Shin Megami Tensei: Nocturne – Recensione Shin Megami Tensei: Lucifer’s Call

La saga Shin Megami Tensei vanta un gran numero di titoli usciti su diverse piattaforme, numero che ha reso il marchio longevo e molto produttivo in termini di quantità e qualità. Il primo titolo ad arrivare sulle console europee è Nocturne, sottotitolato Lucifer’s Call nella versione PAL, un JRPG che fa dell’esplorazione e del combattimento i suoi punti di forza, il tutto unito ad un’ambientazione da survival horror e ad una difficoltà piuttosto elevata.
Il prodotto che ne risulta è un gioco di ruolo decisamente interessante e fuori dagli schemi nella sua classicità, e in aggiunta può vantare la presenza di una guest star molto particolare, Dante di Devil May Cry!

It’s the end of the World

Il gioco comincia con il protagonista ed i suoi amici che stanno andando a fare visita alla loro insegnante ricoverata nel vicino ospedale, ma già dalle prime battute è chiaro che qualcosa non quadra: la metropolitana è deserta e l’ospedale pare abbandonato. Questo tetro scenario non tarderà a trasportarci nel mezzo della Conception, la distruzione e rinascita del mondo causata da una non ben identificata setta. Il protagonista si risveglierà su un lettino d’ospedale, senza sapere veramente cos’è accaduto, completamente solo e con un parassita nello stomaco che gli dona dei poteri demoniaci, mentre la città è completamente sconvolta, trovandosi dislocata all’interno del "Vortex World", un mondo sferico rivoltato come un calzino, dove della gente rimangono solo malinconiche anime ignare di ciò che è accaduto mentre i demoni imperversano.

 

Il protagonista in una delle scene iniziali

 

Starà a noi cercare di sopravvivere in un mondo distopico ed estremamente violento, tentando nel frattempo di svelare i misteri della Conception e plasmando un nuovo mondo secondo la nuova natura demoniaca, secondo il vostro cuore umano o seguendo una delle ideologie delle fazioni che ora popolano il mondo. Lucifer’s Call tradisce così  l’apparenza da survival horror e lancia finalmente il giocatore in un JRPG duro e puro, fatto di esoterismo, dei e demoni, in un mix originale accompagnato da atmosfere oniriche e psichedeliche, oltre che da un livello di sfida particolarmente elevato e mai banale.

Sasso, carta, forbici, fire, death…

Un titolo particolare non può che essere contornato da elementi che lo rendono tale. Il party sarà infatti composto da quattro personaggi, il protagonista e tre demoni, nessun’altro individuo umano ci accompagnerà nell’avventura, ma al contrario ci sarà una vasta schiera di spiriti e mostri assortiti che potremo reclutare direttamente sul campo. La fiducia dell’abominio di turno andrà però conquistata corrompendolo con oggetti e denaro, oppure rispondendo correttamente ai suoi quesiti, ma potrà però capitare di non riuscire a convincerlo, perdendo così un turno. In base alle scelte compiute durante lo svolgersi della trama sarà inoltre possibile avere come alleato (o come temibile avversario) quel Dante protagonista dell’action di casa Capcom, Devil May Cry; aggiunta piacevole e aderente al contesto. Essendo Dante un cacciatore di demoni, avrà parecchio lavoro da svolgere e non mancheranno attriti dovuti alla sua professione e alla nostra nuova natura.

 

I boss sapranno darvi parecchio filo da torcere

 

Punto focale del gioco sarà collezionare demoni e fonderli tra loro per ottenere ibridi sempre più potenti e dotati delle abilità di cui necessiteremo proseguendo nel gioco.
La fusione avverrà in appositi luoghi situati negli avamposti, dove potremo fondere tra loro più demoni contemporaneamente, sperimentando le più disparate combinazioni nel tentativo di ottenere alleati via via più potenti. Sarà necessario tenere in considerazione le fasi di Kagustuchi, una sorta di sfera energetica che si sposta nel cielo, in quanto creare i mostri più forti richiederà una posizione specifica della sfera, posizione che influenzerà anche l’aggressività dei nemici, il loro numero e la frequenza degli incontri casuali, rendendo consigliabile tenere d’occhio il relativo indicatore che varierà tra 0 (new) e 8 (full). Il protagonista guadagnerà abilità dai diversi Megatama, parassiti che donano poteri demoniaci, ottenibili nel corso del gioco sia nei negozi sia sottoforma di ricompense varie; con l’aumento di livello, inoltre, saremo liberi di assegnare diversi punti ai parametri del personaggio, rendendolo così adatto al nostro approccio negli scontri. Un personaggio basato sugli attacchi di tipo fisico spenderà punti sulla forza e sulla costituzione, uno di tipo magico sull’intelligenza, e così via, creando personaggi e party sempre diversi in base ai parametri potenziati e ai mostri fusi, aumentando la rigiocabilità del titolo. La personalizzazione del party e un semplice ma efficace sistema di combattimento a turni basato su debolezze donano al videogioco uno spessore tattico non indifferente. Demoni e Megatama sono dotati di punti deboli e punti forti: colpire un nemico vulnerabile al fuoco con una magia di tipo fuoco, per esempio, permetterà di guadagnare un turno extra; in caso dovessimo invece mancare il bersaglio o colpirlo con un elemento al quale è particolarmente resistente perderemo un turno o più in base al tipo di resistenza. Ciò si traduce in un raffinato sistema "sasso-carta-forbici" efficace e mai banale, che spinge ad un approccio ragionato e al ponderare ogni mossa, dall’utilizzo degli oggetti all’uso di magie curative e offensive.
L’esplorazione si svolge su due piani: la world map e i dungeon, passando per i classici avamposti dove potremo fare rifornimento, salvare e curarci. La world map permetterà spostamenti generali tra un’area e l’altra del Vortex World, mentre i dungeon risulteranno intricati labirinti pieni di enigmi che spesso richiederanno ore e decine di incontri casuali per arrivare al canonico boss finale, in grado di pestarci per bene se approcciato in maniera sbagliata.

