Soccer Kid – Recensione Soccer Kid

Semplicità

Capita a volte di guardare indietro al passato, lasciandoci alle spalle le superpotenti e incredibili console della next-gen, per capire come ci siamo evoluti dal punto di vista videoludico, e di riscoprire come alcuni titoli (o alcune console) fossero immortali non grazie a un numero spropositato di livelli di gioco da completare o magari ad una trama pseudo-hollywoodiana, ma per la loro semplicità e il divertimento che ne derivava. Proprio da uno sguardo indietro, più precisamente verso il compianto Commodore Amiga, il PC che ha osato sfidare i sistemi a 16 bit, vogliamo far partire il discorso riguardante questo Soccer Kid. Di certo è un titolo atipico per vari aspetti, a partire dal titolo, ma la sua forza sta proprio nella semplicità di fondo, la quale riesce a farne, senza problemi, una valida alternativa a porcospini e idraulici saltellanti destinata agli utenti degli home computer.
 


Il Nerboruto Gino: forse meglio non infastidirlo…

Al ladro!

Chiariamo subito: Soccer Kid non è un gioco di calcio, né tantomeno interpreteremo un calciatore emergente alla ricerca del successo. Si tratta di un platform con tutti i crismi, signori. Come potrebbe esserlo un Sonic o un Mario, ma con alcune trovate tanto semplici quanto geniali. La storia è ambientata nell’anno 1994, anno del campionato mondiale di calcio che si svolge negli Stati Uniti (e, ahimè, anno del traversone di Baggio su rigore). Degli alieni sbarcano sulla Terra e, per una serie di ragioni sconosciute, rubano l’ambitissimo e prezioso trofeo. Toccherà dunque al nostro impavido protagonista vagare per il globo e recuperare il maltolto. Per riuscire nel suo intento, il nostro simpatico seppur super-deformato amico dovrà farsi strada attraverso Inghilterra, Italia, Russia, Giappone e USA, sbarazzandosi dei vari nemici che incontrerà lungo il suo cammino con il solo aiuto del pallone che si porta dietro e della sua tecnica. Da considerare due fatti principali: innanzitutto il sistema di controllo, abbastanza semplice e che riesce a utilizzare lo scarno joystick dell’Amiga per permetterci di eseguire palleggi, salti, ma anche mosse speciali come le scivolate per evitare nemici provenienti dall’alto. Il gioco è facile da padroneggiare  e immediato da apprendere (e se nel caso fossimo lenti di comprendonio, una utilissima modalità "demo" ci spiegherà le varie combinazioni di tasti). Il secondo fattore è rappresentato invece dall’alto livello di sfida che questo titolo riesce ad offrire. Infatti non sarà facile superare i livelli, ma il fatto di doverci fronteggiare via via con nemici sempre diversi a seconda della location in cui ci troviamo costituisce una costante importante sia dal punto di vista della longevità (che quindi non fa pesare la "pochezza" di livelli disponibili), ma anche per il fattore "replay", in quanto sarà difficile, anche dopo aver completato il gioco, ricominciarlo da capo, magari per migliorarsi un po’ di più.
 


"Ehi! Bambino! Ma non lo sai che non si gioca a pallone in mezzo alle macchine?"

Dichiarazione di indipendenza

Indipendenza totale dal cliché che solo hardware da bar e console casalinghe possono godere di una buona grafica a 16 bit. Soccer Kid potrebbe essere graficamente più dettagliato di qualsiasi titolo SNES o Mega Drive allora disponibile. E non parliamo solo di potenza dell’hardware (di fatto più potente dei processori dei due "avversari principali") ma di cura nei dettagli. Sembra che durante lo sviluppo della parte grafica la Krisalis Software sia stata assistita da veri e propri maestri della pixel art. I fondali sono perfetti e presentano vari tratti distintivi delle varie ambientazioni in cui ci troviamo (il Big Ben per Londra, il Cremlino per Mosca, ecc.), gli sprites sono ben curati e presentano un ottimo character design cartoonistico e divertente, sia per il personaggio principale, che per i vari nemici. Oltre a ciò, aggiungete anche un’impressione di pulizia ineccepibile, volta ad aumentare ulteriormente il dettaglio grafico. In poche parole: la grafica da sala giochi sulla vostra scrivania.
 


Quattro palleggi in tranquillità in quel di Miami

E allora, samba!

Comparto sonoro soddisfacente per questo "calcio-platform", che mantiene la sua identità calcistica in alcuni effetti sonori (come fischio dell’arbitro o i rimbalzi della palla), ben realizzati e che svolgono bene il loro lavoro nel gioco, e nella maggior parte dei motivetti musicali. Di questi è da sottolineare l’alta qualità sonora resa possibile dall’hardware messo a disposizione dall’Amiga e la loro orecchiabilità: infatti passeremo da temi di ispirazione squisitamente calcistica (un po’ da sigla delle partite degli anni ’90) ad altri, un po’ più movimentati, dal sapore di samba e latinoamericano. Come la grafica, dunque, il sonoro ha goduto di una cura nei dettagli davvero incredibile, in quanto le musiche non sono mai banali o scontate, regalando un adeguato sottofondo alle nostre imprese.

Sapor di naftalina

Un ibrido interessante e ben confezionato. Se pensate che il calcio sia tutto uguale, con partite interminabili e sfuriate sulla moviola del fallo dell’ultima ora, giocare a questo titolo potrebbe farvi cambiare idea. Certo, non è un qualcosa di canonico abbattere i nemici con colpi di testa o "sciabolate morbide", ma non potrete sottrarvi al fatto che il titolo Krisalis costituisce una di quelle ottime variazioni sul tema del genere platform. Certo, la difficoltà c’è, ma è soltanto la scintilla che vi farà innamorare di questo titolo e vi porterà a giocarlo fino in fondo, per poi ricominciarlo da capo una volta assaporata la soddisfazione del suo completamento. Un titolo per cui vale la pena tirar fuori dalla polvere il caro vecchio Amiga.

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