The Dark Pictures: House of Ashes – Recensione

Recensito su PlayStation 4

A partire dal 22 ottobre (domani) il terrore approderà nuovamente su PC e console, grazie all’arrivo di The Dark Pictures Anthology: House of Ashes. Il nuovo capitolo sfrutta quelli che sono ormai i meccanismi più noti della serie per sviluppare e approfondire non solo antiche leggende e miti, ma anche per mostrare i lati più caratteristici delle lotte interne tra esseri umani, in una fusione di forze che, nonostante i difetti, si rivela vincente. Siete curiosi di capire cosa intendiamo? Ve lo spiego in questo in questa recensione!

The Dark Pictures Anthology: House of Ashes

Semper Fidelis

Fin dalle prime sequenze di The Dark Pictures: House of Ashes, ambientate in un’epoca lontana, dove i regni degli uomini sembrano essere in conflitto soltanto a causa della pazzia dei loro sovrani, il titolo abbassa il velo su quello che sarà il fulcro del terrore: stiamo parlando di creature anomale, apparentemente deformi eppure estremamente agili e pericolose, pronte a risvegliarsi dalle profondità della terra.

A incontrarle nuovamente sono, molti secoli dopo, in un Iraq ancora in tumulto a causa della guerra, alcuni militari, che finiscono loro malgrado per diventare i protagonisti della storia. Dopo poche sequenze di introduzione dei personaggi, dove è possibile comprendere come alcuni rapporti partano già con delle crepe che avranno un ruolo nello sviluppo della vicenda, l’azione diventa il centro del gameplay.

The Dark Pictures Anthology: House of Ashes

Il giocatore viene infatti subito coinvolto in una missione pericolosa ma fondamentale: deve vestire i panni di un gruppo di soldati americani, desiderosi di individuare il deposito di armi chimiche del loro nemico. Questo scopo li porta a scontrarsi con le forze militari del luogo, in un tumulto che finisce con l’evolversi in modo inaspettato: un terremoto porta gli appartenenti ad entrambe le fazioni a sprofondare nell’oscurità di un enorme tempio sotterraneo, risalente proprio alle epoche sumere viste all’inizio del gioco.

Saranno proprio le rovine, in uno snodo quasi labirintico destinato a svilupparsi sempre più in profondità, il palcoscenico sul quale i militari si ritroveranno a combattere non solo contro creature abominevoli, ma anche contro altri esseri umani. In entrambe le battaglie avrà un ruolo fondamentale il giocatore che, come negli altri titoli della serie, avrà il compito di prendere molte decisioni per l’evoluzione dei rapporti tra i protagonisti e, soprattutto, per la loro sopravvivenza.

The Dark Pictures Anthology: House of Ashes

Un comparto grafico valido

Tutta l’avventura alla base di The Dark Pictures: House of Ashes si sviluppa all’interno delle ambientazioni di un enorme tempio sotterraneo, che l’intenso lavoro di Supermassive Games ha realizzato alla perfezione. I dettagli conferiscono a ogni sala una certa solennità che, negli spazi più ristretti, si rintana di poco per dare più spazio a zone buie e labirintiche, perfette per creare una maggiore sensazione di ansia. Particolarmente fastidiosa risulta invece la gestione della telecamera che, soprattutto nelle parti più anguste, genera frustrazione e rende difficile notare eventuali strade o oggetti.

Ben realizzati e piacevoli sono anche i volti dei personaggi che, però, rispetto al passato mostrano una maggiore “gommosità” dal punto di vista delle animazioni. Meno valide sono anche le creature che, per quanto ben realizzate, sembrano meno pericolose e molto più vulnerabili rispetto al passato.

The dark pictures House of ashes

Uno sviluppo diverso dal solito

Rispetto ai precedenti titoli della serie firmata Supermassive Games, The Dark Pictures: House of Ashes fornisce una diversa sensazione al giocatore: all’interno dell’avventura horror ambientata nei sotterranei dell’Iraq infatti i giocatori non sono, come in passato, protagonisti inermi e costretti a tentare di sopravvivere sfruttando l’astuzia o i pochi mezzi a disposizione, ma militari pronti a tutto, dallo spirito temprato dalla guerra e dotati di armi.

