The Alters Recensione

Recensito su PlayStation 5

L’isolamento e l’abbandono sono stati trattati in innumerevoli opere per una moltitudine di media diversi: da Robinson Crusoe a Cast Away, da Lost ad Alien Isolation. Questo tema, in grado di risvegliare alcune delle angosce più profonde e primordiali dell’uomo, sembra non passare mai di moda, ed è proprio in questo frangente che 11 bit studios è riuscito a specializzarsi realizzando This War Of Mine prima e i due Frostpunk poi.

Lo studio polacco ha evidentemente fatto tesoro del know how accumulato durante questi dieci anni di attività e lo ha riversato infine nell’attesissimo The Alters: titolo che si pone non solo come il più ambizioso mai realizzato del team di Varsavia, ma anche come uno dei videogiochi più originali ed interessanti dell’intero 2025.

The Alters

Potrebbe andare peggio, potrebbe piovere

Jan Dolski è un costruttore esperto che, dopo una attenta selezione, riesce ad entrare a far parte dell’equipaggio del progetto “Dolly”, missione interplanetaria che ha come obiettivo il ritrovamento di un materiale, fino a quel momento solo teorizzato, che avrebbe la straordinaria capacità di alterare tempo e spazio: il Rapidium.

Se qualcuno di voi avesse ancora qualche dubbio, lo specifichiamo: qualcosa non andrà per il verso giusto. I componenti dell’equipaggio infatti non sopravviveranno alla fase di atterraggio, lasciando Jan in totale solitudine su un pianeta altamente inospitale la cui superficie è composta da contorte strutture rocciose, bagnata da mari di denso liquido dal colore dei derivati del petrolio e scossa da costanti tempeste elettromagnetiche e radioattive.

Solo e spaventato, Jan farà appena in tempo ad entrare nell’enorme base mobile in dotazione alla missione miracolosamente scampata all’atterraggio e apparentemente funzionante. Qui, un difficoltoso tentativo di contattare la Terra lascerà comprendere solo poche parole capaci però di rendere la situazione ancora più disperata: il pianeta fa parte di un sistema a stella tripla e se Jan non si sposterà costantemente, al sorgere del più vicino dei soli la temperatura salirà a tal punto da disintegrare completamente la base.

Una struttura così complessa e colossale ha però bisogno di un approvvigionamento costante di energia e risorse, cosa che costringerà Jan ad uscire dalla base sfidando queste situazioni ambientali avverse. E sarà proprio durante la prima delle sue missioni all’aperto che lo sfortunato protagonista si imbatterà in un materiale dai colori sfavillanti, seppure instabile ed estremamente volatile: il Rapidium.

Il sole però continua ad avvicinarsi ed un guasto invalidante ai sistemi di avviamento della base non lascerà altra scelta a Jan se non testare il Rapidium su di sé, andando a violare tutte le leggi della metafisica e dell’etica, quelle che sanciscono l’unicità e la sacralità dell’essere umano stesso. Grazie al Rapidium, Jan realizzerà un clone di come sarebbe stato lui stesso in una delle possibili realtà alternative teorizzate dal computer quantistico della base. Se Jan in adolescenza non fosse scappato dal padre violento ma lo avesse affrontato cacciandolo di casa, avrebbe potuto continuare i suoi studi e sarebbe diventato un tecnico esperto in grado, guarda caso, di riparare la base mobile della missione Dolly.

Possono però due soli uomini gestire una struttura così complessa ed esposta a condizioni ambientali estreme? Certo che no. E così, se sulle prime la creazione di Alters viene vissuta come un’angosciante snaturazione della condizione umana, con il progredire della storia diventerà una semplice operazione di prassi, non dissimile dalle innumerevoli altre che opereremo sulla base.

The Alters

Le peggiori condizioni ambientali

The Alters è un intrigante mix composto principalmente da due diverse anime, una esplorativa e una gestionale, i cui livelli di difficoltà possono essere bilanciati autonomamente nella schermata di inizio partita.

A scandire ogni attività di queste due facce della stessa medaglia saranno giornate lavorative dalla durata di 24 ore, durante le quali dovremo organizzare tutte le nostre operatività tenendo conto delle necessità primarie dell’equipaggio e delle mutevoli condizioni ambientali.

