, però, costano preziosi Punti Abilità: meglio quindi diventare più forti o farsi voler bene da compagni e fan?
La propria influenza sulla squadra si traduce poi anche in un peso decisionale quando si decide di incontrare il GM: che si tratti del proprio contratto e ruolo in squadra o dell’operato dell’allenatore, se si è dei novellini non si riesce ad ottenere molto, e viceversa quando invece si hanno compagni, fan e risultati in pugno.
Simile a questa è anche la modalità NBA: Creazione di una Leggenda, dove però l’obiettivo si limita a scegliere un giocatore reale e a farlo diventare il migliore in assoluto, sino ad entrare nella hall of fame.
Per quelli che invece desiderano avere il controllo dell’intera squadra c’è solo l’imbarazzo della scelta: con Associazione si ha addirittura la gestione del mercato, con la possibilità di fare scambi, partecipare al draft annuale, ingaggiare i free agent e decidere gli allenamenti settimanali, ovvero tutto quanto possa essere necessario a vincere partite e lega; i meno accaniti invece possono dedicarsi ad una stagione semplice, nella quale gli scambi possono essere completati a proprio piacimento, creando addirittura una squadra di All Stars prima ancora di giocare il primo match, se lo si desidera.
Non manca poi Blacktop, le classiche sfide di strada da 1 vs 1 a 5 vs 5, con tutta la spettacolarità e l’atmosfera che le accompagna, ma chi vuole provare veramente qualcosa di nuovo non può non dedicarsi a My Team.
My Team non è altro che il fantabasket, o per continuare il paragone con FIFA, la Ultimate Team. Si ottengono dei pacchetti con all’interno giocatori e carte speciali (come schemi, arene dove giocare, divise ecc…), ogni giocatore ha un suo valore (variabile a seconda delle prestazioni reali) e può essere schierato o venduto per acquistarne di nuovi. L’obiettivo è ovviamente quello di realizzare il team dei propri sogni, ma come nella realtà, bisogna fare i conti con la sostenibilità economica di questi sogni e dunque diventa difficile avere tutte le star dell’NBA nel proprio roster, ma anzi diventa indispensabile fare buona economia per poter pagare i propri giocatori senza finire sul lastrico. Per acquistare e vendere bisogna guadagnare VC giocando, sia nella modalità offline Exhibition Games che nella online Road To Playoffs, in tutto simile alle “Stagioni” di FIFA: dodici match a disposizione, tre da vincere per poter avanzare di “Seed” sino a raggiungere quello più alto ottenendo via via premi più importanti. Una modalità interessante soprattutto per chi ama gli aspetti manageriali, senza dimenticarne l’integrazione per iOS e Android con l’app MyNBA2K in grado di far guadagnare altri VC con alcuni minigiochi.
Connessione al server
Ma allora cosa c’è che non va in questo NBA 2K13? L’online. Non inteso come partite o modalità, ma solo come connessione. A quanto pare i server non sono all’altezza dell’intera produzione, e non capita raramente di dover rinunciare ad alcune opzioni online delle singole modalità perchè “la connessione al server non è stata stabilita” e risulta impossibile salvare i propri progressi direttamente nei server 2K. Questo limita di gran lunga la raccolta dei VC (che vengono sostituiti dai meno versatili PA) ma anche l’integrazione con le app. Nel caso dell’Associazione online, poi, impedisce proprio di accedere alla modalità.
Una pecca che stona considerando la cura e l’impegno con i quali tutto il gioco è stato realizzato, e in alcuni si rivela abbastanza fastidiosa, ma gameplay e divertimento ne vengono intaccati solo in alcuni casi e si spera che tutto possa essere ristabilito con futuri aggiornamenti.
È l’anno buono
Questa volta sembra che ci sia tutto: gameplay eccellente, tecnicamente di alto livello, tantissime modalità e personalizzabile in ogni minimo dettaglio. Gli aggiornamenti continui poi lo rendono in costante evoluzione, e allo stesso tempo evitano di ritrovarsi con un titolo già vecchio dopo solo qualche mese.
Insomma, se si è appassionati di basket e videogiochi NBA 2K13 deve far parte della propria collezione, così come FIFA per i calciofili: e questa volta il livello è lo stesso, se non superiore, e non bisogna più doversi accontentare.
Questo è l’anno buono: NBA Jam rimarrà per sempre nei nostri cuori, ma adesso fate spazio alla nuova generazione.