Cel-shading psichedelico

Consuetudine della serie è offrire un’ambientazione ricca d’atmosfera, e Nocturne non è da meno: verremo immersi in paesaggi suggestivi e onirici, spesso lugubri e carichi di tensione.
Pianure desolate, centri commerciali fantasma, tunnel metropolitani, templi e porzioni di città semidistrutta offrono una discreta varietà nelle ambientazioni e nello stile dei dungeon affrontati, con variazioni che vanno dal grigiume di città post apocalittiche a  psichedelici labirinti color pastello.

 

Il design dei dungeon è molto ispirato, a tratti disturbante

 

Il comparto visivo risulta all’altezza, con modelli poligonali dettagliati e ben definiti per quanto riguarda i personaggi, mentre si fa altalenante sul versante ambientazioni, che appaiono spesso spoglie, dettaglio facilmente riscontrabile negli ambienti cittadini più che nei disturbanti dungeon, anche se le textures in generale si attestano su buoni livelli, complice l’ottimo uso del cel-shading. Esso ben si sposa con il resto del gioco, ed è in parte responsabile dell’atmosfera creata, oltre a rendere il tutto piacevole agli occhi, anche se non è sufficiente a compensare le incerte e legnose animazioni ed effetti speciali sottotono.
Il comparto sonoro è composto da musiche caratterizzate da aggressivi riff di chitarra e da inquietanti cori mistici, riuscendo a caricare il giocatore durante le battaglie e a creare tensione durante le fasi esplorative, senza sfociare mai nella banalità e mantenendo una discreta ispirazione. Un’ottima soundtrack composta da Shoji Meguro viene però contornata da una discutibile mancanza di doppiaggio: nessun dialogo infatti è stato doppiato, lasciando alle sole musiche il compito di enfatizzare le situazioni più importanti. Un vero peccato, visti i momenti drammatici che saremo chiamati ad affrontare, che sarebbero potuti essere ancora più drammatici se uniti ad un buon doppiaggio, basti vedere il cugino Digital Devil Saga.

Conclusione

Lucifer’s Call riesce ad unire il survival horror al gioco di ruolo orientale, in parte per il taglio sinistro ed inquietante del tutto ed in parte per la morte che aspetta il giocatore dietro ogni angolo. Potrebbe infatti risultare un titolo ostico per i neofiti del genere, mantenendo un grado di sfida piuttosto alto anche per gli appassionati. Il cel-shading ben si sposa con lo stile adottato e contribuisce a ricreare un’atmosfera sempre a metà tra il sogno e l’incubo, il tutto accompagnato da ottime musiche e, sfortunatamente, da una mancanza di doppiaggio che fa un po’ storcere il naso. I difetti maggiori sono però da ricercarsi nella trama, con un incipt davvero interessante, ma che sembra più un pretesto per lanciare il giocatore negli innumerevoli (sul serio, combatterete parecchio) scontri e nel dungeon crawling. I combattimenti costituiscono infatti il vero cuore del gioco, con una grande varietà di nemici ed una squisita profondità tattica. Allo stesso modo l’esplorazione lancerà il giocatore in intricati dungeon ricchi di enigmi e trappole, veri e propri labirinti.
La longevità si aggira sulle settanta ore, variabili in base al livello di completamento a cui si punta ed alla bravura del giocatore. Il prodotto presenta il selettore 50/60hz e la piacevole aggiunta di un personaggio come Dante, oltre che ad un battle system che sa regalare parecchie soddisfazioni una volta assimilato.
Un JRPG consigliato agli amanti dei dungeon crawler e a chi è alla ricerca di un gioco di ruolo che offre un alto livello di sfida. Soddisfazione assicurata.

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