Samurai Warriors: Spirit of Sanada – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Tecmo Koei ci ha abituati, ormai da moltissimi anni, ad una quantità impressionante di Musou. Soprattutto quando parliamo di saghe come Dynasty Warriors o Samurai Warriors, la prima cosa che ci viene in mente è il gameplay dei Musou, immutati da sempre se non per qualche piccola meccanica. Questa concezione non è mai cambiata e probabilmente non cambierà mai, tuttavia Tecmo Koei ogni tanto sceglie di ribaltare le carte in tavola, stupendoci come fece per esempio con Dynasty Warriors Godseekers, che si rivelò essere un GDR tattico.

Anche questa volta i re dei Musou ci stupiscono presentandoci Samurai Warriors: Spirit of Sanada, uno spin off di Samurai Warriors 4: Empires che riprende alcune meccaniche dei Musou inserendole in un contesto misto tra avventura e gioco di ruolo. Ne parleremo meglio in seguito.

Samurai Warriors: Spirit of Sanada

Riflettori sui Sanada

Come negli altri titoli di Samurai Warriors, Samurai Warriors: Spirit of Sanada racconta le gesta degli eroi giapponesi dell’epoca Sengoku, tuttavia approfondendo in prima persona le vicende del clan Sanada. La storia inizia con la prima battaglia di Masayuki, durante la quarta campagna di Kawanakajima. Per il primo periodo della trama controlleremo esclusivamente lui, dato che i suoi figli Nobuyuki e Yukimura sono troppo piccoli per scendere in battaglia.

Tuttavia, con il proseguire delle vicende, vedremo la crescita dei due bambini proseguire man mano, fino al raggiungimento della loro età adulta. Questo accadrà anche con altri personaggi della storia come Chacha, Ideyasu o Hidetaka, e dal momento in cui inizieremo ad utilizzarli anche il loro moveset e le loro skill cambieranno a seconda dell’età che avranno raggiunto.

La storia è estremamente fedele agli avvenimenti reali, e Tecmo Koei gioca molto su questo punto rendendo questo capitolo di Samurai Warriors il miglior drama storico di questo tipo, grazie al fatto che possiamo concentrarci su un unico punto di vista con tutte le sue speranze, le sue delusioni, le sue morti e i tragici eventi.

Samurai Warriors: Spirit of Sanada

Un Musou diverso dal solito

I Musou sono ormai ben insiti nella nostra cultura. Tra titoli originali come quelli di Dynasty Warriors e Samurai Warriors, e quelli che prendono la licenza da altre opere come Berserk, One Piece, Hokuto no Ken o Gundam, questo genere spopola e allo stesso tempo annoia, avvolto in un limbo di monotonia che si cerca, a volte, di spezzare tramite interessanti elementi di gameplay come accaduto con Dragon Quest Heroes o Hyrule Warriors. In Samurai Warriors: Spirit of Sanada il gameplay della parte action è identico ai soliti Musou, con combo e attacchi speciali che funzionano alla stessa maniera, tuttavia è tutto il resto che si differenzia enormemente.

Alla stregua di un gioco di ruolo, innanzitutto, controlleremo un personaggio che potrà muoversi anche in città, o per meglio dire nell’attuale campo dei Sanada, dove sarà possibile comprare e migliorare le proprie armi e parlare con i vari personaggi così da acquisire informazioni e diversi punti di vista che potranno esserci utili e darci bonus di ogni sorta una volta scesi in battaglia. Nel campo saranno presenti svariati edifici, sbloccabili con il progresso della storia, che ci permetteranno di usufruire di molte interessanti feature. Potremo per esempio sbloccare nella storia personaggi normalmente solo controllabili in modalità libera, crescere piante e materiali nei campi, partecipare a svariati minigiochi, fare conversazione accompagnati da una tazza di tè, pescare, allenarsi, e molto altro ancora. Ovviamente però il fulcro del gioco è nelle fasi di combattimento.

Solitamente, in un Musou siamo accompagnati da un’armata che combatte al nostro fianco e ci muoviamo su di una mappa ben definita, all’interno della quale sono presenti basi da conquistare per aumentare la nostra presenza sul campo di battaglia e svolgere obiettivi per poi raggiungere il comandante nemico ed eliminarlo. Questo accade anche in Samurai Warriors: Spirit of Sanada, tuttavia in molti stage le cose stanno diversamente: proprio come in un’avventura verremo catapultati all’interno di una mappa nascosta, tutta da esplorare, nella quale dovremo trovare materiali nascosti e svolgere una missione ben precisa, affrontando truppe e boss come fosse un picchiaduro a scorrimento con le meccaniche di battaglia di un Musou. L’incipit è molto interessante, e permette alla monotonia del genere di spezzarsi grandemente.

Samurai Warriors: Spirit of Sanada

Nessuna nuova, buona nuova?

Tecnicamente il titolo non brilla affatto. Graficamente utilizza lo stesso motore e modelli di Samurai Warriors 4, che erano già particolarmente datati al tempo della sua uscita. Premiamo l’utilizzo di nuove location e di un nuovo sistema di missioni ed esplorazione, ma anche i personaggi sono gli stessi utilizzati nel capitolo sopracitato, a parte qualche piccola nuova aggiunta.

Come al solito tanto di cappello al doppiaggio, molto sentito e appagante, ma non siamo sicuri che sia sufficiente a sollevare l’intera produzione per coloro che non hanno mai amato la monotonia del genere Musou.

Samurai Warriors: Spirit of Sanada


Samurai Warriors: Spirit of Sanada ci presenta il Musou come non l’abbiamo mai provato prima. Mantiene gli stessi personaggi di Samurai Warriors 4, ma ci regala un punto di vista ben preciso, con tanto di crescita negli anni di alcuni degli eroi, unendo ciò ad un approccio molto adventure ed esplorativo per alcune missioni che contengono anche un ciclo giorno/notte che cambierà diversi fattori sul campo. Coloro che non amano i Musou potrebbero riuscire a sopportare questo titolo un po’ più a lungo del solito, mentre per i fan è un titolo imperdibile.

7.2

Pro

  • Approccio tutto nuovo per alcuni stage
  • HUD centrale con minigiochi e molte cose da fare
  • Punto di vista focalizzato e realistico

Contro

  • Tecnicamente arretratissimo
  • Le fasi Musou sono le solite
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