Salt and Sanctuary – Recensione Xbox One

Recensito su Xbox One

Già disponibile su PC, Nintendo Switch e PlayStation 4, la nave di Salt and Sanctuary approda anche sullo store Microsoft di Xbox One grazie al porting curato da BlitWorks. Salt and Sanctuary altro non è che un ibrido tra i generi souls-like e metroidvania: condivide con il primo quel mistero su trama, personaggi e meccaniche di gioco, mentre dal secondo attinge a piene mani dalla componente action-platform. L’avevamo indicato già nella recensione PS4 ma qui lo ribadiamo: Ska Studios, team di Seattle composto da soli due elementi, riesce con i pochi mezzi a disposizione nell’intento di creare un piccolo titolo cult 2D.

Salt and Sanctuary

Una nave in tempesta, una principessa a bordo e la missione di scortarla in un regno nemico dove un matrimonio di convenienza sancirà una pace a lungo ambita. Poi l’abbordaggio, pirati, lame, sangue e caos. Ma non è un caso, infatti la principessa sarà rapita dai briganti del mare e il nostro tentativo di fermare la catastrofe sarà vanificato dall’apparizione di un mostro tentacolare di lovecraftiana memoria. Inutile dire che la nostra storia non termina qui: ci risveglieremo infatti vivi e incolumi su una misteriosa spiaggia in una landa a noi sconosciuta.

Da qui partirà la nostra vera missione, non più di anima vuota ma di coraggioso guerriero alla ricerca di una principessa, come nella fiaba più classica, e alla scoperta di un territorio ostile ma che ci farà incontrare anche preziosi alleati e, soprattutto, paleserà l’importanza della fede. La trama risulta semplice ma allo stesso tempo complessa, dal momento che sarà cura del giocatore capire e approfondire la lore dietro Salt and Sanctuary.

Salt and Sanctuary

L’inizio di Salt and Sanctuary ricorda da vicino i titoli From Software, fin troppo a dirla tutta. Andremo infatti a personalizzare il nostro protagonista scegliendone tratti fisici e somatici, seppur in maniera limitata, decidendo la classe (guerriero, paladino, ladro, mago e così via) con relativo equipaggiamento di partenza. Fatto ciò ci troveremo a girovagare in apparente libertà affettando i malcapitati e ottenendo in cambio il prezioso Sale, fino a incontrare il primo santuario, dove troveremo ristoro e potremo non solo aumentare di livello ma anche evocare, tramite manufatti, personaggi utili al nostro scopo.

Nello specifico potremo usufruire dei servigi di vari mercanti, fabbri e dei mercenari, questi ultimi in grado di avviare una modalità cooperativa in locale. I santuari potranno essere votati a uno dei sette credo disponibili in Salt and Sanctuary, ciascuno dei quali caratterizzato da una propria peculiarità che condizionerà anche i vari mercanti evocabili all’interno del luogo sacro.

Salt and Sanctuary

Molto interessante in questo contesto, anche se per certi versi caotico, è l’albero delle abilità che sostituisce la classica scheda ruolistica del personaggio e ci permetterà di spendere i punti abilità ottenuti con il passaggio di livello. A tal proposito è bene sottolineare che il sale raccolto dai nemici sconfitti andrà perso facilmente se uccisi in battaglia, quindi sarà bene spenderlo in maniera saggia e con tempismo per non correre il rischio di vedere vanificati tutti i nostri sforzi. Tuttavia non c’è da disperarsi: ritornare sul punto in cui si è persa la vita permetterà di recuperare il sale perso. Ma attenzione: se prima di recuperare il bottino andremo a perire nuovamente (sotto i colpi di un nemico o perché caduti da in un baratro) gli diremo addio definitvamente. A questo deja vu se ne aggiunge un altro: è il sistema di combattimento, che prevede due tipologie di taglio, la classica parata oltre alla possibilità di equipaggiare varie armi bianche o da lancio, oggetti, armature, anelli e accessori.

Fino a qui sembra proprio di giocare a un titolo della serie Souls in 2D, ma non è tutto: la componente platform risulta fondamentale nelle nostre esplorazioni dove saltare, appigliarsi a una sporgenza, evitare trappole e tirare leve ci aiuterà a proseguire nel nostro cammino. Tolta questa caratteristica, c’è un unico altro elemento che fa pensare a Salt and Sanctuary come a un metroidvania ed è quello di poter raggiungere determinate aree esclusivamente dopo aver appreso un’abilità particolare, mentre per il resto sarà sufficiente sconfiggere i vari boss (e sono davvero parecchi) per ottenere le preziose e necessarie chiavi in grado di aprire nuove aree.

Salt and Sanctuary

Il livello di difficoltà di Salt and Sanctuary si attesta su livelli molto alti, sia per la facilità con cui si può perdere la vita sia per le difficili boss fight che andremo ad affrontare, vero fulcro del titolo. Tuttavia non sarà difficile imparare “i giri” dei nemici, in considerazione delle limitazioni date alla profondità delle due dimensioni, e così andremo a trovare diverse battaglie ripetitive nonostante l’ottimo lavoro di personalizzazione dei vari nemici. Ma il combattimento non sarà l’unico elemento ostico per il giocatore, infatti dovremo prestare molta cura nei salti, negli appigli e facendo attenzione alle trappole disseminate nei vari ambienti di gioco. Tutti questi elementi garantiscono un’ottima longevità al titolo, che sarà in grado di intrattenere per molte ore anche i giocatori più navigati.

Per quanto il livello grafico di Salt and Sanctuary sia di bassa caratura e non rappresenti il surplus dell’arte 2D, si nota una certa ispirazione nella creazione delle varie zone di gioco, in cui è facilmente apprezzabile il senso di mistero e gotico grazie alla cura per i particolari e all’ottimo gioco di luci e ombre in cui ci muoveremo, coadiuvati in certi casi dalle preziose torce. In generale le animazioni si dimostrano fluide, soprattutto nelle violente esecuzioni, e il gioco si muove molto bene. Tuttavia abbiamo notato una risposta non sempre reattiva ai comandi, cosa alquanto fastidiosa sia nei combattimenti più impegnativi che nelle fasi di esplorazione su piattaforme elevate. La grande atmosfera del titolo Ska Studios viene infine completata da una colonna sonora che fa da sfondo alle sezioni più epiche del titolo così come l’effettistica, semplice ma limitata, e che completa in maniera adeguata il quadro del comparto audio di Salt and Sanctuary. In ultimo va citata la completa e finalmente adeguata localizzazione in lingua italiana dei vari menù, dei testi e di tutte le indicazioni sparse per il mondo di gioco.

Ska Studios ci regala un gioco talmente poco originale da catturarci per l’estrema particolarità dei cupi ambienti, delle frequenti esecuzioni splatter e in grado di garantirci molte ore di divertimento alternate a momenti di grande frustrazione, ed è quello che ci si aspetta da un titolo in puro stile souls-like. Chiuso un occhio sulla grafica fin troppo retrò, sui comandi non sempre eccellenti e su certe situazioni ripetitive, Salt and Sanctuary riesce a far breccia e aggiunge un fondamentale tassello al già vasto catalogo indie su Xbox One.

7.8

Pro

  • Truce e splatter
  • Sistema di personalizzazione interessante
  • Ottimo livello di sfida
  • Buona varietà di nemici e ambienti
  • Trama da scoprire

Contro

  • Generale mancanza di originalità e boss fight ripetitive
  • Albero delle abilità un po' caotico
  • Controlli in alcuni casi imprecisi
Vai alla scheda di Salt and Sanctuary
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