R.U.S.E. – Recensione R.U.S.E.

Il genere degli RTS è ormai riconosciuto come uno dei più validi ed amati di tutti i tempi. Perle come Age of Empires, Warcraft e Command & Conquer hanno rapito ed incantato giocatori di tutto il mondo e di tutte le età. In tutti questi giochi la strategia ricopre un ruolo importantissimo, sia nel campo bellico, sia in quello logistico. Disporre le unità e razionare le risorse sono aspetti fondamentali con i quali ogni bravo giocatore sa destreggiarsi.

R.U.S.E., nuovo nato in casa Ubisoft, tenta di dire la sua come non succedeva da tempo in un genere oggi sin troppo inflazionato . Pur ripercorrendo le regole classiche della tipologia, il nuovo pupillo della casa francese introduce una grammatica personale ed un modo di intendere il genere ancora più tattico e riflessivo. Gettiamoci assieme nella mischia della seconda guerra mondiale.
 

Un libro di storia sullo schermo

La campagna di R.U.S.E. prende il via verso le battute finali del secondo conflitto mondiale (scenario stra-abusato nel mondo dei videogame), quando la potenza tedesca iniziava il veloce declino che l’avrebbe portata a perdere la guerra. Le simpatiche cut-scene ci introducono ad un totale di 23 missioni, ognuna delle quali ripercorre una famosa ed importante battaglia del conflitto (come il D-Day o la battaglia di Monte Cassino), tutte riviste in maniera credibile e fedele. Infatti, anche se la trama alla base del gioco potrebbe risultare banale e noiosa, i continui riferimenti storici e le numerose cut-scene risulteranno sicuramente interessanti a chi intendesse approfondire gli aspetti più squisitamente bellici del periodo della guerra. Per questo motivo, la campagna in singolo si divide in due parti ben distinte: nella prima vestiremo i panni di un comandante americano, mentre nella seconda quelli di un bellicoso generale delle Terzo Reich. In questo modo, la narrazione riuscirà a mostrarci entrambi i punti di vista del conflitto più sanguinoso della storia.
C’è da dire, comunque, che la campagna in singolo non si dimostra l’aspetto più importante del gioco. È il multiplayer, infatti, a rappresentare la vera sfida e la colonna portante di tutto il titolo.

Scacco matto

Come dicevamo, R.U.S.E. si dimostra ben più di un normalissimo RTS. Nonostante gran parte delle meccaniche rimangano nella norma, specialmente per quanto riguarda la gestione delle risorse e la creazione di caserme e centri di addestramento, il titolo Ubisoft risulta più simile ad una partita di scacchi che non ad un classico strategico in tempo reale. La mappa di gioco, infatti, per quanto realistica (e totalmente priva della nebbia di un normale RTS, quindi totalmente scoperta sin da subito), altri non è che un plastico su un tavolino, dove nei panni del generale dovremo spostare truppe e mezzi. Tramite la pressione di un tasto, si potrà zoomare a piacimento la scena, entrando di fatto nel vivo della battaglia. La gestione ottimale dello scontro, però, avviene a zoom minimo. In questo frangente, similmente ad un gioco da tavolo, vedremo delle iconcine stilizzate che rappresentano i nostri soldati ed i nostri veicoli, impilati uno sopra l’altro per darci velocemente l’idea del numero e delle forze in campo. Ogni spostamento ed ogni strategia dovranno essere pianificati sin nel dettaglio, pena la sconfitta totale.

Tutte le unità, infatti, non dovranno mai essere spedite allo sbando, ma utilizzate con senno e raziocinio. Come nella morra cinese, una determinata unità sarà utile e potente solo contro un determinato avversario. Ad esempio, così come sasso batte forbici ma perde contro carta, le postazioni anticarro si riveleranno devastanti contro i mezzi corazzati, ma debolissime di fronte alla mobilità e velocità di un gruppo di fanteria. Le varie unità saranno numerose e diverse da fazione a fazione. Ogni carro, ogni soldato ed ogni postazione sono state costruite in maniera fedelissima, sia nell’aspetto che nelle potenzialità (peccato il non poter comandare i mezzi navali). Date le premesse, dunque, organizzare sin nel dettaglio ogni singola mossa non solo sarà auspicabile, ma obbligatorio se si tiene alla vittoria.
 

In questo frangente ci verranno d’aiuto delle particolari strategie dette "stratagemmi". Ad ogni battaglia avremo a disposizione un numero prefissato di stratagemmi, ognuno dei quali sarà attivabile solo in una zona della mappa a nostro piacimento (infatti la mappa di gioco, ai fini della strategia, verrà divisa in varie regioni). Grazie ad uno stratagemma potremo decifrare le trasmissioni avversarie e sapere così in anticipo da dove attaccheranno e con quali forze; Ingannare il nemico inviando truppe fantoccio come esca; celare ai radar un gruppo agguerrito per qualche attacco a sorpresa, magari nascondendolo per bene all’interno di un bosco o di un paese. Insomma, gli stratagemmi renderanno l’approccio strategico di R.U.S.E. ancora più determinante e profondo. Ciò, però, comporta anche un innalzamento della difficoltà media del titolo, che così diventa appetibile specialmente ai giocatori più navigati, in particolare nel multiplayer.

Infatti la modalità online è quella più longeva e divertente, ma solo se la nostra capacità di giocatore si rivelerà di buon livello, e solo se le nostre strategie saranno ben studiate e pensate. In caso contrario, soprattutto davanti a giocatori forti, non avremo nessuna speranza di vittoria.

Apriamo una piccola parentesi per parlare dei comandi, ottimamente pensati per adattarsi senza troppe sbavature alle controparti per console. La teoria dell’RTS ottimo solo su PC qui trova pane per i suoi denti, regalandoci una buona esperienza di gioco anche su console. 

Ricostruzione bellica

Dal punto di vista tecnico R.U.S.E. non brilla ma nemmeno affonda. Le vastissime mappe, infatti, svolgono egregiamente il loro ruolo, risultando rappresentazioni fedelissime del luogo originale della battaglia vera e propria. Libia, Italia e Francia si mostreranno in tutto il loro splendore, se pur nella loro ripetitività, che qui risulta voluta per motivi legati al realismo della scena. Per osservarne i particolari,  e quindi godere direttamente degli scontri, basterà zoomare sulla scena desiderata. Anche in questo caso, il gioco non delude.
 

A rendere un tantino più frizzante il tutto, che a molti potrebbe risultare sin troppo piatto, ecco apparire ogni tanto delle strisce sullo schermo che mostreranno le fasi più concitate della battaglia. Ma anche così, si nota sin troppo che l’obbiettivo finale degli sviluppatori non era di certo la spettacolarità.

Per quanto riguarda l’aspetto sonoro, siamo nella media. Le varie tracce musicali riescono a sottolineare i vari momenti della battaglia ma senza strafare, ed i campionamenti sonori risultano in linea di massima abbastanza realistici. Buono anche il doppiaggio italiano, godibile e per una volta non fastidioso.


Tirando le somme

R.U.S.E. si dimostra un RTS atipico e ben studiato, che predilige la componente più tattica e ragionata alla spettacolarità. Per questo motivo, il titolo risulta adatto specialmente ed in gran parte agli amanti duri e puri del genere. I novizi o i giocatori spassionati potrebbero trovare grosse difficoltà o semplicemente annoiarsi davanti all’enorme e monotona mappa di gioco. Insomma, un gioco di nicchia capace di regalare grandi soddisfazioni agli appassionati e annoiare sino alla morte i casual gamer della prima ora. 

 

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