Singularity – Recensione
Prima di cominciare il pezzo, c’è da fare una piccola premessa storica per far capire di cosa parliamo. Siamo in periodo di piena guerra fredda in un mondo parallelo al nostro. LaRussia scopre casualmente un nuovo elemento reperibile soltanto su un’isoletta posizionata nello stretto fra quest’ultima e l’Alaska. Lo battezza E-99 per via della posizione datagli nella tavola degli elementi. Inizialmente si pensa di usare questo nuovo minerale per costruire un dispositivo in grado di contrastare la bomba atomica americana, ma effettuando ricerche scoprono che il nuovo elemento è capace di ben altre cose…
1955… 2010!
Siamo nel 2010 quando un satellite americano viene oscurato per alcuni secondi da un’ondata di radiazioni proveniente dall’isola russa di Katorga-12. Una squadra viene inviata per indagare su un posto che dovrebbe essere ormai abbandonato da anni, ma durante la fase di arrivo gli elicotteri vengono investiti da una misteriosa forza che li fa precipitare immediatamente. Oltre a noi sopravvivrà il nostro compagno di squadra, con il quale prenderemo subito contatti radio. Procediamo fra quelle che sembrano essere le rovine di una vecchia città fino a quando un’altra ondata di energia non ci investe… Per ritrovarci nello stesso edificio, ma cinquant’anni prima, durante un violento incendio.
La storia verte fortemente sulla componente del viaggio nel tempo, dei cambiamenti del continuumspazio-tempo e delle conseguenze delle nostre azioni fin dai primi momenti di gioco. Proseguendo ci troveremo a combattere contro strane creature. Non umani, ma nemmeno bestie. Persone trasformate dopo l’esplosione di un enorme dispositivo presente sull’isola alimentato dalla forza dell’E-99, chiamato “la singolarità”, esseri che bramano carne umana (che strano, eh? Non potevamo essere unopossum?). Andando avanti scopriremo un intrigo ben più ampio della nostra missione di ricognizione. Chi vuole la verità, chi il potere per sé o chi vuole fare in modo che questo non accada. Noi, ovviamente, facciamo la parte del disgraziato che si trova in mezzo a tutto questo.
Armi sci-fi
Il gioco è ambientato ai giorni nostri ma in una realtà parallela. Per questo le armi sono tutte fantascientifiche e funzionano grazie all’ausilio di E-99. Questo, in termini di gameplay, si traduce in una buona varietà di combinazioni dei dispositivi. Avremo a disposizione un fucile da cecchino in grado di rallentare il tempo, un lanciagranate capace di sparare bombe teleguidate o anche proiettili in grado di cercare il bersaglio (con il nostro aiuto). Altrettanto non si può dire dei potenziamenti di queste ultime che appaiono limitativi, seppur difficili da comprare tutti in una sola partita. Questi si limitano infatti a pochi parametri potenziabili tre volte quali precisione, ricarica e danni. Per acquistarli le vie sono due: denaro sonante (dicasi tecnologiaE-99 in questo titolo) o tramite delle valigette reperibili lungo il percorso chiamate “tecnologia bellica”, che è sempre meglio raccogliere. Non finisce qui. Se i potenziamenti delle armi appaiono limitati, altrettanto non è per quanto riguarda il personaggio in generale. Abbiamo infatti la possibilità di acquistare miglioramenti di vario tipo per ogni cosa: dalla salute all’energia per passare alla precisione delle armi fino ad arrivare ad abilità che ci curano ogni volta che mandiamo al tappeto un nemico.
