NeverDead – Recensione NeverDead
Allo scorso E3 fu presentato il trailer di un nuovo gioco della Konami, che sembrava essere estremamente interessante. NeverDead presentava gli elementi di un action/sparatutto dal protagonista immortale, che avrebbe sfruttato la sua vita eterna per battersi ed esplorare in maniere assolutamente non convenzionali. Da allora non se ne è sentito praticamente più nulla, finché, proprio ora, non è uscito nei negozi, in maniera abbastanza tacita e timida.
Sarà un titolo da fiondarsi a comprare, considerando anche che si scontra con titoli come Final Fantasy XIII-2, Soul Calibur 5, e Metal Gear Solid HD Collection, che escono nello stesso giorno?
Passato e Presente
Non appena inizieremo la nostra partita, ci ritroveremo fiondati in una battaglia mortale in un passato fantasy dove un giovane, Bryce Boltzmann, e la sua bella e magica moglie Cypher, si battono strenuamente contro l’autoproclamatasi Duca dei Demoni, Sangria. Il giovane cacciatore di demoni sembra essere un esperto combattente, e il mondo che ci circonda ci catturerà subito per la sua particolarità. Ma il tutto dura un mero istante, il tempo di un veloce tutorial su come maneggiare le nostre due pistole ed eccoci catapultati 500 anni dopo, in un presente agli antipodi di ciò che avevamo visto finora: un presente grigio, deprimente, il nostro. Bryce è molto cambiato da allora, il suo essere immortale lo ha segnato profondamente; non è il più il giovane Bryce eroico, ora è una rozza macchina da guerra piena di cicatrici e noia. Lascia scorrere la sua vita immortale senza risolvere nulla per se stesso, vivendo in una bettola e facendo quello che ha sempre fatto: il cacciatore di demoni, solo che stavolta non li caccia per dar sfogo al suo animo eroico, ma lo fa per denaro, al soldo dell’organizzazione NADA, che protegge il paese dai demoni. La sua partner, Arcadia Maximille, lo comanda a bacchetta nei loro raid contro le forze del male, durante i quali incontreranno anche la fastidiosissima Nikki, ragazzina viziata e convinta di essere una star dello spettacolo, che si aggiungerà ad Arcadia come peso morto da proteggere.
Ma nonostante le battute e gli scherzi, Bryce è più un guscio vuoto, con la mente alla sua donna uccisa dal re dei demoni, Astaroth, e rassegnato alla sua maledizione eterna.
Io non morirò.
Lo stile di gioco di NeverDead è all’apparenza quello di molti action game. Un 90% di botte da orbi contro orde di mostri, e il restante 10% dedicato a esplorazione e puzzle. Parliamo quindi, innanzitutto, delle sessioni che saranno più presenti in assoluto: quelle del combattimento.
Potremo decidere di sfidare i demoni in due modalità differenti, cambiabili velocemente tramite la pressione del pulsante Triangolo: armi da fuoco o spada. Le armi da fuoco che potremo impugnare sono due allo stesso tempo, inizialmente due pistole, che diventeranno poi altre armi man mano che le otterremo, come mitra, fucili, e così via. Naturalmente la potenza di fuoco non è l’unica cosa a cambiare, ma dovremo tener conto anche della cadenza, ma soprattutto dei proiettili, limitati in questo titolo, e che dovremo quindi ripristinare trovandoli sparsi per i vari livelli. In ogni caso, sparare ai nemici non è affatto cosa semplice come di solito accade: non abbiamo una mira automatica, e, muovendoci, il mirino si dividerà in due, ad indicare che i proiettili potranno andare a colpire in un area piuttosto ampia e quindi con scarsa affidabilità. L’unica maniera di essere precisi con le armi da fuoco è quella di rimanere fermi in un punto, e attendere qualche attimo che il mirino torni "unico".
Passare invece in modalità "spada" premia molto di più che usare le armi da fuoco: usando lo stick destro per determinare la direzione dei colpi inferti, alla Monster Hunter, la spada di Bryce può infliggere ingenti danni a tutti i nemici che ci sono nelle immediate vicinanze, naturalmente con l’unico malus di essere quindi completamente scoperti agli attacchi nemici, che potremo evitare solamente utilizzando con riflessi e maestria la capriola con il pulsante Cerchio. Naturalmente, anche se il semplice colpire a casaccio e velocemente è il metodo che più probabilmente andrete a usare in mezzo alle risse, c’è anche una componente strategica: menando fendenti con il giusto tempismo, infatti, i nostri colpi diverranno via via più potenti nella stessa combo, premiando così anche un gioco calcolato piuttosto che un semplice button mashing.
