Rad Rodgers – Recensione

In un mondo in cui i retrogames vanno di pari passo con la pixel art, Interceptor Entertainment e 3D Realms hanno voluto cambiare le carte in tavola presentando una nuova ip: Rad Rodgers, platform 2.5D run&gun che sfrutta punta alla vostra nostalgia nel modo giusto!

Rad Rodgers

Il nostro giovane protagonista, Ricardo Rodriguez (Rad Rodgers per gli amici) viene presentato con una furiosa ramanzina materna per essere rimasto sveglio, fino a tarda notte a giocare con una inequivocabile e irriconoscibile console (ogni riferimento è puramente casuale). Durante la notte il nostro piccolo protagonista viene svegliato dalla luce della sua TV apparentemente posseduta, e viene risucchiato da essa nel mondo dei videogiochi.

Da qui inizierà la sua avventura al fianco di Dusty, la sua console.

Rad Rodgers

Per essere un omaggio agli anni ’90, una trama alla Pagemaster non basta, vista la sua non enorme originalità. Eppure questa narrazione non è un semplice contesto per giustificare qualche ora di gioco: storia e gameplay cantano lode agli anni passati, sfruttandoli e adattandoli a una chiave moderna e adulta, al contrario del suo aspetto.

L’obiettivo di publisher e developer era, fin dalla nascita della campagna su Kickstarter, quello di riportare i fasti della vecchia Apogee Software (diventata poi per l’appunto 3D Realms ).
Il primo ambito che evidenzia questo omaggio moderno è ovviamente la grafica. Non è pixel art quella di Rad Rodgers, anzi. La grafica 16bit lascia spazio a modelli e ambientazioni tridimensionali.

Rad Rodgers

Essi sono originali e vari, ricchi di dettagli e perfettamente amalgamati al mondo e alla trama di gioco. Allo stesso modo, le animazioni sono ben realizzate, fluide e coinvolgenti. Il comparto grafico dimostra a pieno la bravura del developer e la voglia di sfruttare quel che il mondo videoludico ha imparato negli ultimi 20 anni (ringraziando Unreal Engine 4).

Le ambientazioni non perdono questi pregi: colori vivaci e dettagli curati portano gli anni 90 a essere molto più attuali di quanto ci si potesse aspettare. La varietà degli sfondi accompagna in modo sublime il design dei livelli.

Rad Rodgers

Il gameplay è semplice e immediato: controllare Rad Rodgers sarà facile e il platforming (anche nei momenti in cui sarà richiestà precisione) non rappresenterà un ostacolo anche ai meno esperti del genere. Complice l’eccellente level design per nulla lineare e ben elaborato, nel quale vi saranno inoltre numerosi segreti, riferimenti ed easter eggs come nei vecchi giochi (Dopefish.. sei tu?).

Rad Rodgers

Lo stesso non si potrà dire degli scontri a fuoco, non di certo a causa di una cattiva realizzazione: l’elemento run&gun del titolo è ben studiato, ma richiederà impegno soprattutto alle alte difficoltà (dopotutto, è un vero e proprio omaggio ai giochi vecchio stile). Non aspettatevi di concludere Rad Rodgers a difficoltà massima pensando sia un gioco per bambini.

Dobbiamo ammettere che la spiegazione dei tasti è davvero scarna, tanto da aver scoperto dopo un paio di livelli di avere a disposizione anche attacchi corpo a corpo. Benchè però questo tipo di offensiva sia potente e utile, la quantità e varietà di power-ups per le armi da fuoco (come ad esempio i mitragliatori o lanciafiamme) vi porterà spesso a ignorarla, preferendo un più brutale e sanguinolento assalto con armi pesanti.

Rad Rodgers

Il titolo presenta un’ulteriore modalità di gioco: in alcuni punti dei vari livelli vi saranno degli squarci di grafica a pixel (il soprannominato Pixelverse, unico punto in cui è presente un richiamo grafico agli anni passati). Entrandovi avremo la possibilità di controllare Dusty muovendoci liberamente nello spazio e sferrando offensive corpo a corpo contro nemici e ostacoli.

