Pro Evolution Soccer 2016 – Recensione

Sono passati poco meno di dodici mesi, ed il calcio secondo Konami scalpitava, nell’attesa di tornare sul rettangolo verde (o sarebbe meglio dire, sugli schermi delle tv dei calciofili videoludici, ndr), pronto a rinnovare ancora una volta l’annuale sfida che vede Pro Evolution Soccer disputare la sanguinosa sfida con l’avversario di sempre, FIFA. Riuscirà quest’anno il titolo nipponico a spuntarla ed a diventare nuovamente, come accadeva anni addietro, su PS2, un punto di riferimento per il mercato videoludico calcistico?

Squadra che vince, non si cambia: si amplia!

Siamo stati abituati, negli scorsi anni, ad attendere ad oltranza l’approdo di PES sugli scaffali, con FIFAsempre pronto ai blocchi di partenza già nel mese di settembre: dev’essere stato il continuo smacco subito nel corso del tempo, oltre alla voglia di festeggiare degnamente i venti anni del brand, a spingere i vertici di Konami ad anticipare i tempi, quest’anno, con un’uscita che ha di sicuro i tempi giusti, sebbene alcuni dei contenuti finali di ciò che i videogiocatori si trovano dinanzi dal day one potrebbero lasciare perplessi. Ma procediamo per gradi.

Una volta lanciato, Pro Evolution Soccer 2016 mostrerà ai videogiocatori una lobby iniziale quintessenziale, dove chiunque potrà districarsi agilmente senza troppi affanni, scegliendo tra le canoniche modalità di gioco, tra le quali spiccano indubbiamente l’inossidabile Master League e la modalità Diventa un Mito – senza dimenticare poi le varie coppe su licenza, che tratteremo più avanti – alle quali si affiancano le varie modalità online, con My Club sugli scudi: in quest’ultimo frangente il titolo, sulla falsariga di Ultimate Team di FIFA, consentirà agli utenti la possibilità di comporre, partendo da una rosa di brocchi, il team dei propri sogni. Ogni utente potrà infatti guadagnare, sia giocando e vincendo partite nella modalità My Club che nel gioco più in generale (raggiungendo, in quest’ultimo caso, degli obbiettivi una tantum, ndr) punti spendibili poi per accedere a delle pescate, con le quali si potrà ottenere, a seconda del ruolo scelto, un nuovo giocatore per la propria rosa: vari saranno i livelli di bravura dei vari atleti, ed andranno dal bianco al nero, passando per i vari bronzo, argento ed oro. Comporre una rosa competitiva sarà quindi indispensabile per aver ragione degli scontri, siano essi contro altri players umani o semplicemente contro l’intelligenza artificiale.


Ad ognuno il suo

Dal punto di vista del mero gameplay, PES 2016 fa affidamento sulle basi gettate nel corso della passata edizione: il motore grafico FOX Engine svolge egregiamente il suo lavoro, mostrando le fisionomie dei top players assolutamente ineccepibili, con un pizzico di riguardo in più, rispetto al passato, per i giocatori di medio livello: non ci saranno più egregi sconosciuti con indosso le casacche dei propri beniamini a correre in lungo ed in largo sul rettangolo di gioco, sebbene, ai livelli più bassi, il problema è ovviamente ancora lontano dalla sua soluzione.

Le varie compagini che calcheranno i campi da gioco si disporranno in maniera quanto mai naturale, andando poi a rispecchiare, per quanto riguarda i team più blasonati, lo stile di gioco naturalmente adottato anche nella realtà: gli asfissianti giro palla di Barcellona e Bayern Monaco si andranno a contrapporre alle sortite offensive lampanti di Real Madrid e PSG, fattori che costringeranno i giocatori ad adattarsi al diverso stile degli avversari, modificando, di volta in volta, la propria strategia.

Ancora un po’ troppo ingessati risultano invece i movimenti degli atleti in campo: a fronte di una gestione più che ottimale della fisicità di calciatori e pallone, in più di un’occasione, durante le nostre estenuanti prove del titolo, ci siamo trovati di fronte ad eventi che si ripetevano più e più volte durante il corso delle partite, come una perdita di palla con relativo “incespico”, oppure una “schivata” della scivolata avversaria con saltino. Nulla di clamoroso, sia chiaro, ma una maggiore varietà nell’interpretazione di questi frangenti di gioco sarebbe stata gradita, vista l’impossibilità di esemplificare in una sola manciata di animazioni la varietà di collisioni possibili.

Anche i portieri non si dimostrano molto pimpanti, con una decisa difficoltà nel lanciarsi lateralmente sui tiri ravvicinati, che rendono questi ultimi preferibili ed assolutamente micidiali.


Coppe per tutti i gusti

Immancabile nel titolo di casa Konami, torna ancora una volta la sfilza di competizioni su licenza, che ne hanno fatto un must per i cultori: Champions League ed Europa Leaguefaranno il paio con AFC Champions League e Copa Libertadores. Una vera goduria, come sempre, ascoltare l’inno della Champions League prima dell’inizio del match, così come sarà soddisfacente sollevare la sudatissima “coppa dalle grandi orecchie” al termine di una cavalcata trionfale: il tutto, ovviamente, senza nulla togliere alle altre tre, ma il fascino del calcio continentale per antonomasia potrebbe rubare la scena in più di un’occasione. Diversa la storia per quanto concerne i vari campionati nazionali: qui la discussione si fa spinosa, con pochi campionati (tra i quali, i più noti, spiccano LIGA, Eredivisie e Ligue 1) completamente licenziati, ed altri, come quello Italiano (il Sassuolo è stato pittorescamente rinominato “Sansagiulo”, ndr) o ancora più clamorosamente quello Inglese (con nomi delle compagini palesemente fittizi, ad esclusione del Manchester United) che mostrano lacune che potremmo definire gravi nel 2016. Se poi ci aggiungiamo la totale assenza di un qualsivoglia campionato Tedesco (della Bundesliga soltanto Bayern Monaco, Borussia M’gladbach e Wolfsburg fanno la loro comparsa, gelosamente raggruppate nel gruppo “Altre (Europa)”, ndr).

Se a tutto questo aggiungiamo poi, al momento del lancio, un aggiornamento delle rose chiaramente effettuato, in ultima istanza, all’inizio del mese di luglio, il quadro non è dei più rosei. Fortunatamente per Konami, però, in attesa degli aggiornamenti ufficiali (storicamente lenti ad arrivare, sebbene questa volta il primo è atteso per il day one del titolo, ndr), ci pensano le community su internet a mettere le cose a posto, con patch appositamente create, che faranno la felicità degli aficionados, e dei maniaci della perfezione.

Insomma, un PES 2016 che mostra chiari segni di miglioramento, sebbene i bei trionfi a mani basse dei tempi andati siano per ora ancora un lontano miraggio. Un passo dopo l’altro si può però tornare a fare bene. Noi ne siamo convinti.

 C’è da lavorare, lavorare e lavorare, evitando uscite anticipate per non trovarsi svantaggiati nei confronti della concorrenza: una lama a doppio taglio che rischia di sancire il definitivo tracollo. Attenta, Konami!

8

Pro

  • Fisionomie dei calciatori ottime
  • Miglioramenti rispetto all'anno scorso...

Contro

  • ... sebbene ci siano ancora alcune cose da rivedere
  • Ancora troppe poche licenze
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