Resonance of Fate – Recensione Resonance of Fate

Questo JRPG prodotto dalla Tri-Ace, il team di sviluppo che ci ha regalato capolavori assoluti come Valkyrie Profile, è uscito in tutto il mondo nei primi mesi del 2010, in Giappone col suo nome originale End of Eternity, e in America e da noi come Resonance of Fate. Uscito per Xbox360 e Playstation 3, offre una ambientazione molto particolare e un gameplay nuovo ma allo stesso tempo molto completo. Nonostante questo, però, non è esente da difetti, tutt’altro.

Un mondo poco accogliente

La storia di Resonance of Fate, fin dall’inizio del gioco, tende ad essere incredibilmente poco chiara. Il video iniziale ci mostra una ragazza che, gettandosi da una altezza impressionante, cerca di suicidarsi, ma viene salvata da un adolescente particolarmente agile, il quale riesce a prenderla al volo e, nonostante la caduta, sopravvivono in qualche modo che nel filmato non ci viene rivelato. Subito dopo, quando potremo controllare i nostri movimenti, ci ritroveremo a fare la conoscenza di Leanne e Zephyr, i due ragazzi appena citati, e Vashyron, un adulto che vive assieme a loro. I tre si limitano a svolgere varie missioni in una gilda di Cacciatori, e questo è tutto ciò che sappiamo. La storia ci verrà svelata molto, molto lentamente, in brevissimi racconti e flashback man mano che proseguiremo nel gioco.
In questa sede non sveleremo nessun particolare sui protagonisti, per evitare spoiler, ma ci limiteremo a dare un’occhiata alla partiolare ambientazione.
Ci troviamo in un futuro lontano, dove per ragioni a noi sconosciute la Terra si è ritrovata piena di strati tossici di gas velenosi. L’umanità non è stata capace di adattarsi geneticamente a tale cambiamento e si è quasi estinta, ma gli umani rimanenti sono stati in grado di costruire un particolare congegno, Basel, che sotterrato purifica l’aria circostante rendendola vivibile, con un processo chiamato Sistema Zenith. Naturalmente gli esseri umani hanno iniziato a radunarsi man mano attorno a Basel, divenuta una vera e propria Torre depuratrice, iniziando anche a viverci dentro. Col passare degli anni hanno costruito dentro Basel addirittura delle vere e proprie città, quasi scordandosi il vero motivo che li costringe a non andare nel mondo esterno. Una vera e propria gerarchia si è andata così a formare, dove i poveri vivono ai piani inferiori, più vicini quindi ai gas velenosi e ai mostri che hanno iniziato a formarsi tramite una naturale evoluzione delle specie, mentre i ricchi e i Cardinali, capi del sistema religioso posti al potere, vivono ai piani alti e al sicuro da tutto, adorando il Sistema Zenith come fosse una vera e propria divinità. Qualcosa si sta iniziando però a muovere, in questo sistema che dovrebbe essere perfetto. Chi sono i tre protagonisti? Per quale motivo sembrano così forti e agili rispetto all’uomo comune? E cosa si nasconde dietro il Quartz, sistema che collega il corpo umano a Basel per renderlo immune a malattie e mutazioni, ma che costringe a rimanere perennemente nei pressi delle città?

 

I tre protagonisti, in tutta la loro figaggine

 

Proiettili a gogo!

La curva di apprendimento di Resonance of Fate è piuttosto impietosa. Un casual gamer si ritroverà immediatamente in difficoltà in battaglia, ma a questo arriveremo a tempo debito.
Il gioco nelle città è molto semplice e intuitivo, muoviamo infatti il nostro personaggio attivo (che possiamo cambiare con la pressione di un tasto predefinito) con la levetta analogica, e come in ogni buon gioco di ruolo possiamo parlare con i vari abitanti per ascoltare ciò che hanno da dire e sperare in buone informazioni. I principali luoghi presenti sono i negozi, tra i quali quello di armi e il fabbro (dove sarà possibile creare nuovi oggetti tramite materiali, o creare materiali scomponendo il nostro equipaggiamento), per arrivare al negozio di vestiario. Nonostante non abbia alcuna utilità ingame, sarà infatti possibile acquistare (oppure ottenere in altri modi), vestiti e accessori per i nostri tre personaggi, Leanne, Vashyron e Zephyr, e, tramite la cassettiera che troveremo nella stanza da letto della loro base, potremo personalizzarli completamente sia con gli oggetti ottenuti che con vestiario, con simpatici o eleganti accessori, e addirittura cambiandogli colore ai capelli o agli occhi. Il luogo più importante in città però è la Sede della Gilda dei Cacciatori. All’interno di questa troveremo una bacheca sulla quale sono segnate le varie missioni che potremo intraprendere: una di queste è la principale, necessaria per avanzare al capitolo della storia successivo, mentre le altre sono sidequest che possono spaziare dall’uccidere un determinato mostro al recuperare un oggetto, o raggiungere un certo luogo. Tutte quante, in ogni caso, ci ricompenseranno con denaro od oggetti.
Usciti dalla città ci ritroveremo in una mappa molto particolare, fatta a reticolato. In esso saremo visualizzati come una sorta di puntatore visto dall’alto, che potremo comandare con la levetta analogica. In questo reticolato però sono presenti molte zone inaccessibili a causa del veleno presente nell’ambiente. Sconfiggendo nemici avremo modo però di trovare delle celle energetiche di varie forme, e inserendole nel reticolato della mappa potremo sbloccare nuove zone da esplorare, oltre a scoprire tesori nascosti in caselle particolari.

