Osmos – Recensione Osmos

Ormai vedere giochi indie di eccezionale qualità non è più una sorpresa. Gli sviluppatori emergenti sono sempre di più e spesso offrono delle meccaniche semplicissime nel concetto, ma estremamente complesse messe in pratica in certi contesti. Ultimamente abbiamo visto diversi titoli, approdare soprattutto su PC, ma anche su WiiWare, PSN e XBLA, di qualità eccezionale: basti citare Machinarium, Braid, LostWinds, il più recente Limbo o il grande Super meat boy. Insomma, ad aggiungersi a questa lista di titoli arriva anche un piccolo capolavoro sviluppato da Hemisphere games: Osmos, un puzzle particolarissimo.

L’assorbimento per osmosi

Il gioco si apre con una frase molto famosa: ad ogni azione corrisponde sempre una reazione uguale o contraria. Partendo da questa famosissima citazione di Isaac Newton, gli sviluppatori vi hanno costruito sopra l’intero concept del gioco, che grazie a un utilizzo eccellente della fisica è riuscito a ricreare un’esperienza eccezionale. In questo particolare puzzle game si "impersona" una cellula, che sfruttando il processo di osmosi assorbe le particelle più piccole per divenire sempre più grande, ovviamente guidata dall’utente attraverso il cursore del mouse. Questo dello spostamento è però un discorso ben più ampio di quel che si pensi: il microrganismo che viene guidato dall’utente si muove puntando il mouse non nella direzione in cui si vuole procedere, ma in quella opposta, questo perchè la direzione in cui viene puntato il cursore è dove viene "sparata" una piccola particella della cellula stessa; quindi, muovendosi, la dimensione della sfera organica guidata diminuisce. Diventa di vitale importanza dosare ogni colpo sparato per non trovarsi poi in difficoltà quando bisogna assorbire un’altra particella: in alcune occasioni, soprattutto all’inizio, molto spesso ci si trova in situazioni poco piacevoli perchè, per andare ad assorbire una particella lontana, non si dosa bene il movimento e quindi ci si ritrova più piccoli della sfera che doveva soccombere.

La selezione naturale

L’obiettivo principale, che accomuna ogni livello, è proprio quello di divenire il più grande, anche se ci sono varianti dove bisogna assorbire una determinata cellula distinta da un colore diverso (di solito verde) dotata di intelligenza artificiale e quindi in grado di muoversi autonomamente. Tutte le altre cellule (di colore blu se possono essere assorbite, rosse se questo non è possibile) sono soggette al nostro comportamento e alle nostre azioni: in alcune occasioni ci si trova praticamente in mezzo a giganti, con particelle che non possono assolutamente essere assorbite per via delle notevoli dimensioni, ma procedendo lentamente, e sfruttando le piccole particelle utilizzate per muoversi, è possibile uscire da situazioni poco piacevoli e inizialmente impossibili, almeno in apparenza, da risolvere. Quel che rende davvero incredibile Osmos, oltre al geniale concept, è senza dubbio l’eccezionale cura riposta nel bilanciamento del gameplay, completamente privo di sbavature. L’unico problema riscontrabile è la ripetitività insita nel concept: nonostante siano presenti tre tipologie di livelli distinti dal colore nel menù di selezione (divenire il più grande [blu], assorbire una determinata cellula [verde] e divenire il più grande in un livello nel quale c’è in ballo la forza di gravità, del quale parleremo tra poco [rosso]) il gioco risulta alla lunga ripetitivo, contando anche che la longevità è altissima (nuovi livelli possono essere creati anche casualmente).

La gravitazione universale

Una grande mano al gameplay l’ha data, come detto, l’eccellente fisica, che entra ancora più in gioco nei livelli dove c’è un nucleo gravitazionale attorno al quale è costretta a girare la cellula controllata. In questa occasione è davvero palese il grandissimo bilanciamento e la grande cura riposta dagli sviluppatori: basta osservare come si muovono tutte le varie particelle, ognuna delle quali con un’orbita diversa, e, a seconda delle sollecitazioni del giocatore, cambia in maniera precisa sia l’orbita del giocatore stesso che quella delle altre cellule. Insomma, sicuramente eccezionale la qualità di questo titolo, con un comparto tecnico semplicissimo, ma curato e, se vogliamo, ricercato nello stile. Il gioco gira anche su computer vecchi e il comparto sonoro è senza dubbio piacevolissimo, con musiche che immergono il giocatore nel ritmo che impone il gioco.

Commento

Osmos è un puzzle game particolare, un’esperienza unica e assolutamente stimolante, un gioco  lento, riflessivo e complesso nella sua semplice struttura. Un omaggio agli appassionati del puzzle game e la prova di forza di una piccola software house come Hemisphere games, che sfruttando un concept geniale ha sfornato un gioiellino di game design. Una gemma rara e preziosissima che tutti gli amanti del genere dovrebbero perlomeno provare.

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