Una delle tante variabili di cui si dovrà tenere conto è infatti costituita dalle ore di riposo: se non si dormirà un quantitativo di tempo sufficiente, il giorno successivo si sarà meno svegli e produttivi. Inoltre, durante le ore notturne, l’intera superficie del pianeta sarà sferzata da una tempesta radioattiva che renderà ogni attività all’esterno della base estremamente pericolosa. Per questo motivo sarà saggio organizzare le attività di esplorazione e di estrazione delle risorse durante le ore diurne, dando preponderanza invece alla gestione della base durante quelle serali.

Ma come funzionano queste due diverse modalità intrecciate tanto in profondità?

Come è naturale che sia, anche in The Alters la sopravvivenza dell’enorme base e di chi la abita parte dalla raccolta di risorse. Jan dovrà quindi armarsi di tuta spaziale e tanto coraggio per affrontare la inospitale ed inquietante superficie di questo pianeta senza nome.

Con meccaniche da action in terza persona, bisognerà esplorare le tortuose circonvoluzioni del pianeta alla ricerca di giacimenti da poter sfruttare. Chiaramente il sentiero del nostro malcapitato protagonista non sarà certo segnalato e manutenuto dal CAI; molto spesso infatti ci si troverà il passo sbarrato da ammassi rocciosi o impervie verticalità: niente che rampini o trivelle non possano risolvere. Tuttavia tutti questi utensili richiedono di essere progettati e realizzati all’interno dei vari reparti della base, oltre a dover essere alimentati ad ogni utilizzo dalla risicatissima batteria integrata nella nostra tuta spaziale.

Capiterà quindi di trovarsi spesso impossibilitati a proseguire ed essere quindi costretti a scovare strade alternative o a ritirarsi temporaneamente nella base per sviluppare la tecnologia necessaria ad oltrepassare l’ostacolo. In questo, i level designer di 11 bit hanno svolto un buon lavoro in grado non solo di guidare il giocatore durante le fasi esplorative, in particolare nelle battute iniziali del gioco, ma anche di introdurlo gradualmente al crafting e alle svariate tecnologie di supporto.

Una volta trovato un giacimento di materie prime (siano essi metalli, minerali, biomassa, Rapidium, o altro), Jan dovrà eseguire una serie di rilevazioni sotterranee atte a trovare il punto migliore dove procedere con l’estrazione. Per fare questo, sarà necessario posizionare sulla superficie del giacimento una serie di rilevatori in grado di fornire una lettura geologica delle profondità dell’area fino a trovare il punto giusto dove piazzare l’estrattore. Ed è proprio questa meccanica a vincere il premio per la meno riuscita in The Alters; essa risulta infatti poco chiara sulle prime battute e piuttosto tediosa nelle successive, oltre ad essere colpevole di interrompere il piacevole loop dell’esplorazione e di non snellirsi mai in maniera significativa durante l’intero gioco.

L’estrattore, una volta piazzato, dovrà essere poi collegato alla base tramite una serie di piloni necessari a trasportare la preziosa risorsa nei nostri magazzini. Anche in questo caso, l’ingegnosità del level design si manifesta nel dover spesso studiare il percorso migliore dove piazzare i piloni, costringendo il giocatore a rispettarne la portata ed aggirare asperità rocciose di qualsiasi tipo.

The Alters

Siamo soli nell’universo?

Durante l’intera fase esplorativa non troveremo alcuna forma di vita, quindi se quello che cercate in un videogioco è unicamente crivellare di piombo qualsiasi cosa si muova a schermo, sicuramente The Alters non è il titolo che fa per voi.

Come se non fosse già sufficientemente inospitale però, questo impervio pianeta è anche soggetto ad anomalie gravitazionali, distorsioni temporali e diafane bolle semoventi dall’altissima radioattività; insomma, un vero inferno sci-fi.

Tutte queste anomalie potranno essere analizzate all’interno del laboratorio scientifico così da poterne studiare le adeguate contromisure la cui risposta sarà, nella stragrande maggioranza dei casi, il Luminator.

Questa specie di futuristica lanterna ha la facoltà di mostrarci elementi invisibili a occhio nudo, come tracce organiche in grado di condurci a risorse rarissime e fondamentali allo sviluppo di tecnologie avanzate, oppure evidenziare i punti deboli dell’anomalia di turno. Concentrando poi la luce del Luminator sui suddetti, sarà possibile eliminare l’anomalia e ricavare risorse che, opportunamente raffinate, potranno essere stoccate ed utilizzate.

Le varie fasi esplorative porteranno inoltre alla luce tutta una serie di oggetti personali di Jan, sparpagliatisi in ogni dove durante la catastrofica fase di atterraggio. Questi, una volta raccolti, potranno essere donati ai nostri Alters al fine di rallegrarne gli animi e rendere la loro permanenza nella base meno opprimente.

