Scarface: The World Is Yours – Recensione Scarface: The World Is Yours
Il ritorno di Tony Montana
Dopo più di un ventennio dall’uscita del celebre film di Brian De Palma, che trattava la versione criminosa del sogno americano, Scarface diventa anche un videogioco: al giocatore viene offerta la possibilità di vivere un finale alternativo a quello del film, che si concludeva con la morte di Tony (il protagonista) e la distruzione del suo impero della droga.
Ci vuole un esercito per eliminarlo
All’inizio del gioco, dopo un breve tutorial, ci si ritrova nella splendida villa di Tony Montana, per rivivere l’ultima battaglia del film. Dopo aver eliminato tutti i nemici nelle vicinanze, Tony riesce a fuggire attraverso un passaggio segreto, salvandosi la pelle, ma il suo mondo è oramai distrutto; deve ricominciare da zero, questa volta senza aiuti, anzi con tutta la città contro. Nelle prime ore di gioco, infatti, si viene a conoscenza della nuova alleanza di Sosa (vecchio fornitore di Tony, che aveva inviato i suoi scagnozzi ad ucciderlo) con un altro dei magnati della droga di Miami, Gaspar Gomez, e con l’ex legale di Mr. Montana, per aumentare considerevolmente i loro giri d’affari. Spetta al giocatore ed al suo alter ego ricostruire il suo impero, quartiere per quartiere, eliminando tutti gli ostacoli sul suo cammino (da negozianti riottosi che non vogliono cedere le loro proprietà a bande di spacciatori protette da altri magnati). La trama ricalca molto bene lo stile del film ed è un buon seguito della storia principale, anche perché mette in gioco personaggi che erano rimasti nell’ombra nella versione cinematografica (come Gaspar ed i fratelli Diaz, altri gangster di cui si conosceva solo il nome). Gli sviluppatori meritano davvero una lode per la fedeltà con cui hanno riprodotto Tony Montana, che si rivela non solo un "duro", ma anche un personaggio con i suoi valori morali (ad esempio, si rifiuta di sparare ai civili) e le sue contraddizioni.
Ed ecco a voi Tony Montana!
You’ve got the money, I’ve got the yeyo
In Scarface, contano principalmente tre cose: i soldi, la droga e la reputazione. E’ sul raggiungimento di questi obiettivi, infatti, che verte tutto il gameplay. Il gioco inizia a Little Havana, un quartiere di Miami popolato per lo più da Cubani, per poi estendersi agli altri tre quartieri principali (Downtown, North Beach e South Beach) e nelle isole che circondano la città. La meccanica di gioco, all’apparenza semplice, presenta in realtà molte sfacettature: oltre alle missioni, necessarie per l’avanzamento del gioco, è possibile anche crearsi il proprio giro di spaccio, comprando dai fornitori e rivendendo ai piccoli spacciatori, convincere la polizia a stare alla larga, impaurire le gang eliminandone la presenza senza dover uccidere tutti i membri, riciclare i soldi sporchi per non rischiare di perderli in caso di morte o arresto. Il tutto è gestito dall’indicatore di tensione, un’idea semplice ma efficace: ogni volta che si gestiscono trattative, bisogna stare attenti a non essere tanto molli da non ricavarne alcun guadagno o, viceversa, a non sforare oltremodo, per evitare effetti deleteri (tassi d’interesse elevatissimi per il riciclo del denaro sporco, scontri con le gang o gli spacciatori e così via). Il parco armi è piuttosto vario e diviso in tipologie (armi bianche, pistole, mitra…). Si può portare con sè solo un modello alla volta, nonostante sia comunque possibile sostituirlo tramite il bagagliaio dell’auto in uso o l’armadio di villa Montana. Di pari passo con il completamento delle missioni e la creazione del proprio giro d’affari, cresce anche le reputazione, necessaria per sbloccare vari elementi: da semplici arredi per la residenza (che portano altra reputazione) ad alcuni scagnozzi, che potranno essere assunti ed utilizzati nel caso si volesse far soldi uscendo dai panni del buon vecchio Tony.
Miami e dintorni
Per quanto riguarda le ambientazioni, sono i quartieri di Miami e le isole del circondario a fare da sfondo all’avventura (eccezion fatta per l’irruzione nella villa colombiana di Sosa). Nonostante la grafica non sia certo da capolavoro, è davvero apprezzabile la riproduzione fedele di ogni ambiente, dalle degradate isole alle sfavillanti spiagge di South Beach; vengono, inoltre, ripresi alcuni ambienti del film, ad esempio il Babylon Club e il ghetto per Cubani, dove Tony era stato relegato all’inizio della storia originale. I passanti, che possono contare su una buona varietà di modelli, sono ben più che semplici macchiette. In base alla reputazione del protagonista, infatti, possono avere diverse reazioni (dall’indifferenza alla spudorata ammirazione). E’ possibile persino discuterci, dando vita anche siparietti divertenti (ad esempio, fare avances ad una settantenne). Il gioco gode di una buona longevità, soprattutto grazie all’enorme quantità di elementi sbloccabili, che comprendono anche attività economiche di facciata, grazie a cui l’ammontare dei soldi in gioco diventa elevatissimo. Il sonoro si attesta su un ottimo livello, anche perchè riprende la splendida colonna sonora che, tra le altre cose, aveva reso grande Scarface; peccato che Al Pacino (interprete di Tony Montana), nonostante abbia lavorato a stretto contatto con la casa produttrice, si sia rifiutato di doppiare il suo personaggio.
Il Babylon club in versione videoludica
Non è un clone
Scarface: The World is Yours si rivela un gioco con una buona dose di originalità e non una mera copia di GTA e simili, benché lo stile di gioco vi si avvicini. Il carisma di Tony Montana, oltretutto, e l’ottima ricostruzione degli ambienti e dei personaggi non possono che portare al giudizio certamente molto positivo sia di coloro che hanno potuto apprezzare il capolavoro cinematografico da cui il videogioco prende spunto, sia dei semplici amanti del genere. Con questo titolo, possono davvero divertirsi tutti.