Sega GT – Recensione Sega GT

Un po’ di GT sulla tua DC

Gran Turismo arrivò nel 1998 e bastò talmente poco perchè ridefinisse totalmente gli standard dei giochi di guida: in breve tempo, gli arcade iniziarono ad essere definiti "fuori moda" e non riuscirono certo a reggere il confronto con la straordinaria sensazione di realismo complessiva che il titolo riusciva a regalare agli accaniti piloti su PlayStation. Come la serie si evolveva, confermando il suo status di esclusiva Playstation, i possessori del Dreamcast si aspettavano magari almeno un segno da qualche sviluppatore, che magari si sarebbe offerto di sviluppare un qualcosa che fosse altrettanto realistico e coinvolgente da tenere testa al titolo della Polyphony Digital. E chi meglio di mamma Sega poteva fare ciò? Il risultato è Sega GT, che si offriva di portare il realismo corsaiolo su Dreamcast come fece GT sulla Playstation. Il titolo venne accolto con plauso dagli utenti Dreamcast e sicuramente sarebbe stato il primo "Real Driving Simulator" per la console della spirale arancione. Ma quanto è stata una buona idea?

Dov’è la realtà?

La grafica di Sega GT, che dovrebbe essere fra le prime features a dare l’illusione del "reale", in realtà sembra un po’ piatta e priva di personalità. Sembra che non sia stata posta la cura necessaria per fondali e textures, che appaiono non molto dettagliati e realizzati con una risoluzione piuttosto bassa e ciò si fa molto evidente se guardiamo da vicino i cartelloni pubblicitari sui guard-rail o alcune sezioni su strada pavimentata, che rivelano la più completa mancanza di dettagli in questo frangente. Inoltre alcuni modelli 3D di elementi come edifici o tribune, mancano di vitalità facendo sembrare il pubblico ai lati del tracciato più simile alle più quiete audiences dei tornei di tennis. Per quanto riguarda la modellazione delle vetture il risultato è discreto, nonostante anche qua non avrebbe guastato un po’ di cura in più dato che anche i modelli delle vetture risentono di una mancanza di personalità non indifferente, corredata con dei riflessi su carrozzeria alquanto banalotti e dei colori che sembra che c’entrino poco e nulla con le vetture che guidiamo (avete mai visto una Punto Sporting rosso salmone?!). Diciamo dunque che su questo aspetto, Sega GT delude non poco.
 

 

La classica highway giapponese: quale ambientazione migliore per un gioco di auto?

 


Occhio alle sospensioni!

Sega GT riesce a iniziare a guadagnare punti quando ci si trova dietro al volante (pardon… joypad…) e si inizia a correre. La fisica è sicuramente il punto forte di Sega GT, dato che riesce a simulare tutti gli aspetti fisici come spostamenti di carico, inclinazioni e perfino sobbalzi della vettura in maniera quasi perfetta e la cosa si sente ancora di più se usiamo un volante, dove potremo godere appieno del supporto analogico dei comandi. Come da copione, o almeno come in ogni simulatore di guida che si rispetti, il nostro stile di guida varia in base a ciò che guidiamo, considerando che alla Sega hanno lavorato abbastanza sodo per tradurre le varie specifiche delle vetture presenti in dati da inserire nel motore fisico. Starà a noi dunque affinare le nostre abilità man mano che guideremo vetture dalle prestazioni sempre più elevate. Ovviamente, la questione è sempre la stessa: se amate il realismo, amerete la giocabilità di questo titolo, ma se invece siete più per l’immediatezza degli arcade, allora lascierete perdere dopo che sarete usciti di pista un paio di volte…
 

 

Abbiamo creato la nostra prima macchina: la Capital! Non è un mostro di velocità però…

 


