Prototype 2 – Recensione Prototype 2

È da qualche anno ormai che è scoppiata la mania dei superpoteri. Non sono tanto i supereroi ad affascinare, quanto il concetto del superpotere in sé. Sarebbe bello possedere capacità fuori dal comune, come volare liberi nel cielo o poter sollevare centinaia di tonnellate con il minimo sforzo. Oltre al cinema e ai fumetti, anche i videogiochi hanno esplorato più volte l’affascinante mondo dei superpoteri, specialmente, si parla del 2009, con l’uscita di due titoli "super" come Infamous e Prototype. Pur se simili sulla carta, i due titoli differivano nella forma e nell’approccio. Prototype ci metteva nei panni di un imbattibile ragazzaccio, tale Alex Mercer, in una New York infestata da uno strano virus e da mostri mutanti tutt’altro che amichevoli. Alex era l’apoteosi del superuomo, con poteri da far impallidire gran parte dei supereroi conosciuti e capaci di donargli capacità quasi assolute. Il gioco era divertente, ma minato da troppi difetti che gli impedivano di sollevarsi al di sopra della mediocrità.

Prototype 2 riprende tutti i punti di forza dell’antefatto, mantenendo intatta la formula ma tentando, nel possibile, di porre rimedio a tutti i fastidiosi difetti che rovinavano il predecessore. Sviluppato sempre da Radical Entertainment e prodotto da Activision, Prototype 2 riprende il via in una New York devastata dal virus. Riuscirà il gioco a migliorare quanto già detto dal capitolo precedente? Se siete curiosi continuate a leggere.

Da grandi poteri… derivano grandi massacri

Dimenticatevi Alex Mercer. Protagonista della storia, questa volta, sarà il soldato James Heller, desideroso di fare la pelle a Mercer per vendicare la morte della moglie e della figlia, morte in seguito al terribile virus "Black Light", causato presumibilmente da Alex Mercer in persona. Ma i piani di Heller non vanno come sperato. Penetrato a New York Zero, pallido e infetto ricordo della grandiosa metropoli americana, Heller incontra Mercer che, rivelatosi troppo forte, riesce a trasformare il nostro soldato contro la sua volontà, donandogli i suoi stessi poteri e trasformandolo in un soggetto dalla spaventosa potenza. Inizia così una guerra contro la Gentek, la potente multinazionale leader nell’ingegneria genetica, sino a colpi di scena finalmente degni di essere narrati. La trama del primo Prototype, infatti, risultava sin troppo acerba, con filmati veloci e poco esaurienti e un filo narrativo povero e poco appassionante. Con Prototype 2 le cose fanno un bel passo avanti e, pur senza brillare per genialità narrativa, la trama riesce a farsi apprezzare e ad incollare allo schermo.

L’approccio alla narrazione è solo uno dei pochissimi elementi che sono stati rivisti e modificati. Giocare Prototype 2 è come riprendere in mano il primo capitolo, ma con una grafica leggermente migliore e qualche elemento nuovo qua e là: tutto il resto è rimasto invariato (rimane anche la pessima componente stealth, ai limiti del ridicolo). Intendiamoci, non che ci si aspettasse una rivoluzione, ma almeno si poteva diversificare ulteriormente l’offerta ludica. Quella che ci troviamo tra le mani è una copia migliorata del primo capitolo, almeno come impatto iniziale. Man mano che l’avventura andrà avanti ci accorgeremo che alcune cose sono state migliorate più che modificate, come ad esempio l’acquisizione di nuovi poteri, il menù delle missioni, i segreti, gli oggetti nascosti e persino le mosse di combattimento. Purtroppo, Heller, così come lo era Mercer, risulta eccessivamente forte, ai limiti dell’invincibilità, tanto che si faticherà a trovare sfide davvero impegnative. Così come Mercer, Heller è dotato di superforza, della capacità di trasformare le sue braccia in armi letali, di assorbire le persone per curarsi o addirittura per trasformarsi, di cadere da qualsiasi altezza senza subire alcun danno e di sollevare qualsiasi peso per lanciarlo contro i nemici. Specialmente, appare eccessivamente esagerato il super attacco, chiamato "scarica adrenalinica", che una volta ricaricato assorbendo DNA da poveri malcapitati permetterà di mettere a segno un colpo dalla potenza devastante. 