Questo avrà la funzione di portare variazioni strutturali al mondo di gioco (tanto per citare inception con i suoi mondi di gioco nei mondi di gioco, ndr) permettendoci di superare ostacoli altrimenti impossibili.

Rad Rodgers

Ad accompagnare questo divertente gameplay c’è un comparto audio di tutto rispetto: colonna sonora rock coeva al genere di gioco e suoni coinvolgenti e adatti a una console 16 bit creano un mix coinvolgente. Da sottolineare come la musica di sottofondo subirà un cambio di tono verso il grave quando subiremo danno, enfatizzando i colpi subiti. L’obbiettivo di rievocare quegli anni modernizzandoli anche in questo caso è raggiunto a pieno.

Quel che faceva sorgere il dubbio (prima di iniziare la prova) erano dialoghi e doppiaggio. 3D Realms porta alla mente grandi personaggi come Duke Nukem e Commander Keen, ma anche dei protagonisti non troppo piacevoli, come Shelly “Bombshell” Harrison in Bombshell.

In Rad Rodgers è stato usato un approccio vicino a Duke Nukem, con numerose rotture della quarta parete e battute per adulti. Questa volta però sono stati evitati gli eccessi insensati di Bombshell, bilanciando l’aspetto colorato e “bambinesco” del titolo con un humor e del gore non adatto ai più piccoli. Questo porta un effetto di contrasto che non ci aspettavamo: è come se Conker’s Bad Fur Day fosse rinato (con qualche volgarità in meno) ed è un piacere da affrontare proprio per questi dettagli comici mai fuori luogo. Dopotutto, il gioco è targato “M for Mature” e lo si nota fin dalle prime battute.

Rad Rodgers

La scelta dei doppiatori è stata come sparare sulla croce rossa: la voce di Hunter Pratt, (Rad Rodgers), giovane ragazzino davvero talentuoso è affiancata da quella leggendaria di Jon St John nei panni di Dusty, la cui lista di voiceovers vi consumerà le dita a furia di scorrerla.

Rad Rodgers

Un’ultima nota positiva alle performance. Non stiamo di certo parlando del titolo più difficile da eseguire e non richiede un supercomputer, ma va notato come il framerate sia granitico, i caricamenti veloci e non siamo incappati alcun problema tecnico.

Un difetto questo titolo lo ha: la longevità. Come si intuisce dal titolo, questo sarà solo il primo mondo. Rad Rodgers sarà completabile in non molte ore, lasciandovi con la voglia di continuare l’avventura.

Rad Rodgers


Di questi tempi è usuale vedere progetti videoludici retrò: tutti vogliono sfruttare la nostalgia e Kickstarter è spesso il trampolino di questi propositi ammirevoli. È però inusuale trovare titoli che riescano a farlo senza apparire come realizzati vent’anni fa o senza sacrificare l’esperienza videoludica. Lo abbiamo visto con Mighty No. 9, gioco acclamato come ritorno alle origini del gaming che ha creato aspettative enormi e direttamente proporzionali alla delusione una volta giocato. Tutto questo perchè dopo la nostalgia, un titolo deve restituire giocabilità e dettagli comparabili agli standard attuali, introducendo novità che all’epoca sarebbero state impossibili da realizzare.
Interceptor Entertainment e 3D Realms ci sono riusciti a pieno: la malinconia dei vecchi titoli viene accompagnata dall’evoluzione delle tecnologie attuali aggiungendo variazioni dallo standard a cui i titoli 16 bit erano costretti a sottostare.

Un must have per chi apprezza il mondo retrò e che ora è stanco dei soliti sparatutto.

7.9

Pro

  • Grafica Eccellente
  • Gameplay originale e vario
  • Audio ben realizzato
  • Realizzazione generale ottima

Contro

  • Storia non troppo originale
  • Bassa longevità
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