Cinquanta sfumature di Jan

Immaginate di addormentarvi una sera qualsiasi, con la mente piena dei piccoli grandi pensieri della vita, e svegliarvi la mattina dopo su di un lettino in un freddo laboratorio all’interno di una base spaziale. Una persona identica a voi vi fissa, vi dice che non siete altro che il prodotto di una ipotetica ramificazione della sua vita e che ha bisogno di voi per sopravvivere.

Assurdo, no?

Io personalmente darei di matto, ma spesso e volentieri la miglior cura per corpo e mente è concentrarsi sul lavoro.

Tuttavia i vostri Alters saranno ben lungi dall’essere meri bot alla Age Of Empires intenti a lavorare incessantemente senza farsi domande. In The Alters, ogni interpretazione di Jan Dolski è infatti dotata di una propria personalità frutto delle proprie esperienze di vita, le quali coincidono o differiscono da quelle dell’originale Jan in base al punto nella quale il computer quantistico di bordo ha teorizzato la “sliding door”.

E così, Alex Jordan, attore che ha incarnato e doppiato i protagonisti, ha saputo caratterizzare ogni Alter in modo convincente e profondo. Attraverso la modulazione del timbro vocale, ha conferito a ciascun Jan un’individualità spiccata, definita da pensieri, personalità, background culturale, principi etici e soprattutto libero arbitrio.

Può quindi la vita delle copie di Jan essere meno reale di quella dell’originale? Chi sono questi Alters per te, giocatore? Pura manovalanza o esseri umani degni di essere ascoltati, confortati e accontentati?

Sì perché se nelle prime battute della storia sarà facile esaudire ogni richiesta, lo stesso non si potrà fare quando la situazione si farà affollata. Materie prime e tempo sono infatti risorse limitate e bisognerà amministrarle con saggezza, talvolta accontentando un desiderio di un membro dell’equipaggio, talvolta negandolo, talvolta concedendo un riposo extra, talvolta imponendo il crunch. Per fare un esempio concreto, concedendo all’operatore di raffineria la palestra da lui richiesta, si avrà un buon effetto sul suo umore e quindi sulla sua produttività, ma sarà necessario un esborso di tempo e risorse che potrebbero essere destinati alla manutenzione di dispositivi salvavita.

Ma non è tutto. Man mano che si proseguirà lungo i tre capitoli di cui è composta la storia, si presenteranno situazioni sempre più controverse e delicate che costringeranno a scegliere fra pesanti questioni etiche e morali o avere importanti malus sul proseguimento della nostra missione.

The Alters

Ma è un pezzo di ferraglia!

La base mobile è composta da tutta una serie di moduli che è possibile spostare grazie all’apposito pannello di comando. Ognuno di questi altro non è che un ambiente destinato ad attività di qualsiasi tipo. Dalla cabina del capitano, dove l’originale Jan dormirà sancendo l’arrivo di un nuovo giorno, alla cucina dove sarà possibile craftare il cibo necessario a sopravvivere, dalla raffineria dove si potranno trasformare elementi complessi in risorse di base, alla social room dove passare importantissimi momenti di leggerezza tra una sfida a Beer Pong e la visione di assurdi e divertentissimi mini film (non provate a skipparli o vi vengo a cercare).

In The Alters, la costruzione di ogni modulo deve però essere valutata attentamente, in primis per una questione di spazio, ma soprattutto per un importantissimo fattore di cui è fondamentale tenere conto: il peso. Più pesante sarà la base e maggiore sarà il quantitativo di biomassa necessario a spostarla. Il rischio concreto di un’edificazione selvaggia è che il quantitativo di risorse necessarie allo spostamento arrivi addirittura a superare la capacità di immagazzinamento della base stessa, cosa che renderebbe la vostra fuga dal sole assolutamente impossibile

I magazzini in particolare sono i moduli più pesanti in assoluto e doverne per forza limitare la quantità renderà impossibile l’accumulo compulsivo di risorse facendolo diventare un ulteriore elemento da organizzare in maniera oculata.

Ma il modulo sul quale vale la pena soffermarsi maggiormente per un approfondimento particolare è il laboratorio. A parte il tecnico, lo scienziato è l’unico Alter che è praticamente impossibile non realizzare. Chiuso nel suo laboratorio infatti, lo scienziato potrà progettare nuove tecnologie utili ad aumentare la produttività, a migliorare lo stile di vita dell’equipaggio e a progredire nella storia.