Vediamo ora però cosa comporta il nostro essere immortali. Innanzitutto non sarà presente nessuna barra della vita, no, nulla di simile, poiché, una volta colpiti dai potenti attacchi dei demoni, verremo smembrati. Perderemo un braccio, magari una gamba, ma lo scenario più facile a verificarsi è quello in cui il nostro corpo verrà fatto letteralmente a pezzi, facendoci rimanere una semplice testa rotolante. Mentre siamo in questo stato possiamo muoverci, appunto, rotolando, o effettuando un piccolo dash premendo in su sulla croce direzionale. Il nostro scopo a questo punto è recuperare il nostro corpo: possiamo quindi rotolare verso i nostri arti e il nostro torso, tentando di recuperare ciò che ci manca, oppure attendere un determinato periodo di tempo per far caricare una barra che, quando sarà piena, ci permetterà di rigenerare completamente il nostro corpo con la pressione del pulsante L3. Recuperare, comunque, arti o torso durante il caricamento della barra, ne velocizzerà il riempimento, permettendoci una rigenerazione più veloce; in alternativa, potremo cercare per la stanza in cui ci troviamo delle speciali pozioni dalle quali esce un serpente spiritico, che, ingurgitate, riempiranno all’istante la barra della rigenerazione. Ma se siamo immortali e nulla può nuocerci, a cosa ci serve sbrigarci a recuperare il nostro corpo? Beh, la schermata del Game Over esiste, e può arrivare in due diversi modi che ci costringeranno a recuperare sempre i nostri arti il prima possibile: il primo modo in cui possiamo perdere è la morte della nostra partner, che, al contrario nostro, può essere uccisa. Nel caso finisse incapacitata, rimarrà a terra con una icona a indicare il suo stato morente, e noi dovremo (completi di corpo) arrivare fino a lei per prestarle un po’ del nostro sangue usando il tasto quadrato e riportarla alla vita. Se non arrivassimo da lei in tempo, il tutto risulterà nella sua morte definitiva e nel nostro Game Over. Ma il secondo modo in cui possiamo perdere la partita è senza dubbio il più frustrante. I vari scenari del gioco, durante i combattimenti, pulluleranno sempre di piccole creaturine sferiche rotolanti chiamate Grandbabies; inutile ucciderli, torneranno all’infinito. Beh, queste creaturine non ci attaccheranno, sono assolutamente indifese, tanto varrebbe non preoccuparsene, almeno fino a quando non ci accorgiamo che diverranno una minaccia nel momento in cui verremo smembrati. Quando rimarremo solo con la nostra testa, infatti, i Grandbabies ci daranno la caccia, e a meno che non recuperiamo come minimo il torso, ci "risucchieranno" letteralmente la testa, dando vita a un QTE improvviso. Dovremo premere il pulsante X al momento esatto in cui due barre si sovrappongono (e non è cosa semplice). Un successo risulterà nella nostra salvezza e in un caricamento immediato della barra della rigenerazione, mentre un fallimento significherà che rimarremo per sempre nello stomaco del demone, e quindi un Game Over.
La nostra immortalità può venire sfruttata comunque anche in altri modi a parte il "restare vivi". Potremo infatti decidere di staccarci le braccia o addirittura la testa di nostra spontanea volontà e poi lanciarli via. Lanciare via le braccia può servire a distrarre i Puppies, demoni cane che a quanto pare amano molto giocare al riporto, mentre lanciare la testa ci permetterà di raggiungere aree rialzate altrimenti irraggiungibili, o di passare attraverso stretti condotti per raggiungere nuove aree. Potremo anche sfruttare elementi esterni per potenziare noi stessi senza rischiare la morte come invece sarebbe normalmente: ad esempio possiamo darci fuoco se siamo in presenza di fiamme per illuminare zone buie o dar fuoco ai nemici circostanti, o magari elettrizzarci prendendo in mano dei cavi elettrici e colpire i nostri avversari con colpi elementali, sempre se abbiamo prima comprato l’abilità necessaria. Sì, perché il nostro Bryce potrà essere potenziato tramite l’acquisto di speciali abilità (la cui lista si allungherà man mano che terminiamo i livelli) in cambio di punti esperienza, acquisibili uccidendo nemici o raccogliendo dei collezionabili appositi sparsi per le aree di gioco. Sebbene l’esperienza sia facilmente farmabile, grazie al fatto che molto spesso compariranno nei livelli dei Womb, cioè delle grosse bocche da cui usciranno nemici in maniera illimitata e che non ci permetteranno di proseguire finché non li distruggiamo, il numero di abilità che Bryce può equipaggiare è piuttosto limitato, quindi dovremo anche fare delle scelte strategiche.
Spacco tutto. Ma tutto.
Graficamente il titolo ha alti e bassi: nonostante ci siano dei buoni modelli per i personaggi scopriremo poi che invece gli ambienti non sono stati riprodotti con la medesima cura, i movimenti di Bryce sono spesso macchinosi, come dei salti che ricordano quasi quelli di Oblivion giocato in terza persona, e glitch grafici come casse che rimangono magicamente sospese a mezz’aria. Gli ambienti sono in ogni caso quasi completamente distruggibili, sia con colpi di spada che di armi da fuoco potremo spaccare muri, colonne e quant’altro, facendo anche in modo che i detriti in caduta feriscano i nemici circostanti. L’audio presenta un buon doppiaggio inglese e una colonna sonora composta dai Megadeth, che però non si può certo definire un capolavoro che rimane nelle menti più di qualche minuto. La longevità, nel semplice finire il gioco, si attesta sulle 8-10 ore sparse in 9 livelli differenti, ma il gameplay che nelle prime fasi può sembrare interessante, si rivela ben presto monotono, soprattutto a causa di una storia vuota, quasi inesistente, e che ci fa affezionare molto più alle scene di flashback del giovane Bryce piuttosto che a quelle nel presente.
Arcadia si sente coraggiosa. Tanto ci siamo noi a resuscitarla
In conclusione
NeverDead è un gioco che aveva enormi potenzialità. Un antieroe immortale, che poteva avere una mente chissà quanto complessa ma che invece si rivela essere un guscio vuoto. Un sistema di gioco interessante, ma sviluppato in maniera noiosa e ripetitiva. Nemici che variano ben poco, e possibilità di Game Over improvvisi dettati soprattutto dalla sfortuna piuttosto che dalle proprie capacità. NeverDead non è un fallimento totale, ma di certo non il gran gioco che poteva essere. Un peccato, un vero esempio di occasione sprecata. Buon titolo per divertirsi qualche ora, ma il cui ricordo svanirà presto dalla mente del giocatore.