Overlord II – Recensione Overlord II

Malvagio è meglio

Le favole sono un’utopia fatta di fate, folletti, lupi cattivi e streghe gobbe e vecchie. In ogni fiaba, in ogni racconto fantastico, non importa quanto il cattivo sia perfido, forte e determinato, egli perderà sempre ed il bene alla fine trionferà (e vivrà felice e contento per l’eternità). Magari fosse così anche la vita. Ma poi, in fondo, chi ci pensa ai cattivi? Sempre perdenti e sempre mal visti, questi poveri cattivoni sanno un po’ di emarginati. Ed ecco dunque che la figura del malvagio viene riabilitata e, soprattutto in questi ultimi tempi, tanti cattivi d’eccezione diventano protagonisti eccezionali di altrettante eccezionali pellicole, o libri, fumetti, e perché no, videogiochi. Abbiamo avuto esempi di primordine in titoli come GTA, votato alla malavita e alla "sana " pratica del furto d’auto, e in Overlord, fusione tra un action ed uno strategico in tempo reale dove il giocatore vestiva i panni di un muscolo e perfido signore del male.
Ora, dopo aver accennato a quell’Overlord che non riuscì a brillare mai veramente pur presentando spunti davvero interessanti, siamo qui per parlare in maniera specifica del suo seguito, ossia Overlord II, presente su Xbox 360, Playstation 3 e PC. Riuscirà questo secondo capitolo a migliorare gli spunti del predecessore e a tapparne i buchi? Per saperlo non vi resta che continuare a leggere.
 


Cattivo sangue non mente

Dopo la morte del loro perfido sire, i servienti sono rimasti senza un guida e senza un dittatore in grado di sottometterli. Ecco così che, trovato un bimbo in fasce dotato di ancora sopiti poteri magici, essi decidono di prenderlo tra le loro file per farne in futuro il loro signore e padrone. Inizia così una trama fatta di gag folli e umorismo nero, dove il nostro piccolo sire diventa velocemente un provetto padrone dell’oscurità. Peccato che durante questi anni di sopita malvagità sia nato nel mondo un impero forte e stabile, sorretto dagli uomini.
Un impero, dicevamo, sorretto dagli uomini e ispirato nemmeno velatamente ai fasti del fu impero romano. Tra centurioni, colossei ed imperatori con tanto di corona d’alloro, il sire oscuro dovrà destreggiarsi in maniera impeccabile e riconquistare tutto quello che era in mano al primo malvagio sire, e non solo, ma molto di più. Peccato che l’impero non sia il solo ostacolo alla conquista di un regno di terrore e devastazione, visto che il reame degli elfi, fatto di personaggi a metà tra un religioso Rasta (con tanto di Dread e cappello giamaicano) ed un fanatico ambientalista protettore di tutti gli animali morbidosi e pelosi, si intrometterà spesso e tenterà di porre fine alle mire di conquista del rinato Overlord.
Non una trama profonda dunque, ma costellata qua e la da spunti tremendamente comici e velata da un umorismo nero tutt’altro che banale o scontato. Per il resto, comunque, si attesta come un semplice contorno atto ad immergere il giocatore nelle meccaniche di gioco.

All’attacco, miei immondi servienti!

Dopo un lungo ed intenso tutorial iniziale, che ci metterà al corrente dei tasti e delle possibilità intrinseche di questo Overlord II, saremo finalmente pronti per dar fuoco alle polveri ed incominciare la nostra scalata verso un impero di terrore e malvagità. Capiremo sin da subito che il modo migliore per camminare tra le lande di Overlord II sarà farlo seguiti da un vasto esercito di servienti. Questi servienti, presenti in gran numero e di quattro colori distinti (marroni, rossi, verdi e blu) saranno indispensabili in una vasta gamma di operazioni. Con loro sarà possibile attaccare una vastità impressionante di nemici, altrimenti per noi soverchianti, e diverranno accessibili piccole stradine che, data la mole della nostra protesi virtuale, sarebbero altresì impossibili da percorrere. Ed inoltre i servienti saranno in grado di svolgere egregiamente tutti i lavori più umili e noiosi, senza contare che il diverso colore del quale saranno pitturati donerà loro abilità totalmente differenti ma ugualmente utili: i marroni saranno ottimi combattenti corpo a corpo; i rossi avranno dalla loro la padronanza delle fiamme e la possibilità di colpire a distanza con fiotti di fuoco; i blu potranno sia nuotare che curare se stessi e i loro alleati; i verdi saranno abilissimi nelle foreste e negli attacchi furtivi alle spalle. Naturalmente, non solo dovremo essere in grado di comandare senza errori il nostro esercito di mostriciattoli, ma dovremo anche saper sfruttare le caratteristiche specifiche di ognuno di loro, sia per uscire vittoriosi da uno scontro, sia per destreggiarci tra qualche level design votato all’enigma e al lavoro mentale. Niente di preoccupante comunque, poiché i pochi puzzle game presenti saranno decisamente semplicistici, ma sarà lo stesso un bene saper usare al massimo i nostri subordinati. Fino a qui dunque nulla di diverso rispetto al predecessore. Le novità iniziano ora.
 