Passiamo ora al gameplay di battaglia, punto saliente del gioco. Non appena usciti dalla prima città ritroveremo, poco distante, l’Arena, un luogo dove potremo imparare le meccaniche di gioco tramite alcuni tutorial. Se sarete abbastanza sfortunati da incappare in un incontro casuale prima di raggiungere l’arena, però, preparatevi a capire ben poco di quanto accade.
I personaggi e i nemici si muovono ed agiscono a turni, utilizzando una barra Azione. Quest’ultima cala quando ci spostiamo sul campo di battaglia o proviamo ad attaccare, e il turno finisce quando essa si svuota completamente. I tre personaggi possono equipaggiare un’arma, due armi uguali, oppure un’arma e un equipaggiamento (che possono essere oggetti di cura, granate, o proiettili speciali che danno effetti aggiuntivi), ma ciò che c’è da ricordarsi è che a seconda dell’arma utilizzata esistono due tipi di danno che è possibile infliggere: il danno diretto e il danno superficiale. Il danno diretto è esattamente quello che è, un danno inflitto all’avversario che vedrà calare i propri punti vita. Quello superficiale invece non danneggia gli avversari direttamente, ma si limita a riempire di colore blu la sua barra della vita, con una potenza però di molto superiore al danno diretto. Nonostante possa sembrare inutile, colpire con un danno diretto un avversario che ha subito un danno superficiale, risulterà in una diminuzione dei suoi punti vita, non solo grazie al danno diretto appena ricevuto, ma trasformando in danno diretto anche quello superficiale appena accumulato.
Per colpire l’avversario, basterà premere il pulsante di attacco per vedere un anello riempirsi attorno a lui, più o meno velocemente a seconda di quanto gli saremo vicini. Una volta che questo si sarà riempito potremo sferrare il nostro attacco, con conseguente termine però del nostro turno. Potremo anche decidere di attendere e far caricare altri anelli (del numero uguale al livello che avremo raggiunto con quell’arma), per infliggere più danni. Le armi potranno comunque essere personalizzate tramite oggetti extra (come mirini, canne o altro) acquistabili e creabili con i materiali, così da incrementarne le statistiche offensive o di velocità.
Passiamo alla parte negativa, i Cristalli Eroe. Sulla parte inferiore dello schermo avremo infatti questi Cristalli (inizialmente 3, ma che aumenteranno con l’andare avanti nel gioco). Avere questi Cristalli ci permetterà di fare tutta una serie di azioni di cui parleremo tra poco, ma principalmente sono la nostra risorsa vitale. Infatti i nemici saranno in grado di infliggerci solamente danno superficiale finché saremo in possesso di questi, mentre se li esauriremo tutti entreremo in una zona "Danger", nella quale i nostri personaggi potranno compiere azioni limitate, e accuseranno interamente i danni subiti, con un conseguente Game Over nel caso della morte di uno qualsiasi di essi. Come detto prima, sarà possibile "spendere" i Cristalli per utilizzare una Azione Eroe. Con questa potremo decidere una direzione da fare intraprendere al nostro personaggio, che inizierà a correre verso essa. Durante questa corsa avremo possibilità di effettuare quanti attacchi vogliamo fino a quando non si esaurisce la barra azione, con acrobazie molto coreografiche e la possibilità anche di saltare e colpire i nemici dall’alto. Fortunatamente è possibile ripristinare i cristalli utilizzati uccidendo un nemico, ma non è certo questo l’unico modo per perderli. Subendo un certo numero di danni superficiali, infatti, uno dei nostri cristalli si romperà in 4 pezzi che si spargeranno sul campo di combattimento, e non sarà possibile ripristinarlo uccidendo i nemici, ma dovremo prima necessariamente ricomporlo andando a riprendere i 4 frammenti.
Un’ultima, importante azione, è il Tri-Attack, o Attacco Resonance. Effettuando delle Azioni Eroe e correndo in posizioni che si intrecciano con quelle degli altri due personaggi, acquisiremo dei Punti Resonance per quel combattimento, punti che potremo poi spendere in questo fenomenale attacco che ci permetterà di colpire i nemici utilizzando tutti e tre i personaggi in una volta sola, infliggendo danni gravissimi, soprattutto contro un avversario circondato.

Nonostante tutto possa sembrare molto semplice vi assicuro che in gioco non lo è, e vi ritroverete spesso in Danger senza nemmeno sapere cosa stia accadendo. Naturalmente è tutta una questione di strategia e di abitudine, ma è indubbio che questo gioco non sia affatto clemente con i casual gamers.

 

Leanne (Reanbell in originale) che si prepara a lanciare una bella Molotov!

 

Scheda tecnica

Graficamente il titolo si attesta al di sotto degli standard qualitativi ai quali siamo abituati ultimamente. Diverse sgranature dovute a una bassa risoluzione e texture non proprio magnifiche, infatti, contornano modelli poligonali, fatti comunque a modo, e bellissime ambientazioni. L’audio per fortuna risolleva il tutto, grazie alle stupende musiche alle quali Tri-Ace ci ha sempre abituati, e alla possibilità di scegliere tra un doppiaggio inglese e uno giapponese. La longevità è veramente alta, grazie anche a un fattore grinding dovuto a certi avversari davvero tosti. La storia, infine, è come sempre molto criptica nei giochi Tri-Ace, con piccole e sporadiche rivelazioni di tanto in tanto, in un puzzle che messo però insieme ci farà rimanere a bocca aperta, ancora una volta.

In conclusione

End of Eternity (o Resonance of Fate), non è un gioco per casual gamers. Un sistema di combattimento molto tattico ma anche molto infame metterà a dura prova anche i giocatori più arditi. Nonostante una grafica non proprio entusiasmante e una storia molto criptica, comunque, il titolo premierà coloro che ci si impegneranno con una bella trama e un alto grado di sfida. Non per tutti, quindi, ma i pochi che lo reggeranno non potranno che rimanere soddisfatti.

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