Spectrobes – Recensione Spectrobes
Ecco che la Disney insieme ai programmatori della Jupiter, autori di Kingdom Hearts: Chain of Memories, decidono di sviluppare un gioco che poggia le basi sulla nota serie dei Pokemon. Benchè il tutto sia incentrato sulla collezione e evoluzione di mostri, gli sviluppatori hanno voluto rivoluzionare lo stile di giocabilità (forse ripetuto ormai da anni nei giochi sui Pokemon) in modo da proporre qualcosa di innovativo.
Una minaccia interplanetaria
Alla Disney di certo non mancano le idee, infatti la storia di Spectrobes ruota attorno alle vicende di Rallen (il nostro alter ego virtuale) e Jeena, due giovani agenti della polizia planetaria del sistema Nanairo. Ai due viene affidata la loro prima missione: il comandante ordina di andare su Daichi, secondo pianeta del sistema, per individuare un velivolo sconosciuto e precipitato lì dopo un viaggio lunghissimo. Giunti sul luogo dell’accaduto e dopo aver rinvenuto la misteriosa navicella, i due scopriranno che Aldous (questo è il nome dell’uomo trovato svenuto a bordo del velivolo) proviene dal sistema Giorna, svanito improvvisamente nel nulla 16 anni prima. L’uomo in questione è uno scienziato scappato dal proprio pianeta in cerca degli Spectrobes, creature estinte da secoli, dotati di enormi poteri in grado di contrastare i Krawl, misteriose amebe capaci di assorbire interi pianeti. Il nostro compito sarà quello di ritrovare i fossili delle nostre creature salvatrici e riportarli in vita per ostacolare la furia della minaccia aliena, visto che quest’ultima si sta dirigendo proprio verso il sistema Nanairo.
A Caccia di Spectrobes
Sicuramente c’è da apprezzare il lavoro che i programmatori hanno svolto nell’integrare tutte le caratteristiche della console su cui il titolo gira infatti, durante le ore di gioco, saremo chiamati ad utilizzare non soltanto il touch screen ma anche, e in modo tutt’altro che marginale, il microfono. Dopo aver trovato un oggetto (con l’aiuto di un Cercatore), che sia esso un fossile, un minerale utile a potenziare lo status degli Spectrobes in incubazione o meglio ancora un cubo dal prezioso contenuto, dovremo rimuovere terra e polvere formatasi sull’obiettivo con le caratteristiche uniche del DS. Durante l’operazione di recupero, picchettando sul touch screen con il pennino, avremo la possibilità di controllare i vari strumenti (classificati per grado di intensità e precisione), utili a rimuovere la terra in esubero invece, soffiando sul microfono, potremo far volare via la polvere che ci ostacola nella visibilità dell’oggetto ritrovato. Una volta recuperato il fossile, dovremo recarci nel laboratorio all’interno dell’astronave per poterlo risvegliare. Questa procedurà risulta veramente originale infatti, per risvegliare la creatura, dovremo soffiare nel microfono della nostra console con un’intensità che varia da uno Spectrobes ad un altro. Dopo che avremo ottenuto il nostro cucciolo, potremo decidere se lasciarlo per un periodo di tempo in incubazione e, grazie all’utilizzo dei minerali, fargli assumere le dimensioni e le caratteristiche ideali per poter fronteggiare i combattimenti, oppure portarlo direttamente con noi per essere utilizzato come Cercatore. Durante le perlustrazioni sui vari pianeti del sistema Nanairo, potremo portare fino a ben sei Spectrobes da combattimento più l’utilissimo Cercatore, ma soltanto due combatteranno al nostro fianco mentre gli altri saranno utilizzati come supporto per l’intera squadra. Inoltre, sempre in concomitanza ai sopralluoghi, troveremo i Krawl che, sotto forma di vortici neri, si muoveranno secondo schemi ben precisi reagendo alla nostra presenza. Una volta entrati in contatto con queste creature, verrà caricata una sorta di arena con all’interno Rallen, affiancato