Il tempo e le risorse di un’intera partita tuttavia non sono sufficienti a sbloccare ogni upgrade e quindi, come in qualsiasi altro aspetto in The Alters, sarà necessario fare le scelte più sagge al fine di raggiungere i propri obiettivi.

Avete bisogno di aumentare la vostra capacità di estrazione delle risorse? Potrete realizzare degli estrattori che lavorino senza intervento umano. Volete facilitarvi la vita durante le fasi esplorative? È possibile migliorare i dispositivi in dotazione alla tuta, come rampino e batteria. Volete guadagnare una dose giornaliera di biomassa? Sbloccate e costruite il modulo dedicato al riciclo.

Attenzione però, perché in The Alters proprio quando crederete di avere la situazione sotto controllo, state certi che si presenterà qualche imprevisto.

Una scelta fatta in buona fede in passato potrebbe portare a gravi conseguenze inattese che sarà necessario gestire con grande fatica; come se non bastasse, in maniera più o meno regolare, l’intero pianeta sarà bombardato da una potentissima tempesta elettromagnetica che sterminerà l’intera squadra se non si è stati sufficientemente lungimiranti da realizzare e immagazzinare una cospicua quantità di filtri anti radiazioni. È proprio in questo frangente che The Alters dimostra in maniera spietata tutta la sua natura survival, non risparmiando al giocatore enormi grattacapi e, talvolta, il ricaricamento di qualche vecchio salvataggio.

The Alters

The Alters – Conclusioni

Insomma, avrete capito che in The Alters è necessario tenere sott’occhio una discreta quantità di opzioni, parametri ed eventualità. Come già detto però, buona parte di queste viene introdotta man mano avanzando nella storia senza sovraccaricare mai il giocatore. Avrete notato però che ho scritto “buona parte”. Sì perché in una manciata scarsa di occasioni mi sono trovato a non riuscire a fare un’azione necessaria a salvarmi la vita senza capire perché non potessi farla.

Poi attenzione, il manuale di gioco occupa una sezione tutta sua nel menù principale ed è sempre consultabile, ma mettersi a sfogliare le istruzioni mentre sei a rischio morte imminente, non è un’azione particolarmente rassicurante, in particolare quando poi ti accorgi che l’informazione che cerchi non è riportata da nessuna parte.

Altro importante fattore da segnalare e che potrebbe aggiungere ulteriore carico ai giocatori non particolarmente anglofoni è che in The Alters l’intera esperienza è completamente priva della lingua italiana. Non stiamo di certo parlando di un titolo con la quantità e complessità di testi di Disco Elysium, ma questa assenza potrebbe essere invalidante per alcuni o, se volessimo vederla in un’ottica ottimistica, rendere l’esperienza ancora più survival.

In ogni modo, The Alters è pensato per permettere al giocatore di rollbackare parzialmente la propria run in maniera agile ed estremamente granulare. Il sistema salva automaticamente i progressi ogni volta che Jan andrà a dormire, sancendo quindi l’arrivo del giorno successivo.

Sebbene il sottoscritto, viziato dal Quick Resume di Xbox, abbia trovato un po’ limitante dover aspettare la fine della giornata per spegnere la console, questo sistema ha però il pro non solo di permettere un ricaricamento piuttosto puntuale all’interno della propria timeline di gioco, ma anche di innescare il circolo virtuoso del “faccio un altro giorno poi spengo”, merito anche di un gamplay loop articolato ed estremamente appagante, che vi farà giocare a The Alters per intere ore senza stancare mai.

The Alters

Prendete una parte di action in terza persona, due parti di gestionale, mescolate con meccaniche survival e amalgamate il tutto con un’intrigante ma mai eccessiva componente narrativa. Il risultato è The Alters: un cocktail dai sentori ben bilanciati e reso intrigante grazie ad un’inquietudine di lunga persistenza. Certo, le fasi di rilevamento geologico allungano un po’ il sapore generale e alcuni ingredienti potrebbero risultare un po’ criptici, ma questi vengono quasi annullati a fronte di un irresistibile retrogusto fruttato, quasi di ciliegia, in grado di tirare una bevuta dopo l’altra.

9
Ci giocherete per ore senza stancarvi mai

Pro

  • Riuscitissima atmosfera inquietante e opprimente
  • Colonna sonora eccezionale
  • Mix di generi riuscitissimo e ben bilanciato

Contro

  • Totale mancanza della localizzazione italiana
  • Fasi di rilevamento geologico un po' noiose
  • Una manciata di meccaniche necessiterebbero di essere spiegate meglio
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