SeaBed – Recensione Switch

Recensito su Nintendo Switch

Se esiste un genere videoludico che possiamo definire di nicchia, è sicuramente quello delle visual novel, da alcuni persino riconosciute a fatica come veri e propri videogiochi, ma che certamente negli anni hanno regalato, in particolare agli amanti delle storie e della cultura di stampo nipponico, tantissime emozioni. Curiosamente, mentre le console casalinghe si danno battaglia a colpi di esclusive, voxel e 4K, le VN hanno sempre trovato la loro casa tra i meandri di Steam (solitamente il mercato dove esordiscono, magari senza fare tanto scalpore in un mare di release giornaliere) e le console portatili, passandosi il testimone dai tempi di PSP a PlayStation Vita fino ad arrivare oggi a Nintendo Switch, quella che speriamo diventerà la destinazione per eccellenza dell’eccellenza in questo campo. Tre anni dopo la sua – relativamente silente – uscita occidentale su Steam infatti, è recentemente sbarcata su Switch SeaBed, una visual novel dai toni davvero dolci che ci ha stregato in queste lente giornate di auto-isolamento dovute al coronavirus.

SeaBed

Portata in Occidente da Fruitbat Factory, azienda di localizzazione finlandese, e opera originaria di debutto dello studio di sviluppo indipendente Paleontology, SeaBed è una longeva storia d’amore di stampo “yuri” (narrazione romantica giapponese con relazioni saffiche) dalle tinte molto gentili e interessanti, immersa in una coltre di mistero, con un pizzico di esoterismo che non fa mai male.

In fondo al mar

La storia di SeaBed è un adattamento videoludico di una miniserie di manga pubblicati originariamente dall’autore delle – splendide – illustrazioni del gioco, pseudonimo hide38 (qui alcuni dei suoi lavori). La trama è narrata dal punto di vista di tre donne (il cast è praticamente composto da sole figure femminili, donando all’intreccio una sensibilità speciale): Sachiko, una designer che fatica a fare i conti con un amore passato, Takako, la sua ex fidanzata (conosciuta fin dai tempi della scuola materna) sparita in circostanze misteriose e Narasaki, la dottoressa, anch’essa amica d’infanzia delle altre due, che cerca di far quadrare la sanità mentale di tutte le persone coinvolte nella storia. Attraverso 10 lunghi capitoli + 1 prologo che da solo vi occuperà una manciata di ore, SeaBed passerà da un’apparente scusa per mostrare le splendide illustrazioni (con inoffensiva quantità di pelle mostrata, quindi adatte quasi a tutti) a una profonda introspezione su personaggi decisamente complessi e intriganti.

SeaBed

Quello che potrà non coinvolgere tutti è il ritmo della narrazione: SeaBed ci ha infatti ricordato una versione visual novel di Gone Home. Come nello splendido gioco Fullbright, sembra per tutto il tempo che ci sia qualcosa pronto a succedere, che alla fine però non succede praticamente mai, ma lasciando la tensione alta e l’interesse destato del giocatore.

“Uffa, ma i libri sono noiosi!”

Pur presentando ottime musiche e grande varietà di sfondi (elementi chiave in una VN del genere), SeaBed rimane una Visual Novel per i veri appassionati del genere, molto “hardcore”, a differenza di altre recenti come Nekopara, Doki Doki Literature Club o la sempreverde Steins;Gate. La sua struttura è quella infatti di una “kinetic” VN, praticamente un romanzo non interattivo davvero longevo (circa 30 ore, come un libro decisamente corposo): a differenza infatti di altre VN più celebri, SeaBed non ha finali alternativi o scelte da fare, la storia si sviluppa nella stessa maniera per tutti, basterà leggere quello che passerà a schermo per portare a termine il tutto. L’unica deviazione dalla formula sarà quando avanzando con le vicende sbloccheremo i “Tips”, ovvero brevi scenette aggiuntive che doneranno tramite piccoli episodi maggiore contesto alle vicende.

SeaBed

Detta chiaramente, questa struttura potrebbe non essere digerita da tutti, ma fortunatamente la qualità della narrazione, delle musiche, degli sfondi e delle – rare – illustrazioni riesce a mantenere l’interesse alto per tutto il tempo, con la sana curiosità di sapere come andrà a finire. Dovendo cercare qualche piccolo difetto, forse l’eccessiva saturazione di personaggi femminili dalle caratteristiche anche fisiognomiche simili a volte potrebbe confondere l’utente (vista anche la narrazione non certo lineare, ricca di flashback e excursus) e in generale SeaBed può a volte lasciar troppo spazio alla descrizione di alcune vicende apparentemente non fondamentali, potenzialmente costringendoci a scorrere alcune parti più velocemente di quanto avremmo voluto.

SeaBed

SeaBed non ha animazioni, pixel, doppiaggio, non ha quasi nulla di un vero videogioco, ma sa catturare, anche se nella sua dovizia di particolari e descrizioni di stati d’animo e conversazioni a volte apparentemente inutili potrebbe annoiare il grande pubblico. Chi invece vuole immergersi nel suo mare troverà una storia che difficilmente dimenticherà, seppur nel suo essere forse eccessivamente prolisso.

8.3

Pro

  • Storia interessante a cavallo tra realtà e soprannaturale
  • Ottime illustrazioni e musiche
  • Punto di vista molto femminile rinfrescante…

Contro

  • … seppur a tratti possa offrire una vista un po’ limitata
  • Prolisso
  • Per alcuni l’assenza di scelte può essere un fattore negativo
Vai alla scheda di SeaBed
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