Niente di più odioso che un elfo con i dread!

Per la prima volta in Overlord avremo la possibilità di abbandonare per un attimo le vesti da signore del male e prendere il controllo di un serviente. In questi panni desueti potremo entrare in luoghi altrimenti inviolabili, sempre seguiti dall’esercito di mostriciattoli. Cosa gradita dunque, alla quale si aggiunge la nuovissima possibilità di far cavalcare ai nostri schiavetti lupi od altre creature prettamente "malvagie" (almeno nelle fiabe, intendiamoci), capaci di accrescere loro la capacità offensiva, e di assegnare ad ogni serviente una postazione fissa (come ad esempio una balestra) utilissima per pattugliare e colpire dalla distanza nemici temibili.
Il resto è rimasto invariato rispetto al passato. Come una fusione tra un action ed uno strategico (il rimando a Pikmin pare molto adeguato), comanderemo il nostro esercito indirettamente, poiché vestiremo i panni del signore del male. Ai comandi di un colosso muscoloso e minaccioso, ossia l’Overlord, potremo muoverci come qualsiasi action con una visuale in terza persona (e qui a volte le telecamere potrebbero risultare fastidiose), usare una possente massa per attaccare (cosa sconsigliabile, vista la lentezza e la poca varietà delle combo, sempre le stesse) oppure abbandonarci all’uso delle magie. Proprio le magie, sia che si tratti di saette utili per attaccare che di altri incanti, saranno l’arma migliore nelle mani del nostro signore del male. Una tra tante, ad esempio, permetterà di soggiogare servitori umani, utilissimi per ingrossare le file del nostro esercito.
Poche novità dunque, e tutte non proprio succosissime, che faranno da apripista per un gameplay che, pur somigliando ad un action, rimarrà decisamente più strategico e lento, devoto al ragionamento che non all’azione pura e semplice. Per il resto, non avremo che da avanzare per lande che, se pur ben disegnate, vedranno scontri alla lunga ripetitivi e monotoni dove, tra mostri, elfi giamaicani e l’onnipresente impero con i suoi centurioni, le prospettive di gioco non saranno poi così varie.
In linea di massima, dunque, il gioco rimane fin troppo legato al passato, forse un po’ più vario rispetto al predecessore, ma comunque incapace di offrire un gameplay slegato totalmente dall’idea di monotonia. Nonostante tutto, e nonostante i palesi difetti, il gioco si dimostra profondo e divertente, sicuramente da provare almeno una volta.

I colori del male

Dal punto di vista visivo questo Overlord II pare aver fatto qualche passo in avanti rispetto al predecessore. Quella che ci troviamo davanti è una grafica pulitissima e colorata, nonché capace di sollevare un atmosfera dai toni fiabeschi ed irreali, un po’ alla Fable per intenderci. Anche da un lato puramente tecnico il titolo riesce a dimostrarsi all’altezza delle aspettative: tra ottime texture e modelli poligonali ben disegnati, ai quali si aggiungono effetti particellari piacevoli ed animazioni ben fatte, ecco che il mondo di Overlord riesce ad incantare. Il merito pare comunque essere insito anche nel particolare design che, dai mostri ai nostri servienti, passando per gli scenari, fonderà sapientemente uno stile cartoon con un approccio a tratti un po’ più realistico. Il risultato, come dicevamo, è un universo colorato e magico. Peccato per la poca varietà degli scenari che, seppur ben disegnati, non brilleranno certo per originalità, essendo spesso e volentieri pochi e ripetuti.
Il discorso non cambia nemmeno quando scendiamo nell’ambito del sonoro. Anche qui, infatti, la qualità rimarrà alta. Ottime musiche orchestrali e sottofondi sempre azzeccati riusciranno a tenere sempre alta la nostra attenzione uditiva. Peccato per il doppiaggio italiano, sin troppo banale e sotto tono. Ci si chiede se i nostri doppiatori riusciranno per una buona volta a mantenere un livello qualitativo standard, invece che abbandonarsi ad alti e bassi (basti pensare ai fasti di Mass Effect o alla pessima perfomance di Blue Dragon).
 


Avanti miei immondi, alla conquista del mondo!

 


In conclusione

Se è vero che Overlord II non si dimostra un capolavoro, soprattutto per i difetti dovuti alla sua ripetitività estrema, che alla lunga potrà stancare il giocatore, e alle poche novità implementate, è vero anche che rimane un titolo capace di divertire, sia in virtù di un gameplay comunque accattivante, sia per la sua dose magica di umorismo e cattiveria.
In fin dei conti, dunque, Overlord II rimane un ottimo titolo. Se avete amato il primo, ebbene, potete benissimo prendere questo seguito ad occhi chiusi. Se siete all’oscuro della tipologia di gioco, allora sarebbe meglio provarlo prima di prendere in considerazione l’acquisto. Se ancora, invece, non avete amato il primo Overlord, allora potete benissimo lasciare questo seguito sullo scaffale e puntare ad altro.

 

Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche

Lascia un commento