Praetorians – Praetorians

Le Province danno nuova vita all’Impero Romano

Forse, per molti, il nome Pyro Studios viene accostato solo ed esclusivamente a quello della saga di Commandos, ma a qualcuno non sarà sfuggito un titolo che, seppur non diventato mainstream, ha riscosso un discreto successo nell’affollato mondo degli RTS ad impronta storica. Cercando di edificare un buon gioco sfruttando le basi gettate da Age of Empires, considerato uno dei capisaldi del genere, e cavalcando l’onda insieme ai più recenti Age of Mythology e Rise of Nations, l’inglese Eidos decide di investire un consistente budget in questa produzione in collaborazione con la già citata spagnola Pyro.

Praetorians sbarca in esclusiva sui pc di tutto il mondo a partire dal 2003, rendendo omaggio all’Impero Romano e a Giulio Cesare, alle cui gesta, senza troppi fronzoli, il gioco si ispira palesemente. Il giocatore, infatti, si ritroverà a vestire gli scomodi panni di un comandante delle legioni romane che lasciano l’Italia per conquistare territori e fama in Africa e oltralpe, spingendosi fin oltre la Manica. Saranno necessarie ben ventiquattro missioni per far sì che la gloria dell’Imperatore, a cui abbiamo giurato fedeltà, possa raggiungere gli estremi del mondo conosciuto.
La prima cosa che salta subito all’occhio è la totale assenza del comparto economico che, solitamente, la fa da padrona in giochi del genere: non sarà necessario, quindi, preoccuparsi di accumulare alcun tipo di risorse. La strategia militare sarà l’unica cosa di cui ci si dovrà occupare, dovendo ragionare su ogni singola mossa e studiando alla perfezione il territorio prima di far avanzare le truppe verso adrenaliniche battaglie. Fortunatamente vengono in soccorso del neocomandante i tutorial delle prime quattro missioni, che spiegheranno al meglio le già semplici ed intuitive meccaniche del gioco; verranno presentate le dodici unità disponibili, ognuna con le proprie peculiarità, verranno spiegate le tattiche basilari da poter utilizzare, le principali differenze tra l’esploratore con falco e con lupo, e il modo in cui si possa conquistare un villaggio nemico per accrescere la popolazione massima a disposizione, oltre ai punti onore (unici due veri parametri di cui tener conto per dar vita al vostro esercito).

Stando qui inizia la mia rovina, venendo là inizia quella degli altri

Mai citazione di Cesare risulta più adatta per il compito che spetta al videogiocatore: per quanto a primo impatto possa sembrare monotono, l’unico compito da svolgere è quello di portare scompiglio e panico tra i villaggi e le fila nemiche, evitando di restare troppo a lungo nello stesso punto della mappa. L’intelligenza artificiale, infatti, è davvero degna di nota: non solo i nemici attaccheranno non appena ne avranno la possibilità, non limitandosi alla mera difesa dei propri confini, ma lo faranno sfruttando al meglio le peculiarità del territorio. Si rischierà spesso, infatti, di essere accerchiati o di non riuscire a capire subito da che parte vengono scagliate le frecce ecc… Tutto questo perchè gli sviluppatori hanno dato un’importanza strategica fondamentale al territorio, la cui conformazione deve essere studiata e sfruttata al meglio per poter vincere la battaglia. A differenza di moltissimi altri titoli, quindi, non sarà semplicemente il numero di unità presenti in campo a fare la differenza…tutt’altro! Bisognerà dar sfogo a tutte le proprie abilità strategiche e conquistare la mappa palmo a palmo posizionando in zone efficaci le truppe. Qualche esempio? Gli arcieri faranno stragi se posizionati sulle alture o nei boschi, i legionari potranno avanzare con prepotenza grazie alla testuggine e i cavalieri non avranno pietà di chiunque provi ad intralciare le cariche in campo aperto. Sperare di vincere facendo appello alla sola forza bruta, in sostanza, è inutile.

Bisogna incrociare le lame.

Questo è l’unico imperativo del gioco. Si ma… contro chi? Le popolazioni da sconfiggere sono essenzialmente due: gli egizi, in Africa, e i barbari in tutta Europa. Dove sta la diversità? Di certo si passerà dalle inospitali dune del deserto alle rigogliose foreste nordiche, ma la modalità con cui agiranno i nemici non varieranno di una virgola, nè le unità che compongono le truppe dei tre eserciti saranno così differenti le une dalle altre. Tutti gli schieramenti disporranno di ausiliari che edificheranno mura, torrette e macchine d’assedio, di picchieri, arcieri e cavalieri, a cui verranno dati nomi diversi ma che conserveranno abilità abbastanza simili. Gli scontri saranno spettacolari e frenetici, accompagnati da una colonna sonora di tutto rispetto, ma le animazioni lasciano un pò a desiderare e i rumori della battaglia alla lunga possono stancare, non essendo poi così vari. Nonostante la grafica 3D, le numerose variazioni dei fenomeni atmosferici e il numero consistente di unità che possono affollare il campo di battaglia, il gioco richiede una componente hardware non eccessivamente avanzata.

Battaglia di nervi

La longevità del gioco, quindi, è assicurata dalla maniacale cura nella preparazione di ogni singola battaglia che il giocatore deve avere per sperare di riuscire a sconfiggere l’esercito nemico. Inoltre, per chi ama affrontare sfide sempre nuove e diverse, ci sarà la possibilità di giocare in multiplayer grazie al LAN e alla connessione internet, sia sfruttando la modalità skirmish.
In definitiva il gioco risulta accurato e di buona qualità; qualcosa in più poteva essere fatto nella differenziazione degli schieramenti e nelle animazioni delle battaglie, ma è una pecca perdonabile se si pensa che gli sviluppatori hanno avuto il coraggio di uscire un pò fuori dagli schemi, per regalare un prodotto sostanzialmente nuovo e, sotto certi aspetti, innovativo se non si tiene conto della saga “Total War” che aveva appena visto la luce col suo primo capitolo “Medieval”. Il consiglio è quello di acquistarlo senza indugi se si vuole testare la resistenza dei propri nervi, ma è comunque un titolo godibile per chiunque sia appassionato di RTS storici.
 

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