The Eye of Judgment – Recensione The Eye of Judgment

Questa ancora non l’avevo vista

L’industria dei videogiochi sembrerebbe oramai quasi satura, sempre spinosa è la questione originalità nelle nuove produzioni, ma ogni tanto spunta qualcosa di nuovo all’orizzonte. I casi sono solitamente due: o veri e propri colpi di genio (Locoroco, Katamary, Rez…), o semplicemente casi in cui delle idee già esistenti vengono “tradotte” in videogioco (Guitar Hero, Wii sports…). Eye of Judgment appartiene in particolare a questa seconda categoria, dato che fondamentalmente è solo un gioco di carte collezionabili come Magic ma che gode di luce propria per l’interazione necessaria che ha con la console su cui gira. Potete avere tutte le carte che volete, ma senza Play 3 non si gioca, ragazzi….

Occhio non vede… Mettilo a fuoco!

Tutto l’occorrente per iniziare a giocare lo troverete nella confezione: gioco, carte, telecamera, piedistallo e panno di gioco. In primis dovrete montare la Playstation eye (telecamera) sull’apposito piedistallo, dopodiché dovrete posizionarla come indicato sul panno e metterla a fuoco in base alla luminosità della stanza. Il panno non è altro che il vostro piano di gioco,ma scenderemo più tardi nei dettagli delle meccaniche di gioco. Una volta compiute queste azioni, tutto sarà pronto per giocare. La prima cosa che noterete è l’assenza di una qualsiasi modalità single player: va bene che ai giochi di carte si gioca in compagnia, ma almeno uno straccio di quest si poteva anche mettere! Potrete solo organizzare partite singole contro umano o computer, utili allenamenti per la vera sfida online. Le varie battaglie sono vivacizzate da animazioni precalcolate ben realizzate e abbastanza curate, ma che spezzano eccessivamente il ritmo e che presto disattiverete per lasciar fluire più rapidamente l’azione. Le musiche e gli effetti sonori sono ben realizzati ed evocativi.

Celo, celo, mi manca!

Oltre al mazzo base che troverete incluso, sono acquistabili separatamente bustine contenenti nuove carte che andranno a rimpinguare le vostre variabili tattiche. Finora esistono 110 carte diverse ma ne sono previste di nuove. Ovviamente, come in tutti i giochi di carte ne esistono di più rare e potenti e di più comuni. Il fatto che siano presenti carte acquistabili a parte spiega l’intervento della Hasbro nella produzione, dato che è lei che si occupa della creazione e della distribuzione delle carte. Oltretutto, l’aggiunta di nuove carte aumenta anche la longevità, praticamente infinita. Addentriamoci nel vero e proprio cuore del gioco e vediamo come funziona Eye of Judgment.

3 X 3 diviso due

Scopo del gioco è possedere più caselle dell’altro giocatore, avendo a disposizione un mazzo di trenta carte da voi selezionate (per creare un mazzo nuovo basta passare le carte davanti alla telecamera e la Play le memorizzerà). Le caselle disponibili sono nove disposte in file da tre, quindi logica vuole che si debbano possedere cinque caselle avversarie. Per possedere una casella bisogna evocare un mostro in quel punto, e per farlo basterà semplicemente posizionare la carta sul panno nella posizione a cui corrisponde la casella sulla quale vogliamo evocare la creatura, ed al resto penserà la telecamera che riconoscerà la carta e la tradurrà in modello poligonale . Ovviamente, anche l’avversario evocherà i suoi mostri per possedere delle caselle. Il nodo di tutto il gioco sono i punti evocazione, i mana, che non sono illimitati: all’inizio di ogni partita ne avrete cinque, e sette carte in mano, e ne verranno aggiunti due ad ogni turno. Questi punti verranno spesi per evocare le creature sopraccitate e, ovviamente, più potente è la creatura, più mana (indicata in alto a sinistra sulla carta) necessiterà. Quando due creature sono su caselle adiacenti si daranno battaglia, e quando una verrà distrutta bisognerà scartarla. I mana servono anche per utilizzare le carte incantesimo che saranno spesso decisive per la sorte del duello. Oltre a questo si devono aggiungere altre varianti come le direzioni di attacco delle creature (segnate sulla carta) o l’elemento a cui appartengono queste, e che è proprio anche di alcune caselle (ad esempio una creatura elemento fuoco sarà più utile sulla casella fuoco e contro una d’acqua, chiaro no?). All’inizio può sembrare un pochino complicato tenere tutto sotto controllo, ma il tutorial è ben studiato e vedrete che sarà tutto più facile a farsi che a dirsi.

Un occhio al giudizio finale sull’occhio del giudizio

The Eye of Judgment è sicuramente un prodotto ben studiato e curato, che delizierà tutti i fan dei giochi di carte grazie a meccaniche non complesse ma molto ricche di variabili. E gli altri? Beh, per alcuni può essere un buon modo per avvicinarsi ad un mondo nuovo senza eccessivi traumi per l’interfaccia che senz’altro invoglia (il riconoscimento delle carte è precisissimo e veloce oltre che stiloso, attirando sicuramente qualche curioso). Il difetto principale è però che alla fin fine siamo davanti ad un prodotto molto particolare che per ovvie ragioni non interesserà tutti, nonostante la telecamera, e quindi rischia di rimanere un po’ di nicchia. Difetti particolari non ne ha, a parte la modalità single player, ma non posso garantire che vi piacerà.

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