rispettivamente a destra ed a sinistra dai due Spectrobes scelti in precedenza, e da un numero di Krawl che varia a seconda della situazione. Inizialmente il sistema di controllo potrebbe risultare macchinoso e alquanto frustrante, ma ben presto sarà rivalutato visto il divertimento assicurato dai combattimenti in real-time. Va comunque precisato che durante i combattimenti, dovremo fare particolare attenzione alla posizione dei nostri alleati rispetto agli avversari, perchè in alcuni casi vedremo i nostri attacchi vanificarsi nel vuoto. Grossa pecca si presenta nell’intelligenza artificiale, la quale non è calibrata in maniera ottimale vista la lentezza nei movimenti e la facilità di schivare gli attachi nemici. Infine, nella confezione del gioco, troveremo quattro carte plastificate forate in vari punti che ci permetteranno, sempre dopo aver trovatato il cubo giusto, di sbloccare contenuti difficilmente ottenibili. La procedura da eseguire per sbloccare i contenuti raffigurati sulle carte risulta particolarmente originale, difatti posizionando la carta sul touch screen ci verrà richiesto di toccarlo in corrispondenza dei sopracitati fori. Questo utilizzo non solo rende il tutto molto divertente, ma consentirà a tutti i giocatori di scambiare e collezionare oggetti e Spectrobes di livello superiore.
Tecnicamente
Spectrobes può vantare di un longevità che si attesta su livelli più che buoni, infatti, anche se l’avventura principale potrà essere portata a termine senza tanta difficoltà, trovare tutti i settantasei fossili presenti nel gioco, risulterà un compito tutt’altro che facile. Inoltre la modalità multiplayer, sbloccabile grazie al ritrovamento di un cubo, ci permetterà di sfidare amici vicini oppure altre persone tramite la Wi-Fi Connection. La prima delle due modalità – quella in locale – ci dara la libertà di scambiare fossili e oggetti con i nostri amici addirittura, potremo dare luogo ad uno scontro uno contro uno. L’altra modalità – quella online – consentirà a tutti i proprietari di una connessione Wi-Fi di partecipare ad una serie di combattimenti, a seconda del numero di giocatori che può variare da un minimo di 3 ad un massimo di 16, organizzati dal "Maestro" (colui che ospita i match e li regolarizza). Questa modalità ci dà la possibilità, tramite il sito www.spectrobes.com, di scaricare contenuti aggiuntivi. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico possiamo lodare gli sviluppatori della Jupiter che ancora una volta hanno dimostrato di avere del talento. Ogni Spectrobes si differenzia dall’altro per l’elevato numero di dettagli e le animazioni risultano fluide, in particolar modo durante i combattimenti. Le ambientazioni di ogni pianeta, visibili su entrambi gli schermi del DS, risultano ben curate e gradevoli da esplorare. Per quanto riguarda il sonoro, questo titolo può vantare di una discreta colonna sonora, infatti ogni pianeta che visiteremo ci offrirà un diverso tema musicale. Gli effetti sonori sono ben orecchiabili, anche se la mancanza di un verso, che identifica lo Spectrobes, farà storcere qualche muso.
Questo risulta un titolo dalle buone qualità, sia dal punto di vista della giocabilità che da quello del comparto tecnico. Peccato per la longevità e la mancanza di una modalità multiplayer più consistente, avrebbero reso Spectrobes un vero e proprio capolavoro. Il team della Jupiter è riuscito ancora un volta a stupirci per le idee veramente geniali sull’utilizzo del touch screen e del microfono. Concludendo possiamo dire che questo titolo sarà apprezzato in particolar modo da coloro che non vedono l’ora di lanciarsi nel collezionare nuove e incredibili creature, ma comunque consigliato anche a chi non ha mai avuto molta simpatia per la famosa serie dei Pokemon.