Tempest Rising Recensione

Recensito su PC

Tempest Rising Recensione GameSource.it

L’arrivo di Tempest Rising è da accogliere senza dubbio come un atto d’amore e una ventata di novità nel panorama, ormai da anni stantio, dei giochi di strategia in tempo reale. Considerando che di titoli dal futuro distopico, in cui due fazioni sono in guerra per conquistare risorse e territori, non se ne vedono da parecchio.

Inutile girarci attorno, lo scettro degli RTS con queste caratteristiche appartiene da sempre alla serie Command & Conquer di Electronic Arts, acquisita insieme ai Westwood Studios anni fa. Questo preambolo serve solo per dire che di RTS di queste serie (Tiberium e Red Alert) non se ne vedono da anni, fatta eccezione per la remastered del 2020.

E da grande fan degli RTS, dalle ambientazioni e tecnologie distopiche ma credibili, già dalle prime missioni di Tempest Rising, sviluppato da Slipgate Ironworks, ho capito come questo nuovo gioco di strategia volesse porsi come degno erede dei titoli che tra anni 90 e primi 2000 impazzavano sui PC di tutto il mondo.

Tempest Rising Recensione di un 1997 alternativo

Immaginate se l’epilogo della crisi dei missili di Cuba del 1962 non fosse stato un accordo tra Stati Uniti e URSS ma avesse portato a una Terza Guerra Mondiale nucleare. La pressione dei pulsanti in grado di attivare le devastanti testate missilistiche avrebbe certamente portato a una distruzione estesa e duratura.

Ed è proprio immaginando questo epilogo alternativo della Guerra Fredda che Tempest Rising ci porta alle sue conseguenze: morte, radioattività ma anche alla scoperta del Tempest. Questo misterioso materiale sembra propagarsi in prossimità delle zone maggiormente colpite da radiazioni, alimentandosi da esse e portando a una naturale bonifica dei territori.

Il Tempest però è anche una fonte inestimabile di energia, sfruttabile tramite delle nuove centrali elettriche che iniziano a propagarsi da qui in poi, fino a giungere all’alba del 1997, in cui un nuovo conflitto vede opporsi fazioni blu e rosse, come da tradizione: da una parte la Global Defense Force (GDF) e dall’altra la Tempest Dynasty.

Tempest Rising - Recensione - Aleks Molchalin, la guida dei Tempest Dynasty
Aleks Molchalin è senz’altro un capo ambizioso e deciso.

Se la prima raccoglie attorno a sè le potenze più Occidentali, dall’altra troviamo le nazioni sconfitte dalla Terza Guerra Mondiale, paesi dell’Europa Orientale e dell’Asia, guidate da Aleks Molchalin, il quale ha assunto il comando dopo che il padre, il colonnello Domovoy Molchalin, si è ritirato a vita privata.

In questo classico conflitto globale tra due fazioni ne emerge però una misteriosa terza: i Veti. Queste entità “aliene” non sono alleate di nessuno ma sembrano avere un legame con il Tempest, ed è proprio ciò che andremo a scoprire, seppur in minima parte, nelle campagne di gioco, composte da 11 missioni per ciascuna fazione.

GDF, Dynasty e Veti: le forze in gioco

Parto subito col dire che è davvero un peccato non poter giocare nei panni dei Veti. Ciò non toglie però la possibilità, nei piani futuri di Slipgate Ironworks, di vedere un’espansione per colmare questa lacuna, dando la possibilità di affrontare una campagna o una partita multiplayer con questa fazione misteriosa.

Il finale di Tempest Rising rimane aperto a nuove possibilità, come un’inaspettata alleanza tra GDF e Dynasty contro i Veti. Questo epilogo non definitivo in realtà non è una brutta notizia, perché la lore del gioco è davvero intrigante e mi ha ricordato plot twist degni di Warcraft III: Reign of Chaos.

Tempest Rising - Recensione - Colonnello Fisher per la Global Defense Force
Questi intermezzi in cui il col. Fisher fornisce il background sulla prossima missione ricordano da vicino gli storici filmati live action di C&C.

Staremo a vedere, ma nel frattempo prepariamoci per 22 missioni impegnative, ricche di obiettivi secondari e affrontabili con vari approcci, sia lato GDF che lato Dynasty, sfruttando fanteria, mezzi d’assalto, cingolati, unità aeree e relativi upgrade. Il tutto con la possibilità di ottenere valuta per acquisire, al termine di ogni missione, potenziamenti e migliorie.

Come nel più classico degli RTS, a seconda delle missioni, ci sarà una fase di costruzione e raccolta di risorse, fino a poter comporre un esercito in grado di raggiungere i vari obiettivi. Non sarà, però, un gameplay lineare in quanto Tempest Rising presenta missioni variegate, come quelle con gli specialisti, e mai banali.

Tempest Rising - Recensione - Missione con cecchino GDF
Missioni come questa ricordano da vicino le operazioni affidate ai commando di C&C e in particolar modo alla mitica Tanya Adams.