Una caratteristica simile mostra subito le proprie influenze sul gameplay: il ritmo di gioco non è lento e ricco di ansia come nei precedenti capitoli, poiché la natura dei personaggi principali e la presenza dei fucili spinge a pensare di poter effettivamente affrontare ogni strano essere si presenti. Questi dettagli rendono inoltre l‘avventura molto più veloce e frenetica, e portano il titolo a perdere una parte di quella componente horror che dovrebbe, invece, caratterizzarlo, in favore di una maggiore fazione action.

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Accanto alla trama più “rapida”, risulta invece più equilibrato l’utilizzo dei QTE che, rispetto all’invasività mostrata in alcune sequenze dei precedenti capitoli dell’antologia, in The Dark Pictures: House of Ashes si modera, permettendo al giocatore di godersi un’esperienza da film interattivo senza la troppa frustrazione derivante dal rischio di premere il tasto sbagliato. A rendere l’errore ancor meno difficile da incontrare sono inoltre alcune icone già viste, ad esempio, in Little Hope, che hanno il compito di anticipare la sequenza di azioni e quick time event in arrivo.

Tra esplorazione e rapporti

The Dark Pictures: House of Ashes riprende, sotto diversi aspetti, molte delle meccaniche già note dei titoli precedenti dell’antologia, tra cui rientra l’interessante componente delle interazioni tra i personaggi. All’interno di ogni capitolo della serie vi sono infatti molti rapporti da approfondire e modificare tramite le scelte effettuabili nel corso dei dialoghi.

Nell’ultimo arrivato il team di Supermassive Games ha voluto aggiungere un ulteriore pizzico di pepe, tutto concentrato sul concetto di “mostro”. Fin dalle prime sequenze abbiamo infatti a che fare con due fazioni opposte, ovvero Stati Uniti e Iraq, entrambi impegnati a darsi la colpa a vicenda per l’inizio della guerra e, quindi, continuamente intenti a darsi l’appellativo di “mostri” a vicenda.

Particolarmente interessante è dunque lo sviluppo del rapporto: il giocatore può infatti scegliere se sfruttare la presenza di un nemico comune e temibile per far unire le forze ai due nemici giurati oppure cercare di farli collaborare per sopravvivere ma senza mai sotterrare l’ascia di guerra.

the dark pictures house of ashes

Oltre alla meccanica dei rapporti, nota eppure tutta da approfondire come in ogni capitolo della serie, vi è l’esplorazione. Quest’ultima diventa fondamentale per comprendere appieno la trama e, anche in questo senso, si discosta dai titoli precedenti. Rispetto al passato House of Ashes fornisce un apparentemente più ampio numero di oggetti, resi ancor più semplici da individuare e interessanti da studiare, tra cui rientrano anche le utilissime pagine del “Diario di Randolph”. Queste ultime sono pagine vere e proprie che, una volta analizzate, permettono di avere accesso a filmati ricchi di informazioni sulla natura delle creature che abitano il tempio e sul primo gruppo di esploratori che ha avuto la sfortuna di incontrarle. D’altro canto, nel titolo risultano meno presenti le “visioni”, veri e propri piccoli spoiler sul futuro dei protagonisti del titolo perfetti per riflettere al meglio sulle scelte da compiere durante l’avventura.

Nel corso della partita si rischia inoltre di incappare, proprio nelle fasi di esplorazione e di interazione con gli oggetti, in alcuni piccoli bug, che a volte impediscono di leggere i documenti o portano a sbloccare dialoghi che, però, non sembrano disponibili in italiano.


Nonostante qualche difetto The Dark Pictures: House of Ashes rimane comunque un capitolo dell’antologia valido, grazie all’unione di una trama interessante, le varie evoluzioni dei dialoghi e dei conseguenti rapporti, il comparto grafico che rende il tutto estremamente piacevole alla vista e la sfida rappresentata dal continuo scontro con le creature. Il minor numero di QTE presenti rende inoltre l’avventura più godibile e la avvicina ad un vero e proprio film interattivo, perfetto da vivere sia in solitudine sia in compagnia. 

7.5

Pro

  • Minor numero di QTE
  • Interessante l'interazione tra le due fazioni nemiche
  • Volti ben riusciti
  • Trama avvincente

Contro

  • Minore componente horror
  • Qualche bug riguardante gli oggetti
  • Gestione della telecamera poco piacevole negli spazi stretti
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