Abbiamo deciso di lasciare per ultimo il vero punto focale del gameplay, come ciliegina sulla torta. Certamente avrete seguito l’ultima fatica di Raven Software durante lo sviluppo e quindi sapete già di cosa stiamo parlando. Singularity si è distinto fin da subito dai suoi simili grazie ad una caratteristica che di solito nei videogiochi va alla grande, che è la manipolazione temporale. Una volta ottenuto (non è uno spoiler! E’ in copertina!) il Congegno di Manipolazione Temporale (leggasi “CMT”) abbiamo la possibilità di controllare il tempo. Diversamente da come ci hanno abituati titoli come Timeshift o Prince of Persia non possiamo riavvolgere il nastro per riparare a qualche errore o ad una morte accidentale, ma “solo” il potere di invecchiare o ringiovanire moltissimi oggetti su schermo… Fra i quali i soldati nemici. Un metodo anticonvenzionale per aprirsi la strada è decisamente invecchiare chi si trova davanti a noi fino a renderlo un mucchietto d’ossa! Inoltre ringiovanendo casse di rifornimenti abbiamo la possibilità d’impossessarci di quello che contenevano cinquant’anni or sono oppure invecchiando le casseforti possiamo impadronirci di quello che custodiscono ora!
Se dobbiamo trovare una pecca nel gameplay, che per il resto rimane quello di un normaleFPS, è l’inserimento in malo modo del terzo asse di movimento, alias il salto. Infatti ha una funzione più estetica che altro poiché non potremo saltare quasi nessuno ostacolo semplice lungo il percorso, come una barricata di cemento alta nemmeno mezzo metro. Obbligare sempre il giocatore ad aggirare un ostacolo così infimo non giova certo alla giocabilità.
Una città abbandonata a se stessa… Non vi ricorda qualcosa?
Per quanto, diciamolo subito, proseguendo con la trama certe ambientazioni risultano davvero azzeccate e ben riuscite, bisogna fare presente che in certi punti come gli uffici iniziali o il paese l’ambientazione ricorda moltissimo il capolavoro di 2K,Bioshock. Infatti all’inizio ci verrà subito parato davanti un posto molto umido, abbandonato del tutto a sé stesso con la vegetazione che prende il sopravvento. Nonostante questo alcuni dispositivi ancora funzionano bene come alcuni videoproiettori o altri congegni di presentazione dell’isola che spiegano quanto sia bello restare su Katorga-12. Non si sa se questa sia una citazione voluta, una mera copiatura o solo una coincidenza. Certo è che il paragone sorge spontaneo a chi ha provato entrami i titoli.
Unreal Engine troppo lento
Cosa volete farci? La grafica è il vero tallone d’Achille del titolo. Fin dai primi istanti di gioco i modelli dell’NPC davanti a noi non appare proprio eccelso e subito dopo lo schianto dell’elicottero abbiamo la possibilità di godere dello spettacolo di effetti particellari sottotono. Il colpo di grazia definitivo viene dato quando giocando s’incappa inevitabilmente in texture in bassa definizione o quando queste non vengono caricate affatto in tempo, mostrandoci solo dei modelli basilari senza texture bruttissimi da vedere. E’ capitato più di un paio di volte di rimanere a fissare un alberello o delle scale per svariati secondi prima che il sistema si decidesse a caricare le vere textures sui modelli. Forse i Raven si sono concentrati maggiormente sul resto del prodotto, ma è certo che al riguardo si sono persi in un bicchiere d’acqua.
Singularity si presenta dunque come uno sparatutto in prima persona più che buono con una trama intrecciata ed approfondita, grazie anche ai nastri audio registrati dagli abitanti (Bioshock. Ancora?). Il gameplay si rivela molto divertente ed intuitivo anche se forse la manipolazione temporale è limitata rispetto a quello che si è visto già con altri titoli. L’acquisto è consigliato a tutti, tenendo sempre conto della scarsa longevità single player e dei problemi tecnici che lo affliggono. In ogni caso questi non influenzano in alcun modo la giocabilità con cali repentini di frame-rate, scatti o simili.
Pro
- - Manipolazione temporale
- - Bella trama
- - Armi SciFi ben riuscite
Contro
- - Texture in bassa definizione
- - Engine lento a caricare
- - Scarsa longevità