Un po’ come in GT… forse troppo…

Sega GT utilizza per la sua struttura di gioco una formula ormai ben collaudata: partiremo con pochi soldi per comprare un’auto usata dalle prestazioni esigue e da lì comincerà la nostra scalata al successo. Di gare ce ne sono di vari tipi: gare da 400 o 1000 metri in accelerazioni, endurance, gare aperte o gare riservate per i piloti patentati. Avete capito bene: anche qui dovremo ottenere delle patenti per accedere a degli eventi particolari che andranno ottenute superando varie prove a tempo. A differenza della serie GT però, c’è da dire che il livello di difficoltà è stato leggermente "ammorbidito", forse per incontrare il favore dei giocatori non proprio espertissimi, e proprio per questo il più delle volte per ottenere una patente basterà superare una prova soltanto fra quelle in elenco. Abbiamo inoltre molte auto su licenza fra cui scegliere e modificare in vari aspetti. Insomma, detto così sembra quasi che dal punto di vista della longevità, questo titolo sia una fotocopia del capolavoro della Sony senza un minimo di personalità.
Eppure una modalità abbastanza interessante c’è: si chiama Carrozzeria. In questa modalità potremo costruire la macchina dei nostri sogni decidendo tipo del motore, aspirazione, trazione, tipo del telaio e ovviamente anche il nome della vettura. All’inizio potremo costruire piccole auto all’ordine dei 600-1000 cc, ma conquistando delle licenze di fabbricazione (in cui dovremo guidare le auto originali da noi prodotte in prove a tempo) otterremo dei permessi per fabbricare auto sempre più potenti. Consiglio caldamente di visitare spesso la modalità perchè non saranno poche le volte in cui dovremo partecipare ad eventi riservati ad auto "originali". Inoltre, è possibile anche giocare a un minigame sulla VMU, da scaricare nel menu relativo, per guadagnare soldi e nuove vetture da utilizzare nella modalità in singolo, in multiplayer o nelle gare online, ovviamente previa possessione del modem per Dreamcast.

Che musica! Quasi non si sente…

Il sonoro di Sega GT è abbstanza discreto: i motori rombano come dovrebbero e lo stridore dei pneumatici è abbastanza convincente. Un po’ meno gli impatti invece, che sembrano troppo somiglianti di suono a un tavolo sbattuto al muro. La colonna sonora non è niente di speciale: una miscela di brani electronic-rock realizzati con disimpegno e blandamente ispirati ai racing-game dei primi anni ’90, senza tratti di distinzione e che non spiccano nel sonoro complessivo. I brani musicali vengono puntualmente "affogati" dal rombo dei motori, che alla fin fine sono i veri protagonisti del comparto sonoro di un gioco di corse.
Le musiche dei menu sono un po’ più raffinate da questo punto di vista, ma ricordano eccessivamente le background tracks dei menu di Gran Turismo. Insomma: le musiche, come la grafica, meritavano un po’ di cura in più. Almeno nel remoto caso in cui voleste alzare il volume del BGM per non essere assordati dal suono del vostro possente V6 biturbo.
 

 

Sky Peak Hill è forse uno dei tracciati meglio realizzati di Sega GT

 


Non ci siamo già visti da qualche parte?

Sulla carta, Sega GT dovrebbe essere il più acerrimo rivale di Gran Turismo e dimostrare che il Dreamcast può avere giochi di guida estremamente realistici sfruttando il suo hardware di prim’ordine. In pratica però, quando inseriamo il disco nella console, ci troviamo di fronte a un blando "clone", quasi senza personalità. Certo, guadagna punti con un motore fisico che probabilmente è il più realistico mai implementato in un gioco per Dreamcast, ma ne perde a causa di una realizzazione tecnica alquanto superficiale per grafica e struttura di gioco, che ci fa chiedere se valga davvero la pena spendere i nostri soldi in ciò che è solo un Gran Turismo con un logo Sega sulla custodia. Attenzione però: sarebbe scorretto cestinare Sega GT in questo modo basandosi solo sui suoi difetti. Innanzitutto, la modalità Carrozzeria merita una nota positiva e probabilmente vi divertirete a costruire la vostra personalissima e mostruosa 12 cilindri con cui stracciare gli avversari; inoltre la longevità complessiva è sicuro che vi terrà incollati allo schermo abbastanza per coinvolgervi nel realismo che il titolo tenta di ricreare, purtroppo senza grosso successo. Tirando le somme, dunque, Sega GT è un buon titolo ma probabilmente non piacerà a chi si aspettava qualcosa di più originale del "solito" Gran Turismo. Storcerà sicuramente il naso chi adora invece titoli come Forza Motorsport.

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