Così come il predecessore, anche questo secondo capitolo riprende l’approccio Free Roaming. Nei panni di Heller potremo muoverci liberamente nella vasta mappa di New York, sfruttando tutti i mirabilanti poteri offerti dal virus di Mercer. Potremo correre sui palazzi come fossero marciapiedi, compiere balzi da capogiro, planare per bruciare distanze altrimenti enormi o addirittura pilotare alcuni veicoli avversari (come i carri armati). Ancora una volta l’idea del Free Roaming si rivela vincente, forse l’unico modo per dare al giocatore l’idea di "potere assoluto" insito nei poteri del protagonista. Come se non bastasse, gli sviluppatori hanno donato ad Heller un nuovo potere per velocizzare la ricerca dei bersagli, ossia il radar. Premendo l’analogico sinistro si lancerà un segnale sonar che, rimbalzando contro la nostra preda, genererà un segnale di ritorno a forma circolare. Anche se ci troveremo dall’altra parte della città, basterà muoverci verso l’epicentro del segnale per trovare il nostro malcapitato bersaglio. Per quanto riguarda le restanti missioni, anche queste, così come accadeva nel primo Prototype, sono inficiate da una certa ripetitività di fondo. Alla fin fine, la formula è solo una, con poche vere varianti. Si tratterà quasi sempre di prendere le sembianze di qualche militare e intrufolarsi in una base protetta, per poi scatenare il finimondo. A questo proposito, c’è da sottolineare il pessimo sistema di mira automatica. Spesso e volentieri il sistema tenderà ad agganciare avversari che non ci interessano, mentre qualche energumeno ci correrà contro a tutta velocità pronto a farci la pelle. In questi casi il gameover è tutt’altro che volontario. 

Tra te strade di New York

Una delle più grandi pecche del primo Prototype risiedeva nel motore grafico. Non che la New York messa in piedi dai Remedy non fosse credibile, ma certamente rimaneva sotto tono rispetto a quanto visto in altri titoli di ampio respiro cittadino, primo tra tutti InFamous. Prototype 2 è riuscito a fare un passo in avanti, ma rimaniamo sempre nella media di produzioni free roaming moderne. Il titolo non brilla certamente per potenza o pulizia grafica, né tanto meno si fa notare per uno stile particolarmente carismatico, ma riesce comunque a strappare una sufficienza piena e meritata. Un discorso a parte va fatto per alcuni filmati in CG, dove si gioca con il contrasto tra il bianco e nero e i rossi accesi, come il braccio mutante di Mercer o il cappuccio di Heller. 

Leggermente anonimo il comparto musicale, che non riesce a mettere in campo orchestrazioni e temi davvero convincenti. Diversa sorte è invece toccata ai dialoghi, totalmente in italiano e per una volta di ottima qualità. Intendiamoci, il doppiaggio inglese rimane sempre due spanne sopra, ma c’è da ammettere che i doppiatori nostrani hanno svolto davvero un ottimo lavoro.

Verdetto finale

Prototype 2 migliora gran parte dei contenuti del primo capitolo, pur limitandosi ad un semplice restyling di contenuti precedentemente ben rodati. Se avete giocato al primo Prototype non troverete nulla di nuovo, solamente un’esperienza leggermente più equilibrata ed una narrazione finalmente incalzante e degna di questo nome. Heller, come Mercer, continua a portare avanti la teoria del superuomo portato ai massimi livelli. La sensazione di potenza che il titolo riesce a trasmettere è sicuramente il suo pregio più grande e insieme il suo più grande difetto. In pratica, è la sindrome di Superman: chi può ferire un essere invincibile?

Se avete odiato il primo Prototype stategli alla larga, non troverete niente di nuovo. Se invece il primo capitolo vi è piaciuto, oppure siete curiosi di provare l’ebrezza dei poteri allucinanti che il gioco propone, allora dategli una possibilità, ma siete avvisati, Prototype non è per tutti i palati.  

 

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