Gli specialisti di Tempest Rising sono unità avanzate, sfruttabili fin dall’inizio in missioni dedicate (ad esempio quelle con un cecchino) oppure sbloccando le tecnologie necessarie all’addestramento grazie agli upgrade delle strutture. Entrambe le fazioni sono dotate di queste unità speciali, i cui benefici possono essere molteplici e utilizzabili in solitaria o abbinati a dei plotoni.

Vi è poi l’interessante possibilità, già nota ai fan di Command and Conquer, di occupare determinati edifici con la fanteria per mettere in piedi dei piccoli fortini difensivi. Inoltre, tramite l’ausilio degli ingegneri, sarà possibile riparare strutture, difese della base e unità meccaniche, ma anche occupare edifici nemici per sfruttar le tecnologie avversarie a proprio vantaggio.

Tempest Rising - Recensione - Fanteria Dynasty in azione
La fanteria della Dynasty è devastante, soprattutto i soldati incendiari.

Le caratteristiche di come sfruttare tutte le sfaccettature dell’esercito, dalla fanteria ai mezzi, passando per le strutture, avviene in maniera naturale con un’ottima curva di apprendimento già dalle prime missioni, per giungere agevolmente a una buona padronanza del proprio arsenale. Ma non lasciatevi ingannare, le missioni avanzate saranno tutt’altro che scontate.

Al di là della rigiocabilità delle singole missioni, per svolgere eventuali obiettivi secondari non scoperti — alcuni dei quali localizzati in zone della mappa oscurate e non evidenziati fino a che non si scopre la zona, Tempest Rising dispone di una modalità multiplayer che, con le sue mappe ad hoc, dovrebbe garantire ulteriori ore di divertimento.

Attualmente non è ancora disponibile una modalità classificata, limitando la componente multigiocatore alla partita rapida e personalizzata 1v1 o 2v2 in compagnia di amici o tramite l’ausilio dei bot. Tuttavia, allo stato attuale, non è così agevole trovare automaticamente sfidanti, quindi il mio consiglio è quello di entrare sul server Discord ufficiale del gioco.

Tempest Rising - Recensione - Missione a ranghi ridotti
Molte missioni partiranno con poche unità e sarà necessario scovare risorse e rinforzi insperati.

Tempest Rising un isometrico piacere visivo

A livello tecnico, un plauso va fatto al lavoro fatto da Slipgate tramite l’ausilio di Unreal Engine 5: come da tradizione sarà possibile giocare scegliendo uno zoom all’interno di un range predefinito che permette di avere una visione più estesa del campo di battaglia ma può anche, se ravvicinato, far godere dell’ottimo comparto visivo.

C’è un’evidente cura nei dettagli di unità, edifici e in generale delle varie ambientazioni di gioco in cui GDF e Dynasty si daranno battaglia. Effetti di luce e particellari sono degni di nota e il tutto è ben ottimizzato per girare anche su macchine non del tutto al passo coi tempi.

Cut scenes e intermezzi col motore grafico di gioco risultano poi davvero gradevoli e coinvolgenti, grazie anche all’attenzione riposta sul comparto audio che dispone di un doppiaggio inglese credibile e d’impatto, sia per i personaggi principali che per le unità che guideremo in battaglia.

Sono rimasto molto soddisfatto anche dall’effettistica e, in generale, da tutto il comparto audio che trova nella colonna sonora un accompagnamento non eccelso ma perfetto per il genere, con sonorità cupe che si inframezzano a brani industrial e più heavy metal, unici per ciascuna fazione.

Tempest Rising - Recensione - Fanteria e mezzi pesanti della GDF
I mezzi dispongono di un design accattivante e unico per fazione.

Conclusioni

Non posso che dirmi soddisfatto da Tempest Rising. Certo, è vero che la modalità multiplayer è ancora acerba, con necessari bilanciamenti sia lato IA che lato fazioni, ma la campagna singolo giocatore, con la sua ventina di ore di puro divertimento, regala due linee narrative avvincenti e convincenti.

Slipgate Ironworks è riuscito a dare nuova linfa vitare a un genere, quello dei giochi di strategia in tempo reale, in buona parte sottovalutato, oggigiorno. Per farlo ha preso il meglio dal passato e ha applicato, in maniera convincente e intelligente, concetti moderni in termini di giocabilità e quality of life.

Il risultato è quello di aver confezionato un gioco che si pone, in maniera rispettosa, come una valida alternativa ai blasonati titoli EA e Blizzard, oggi poco presenti nel panorama videoludico. Tempest Rising dimostra inoltre che è ancora possibile creare qualcosa di nuovo, nonostante certi paragoni obbligati con mostri sacri del genere.

A questo punto, non attendo altro che vedere come si evolverà la campagna singolo giocatore in eventuali espansioni o sequel futuri, e di cimentarmi nuovamente con il comparto multiplayer, quando sarà ormai maturo e pronto per chi ama immergersi in battaglie competitive contro altri giocatori.

8.5
Tempest Rising dimostra che è ancora possibile creare RTS di qualità

Pro

  • Trama avvincente, nonostante palesi tributi al passato
  • Buona varietà tra i due eserciti
  • Missioni primarie e secondarie varie e impegnative il giusto

Contro

  • Comparto multigiocatore da affinare
  • Non è possibile giocare con i Veti
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