The Last Guy – Recensione The Last Guy

L’alba dei morti viventi

Scordatevi per un istante di essere nel 2010. Dimenticate di aver comprato una console di ultima generazione (oddio, con quello che ci è costata, è un po’ difficile, ma provateci lo stesso). Ritorniamo indietro nel mondo degli arcade anni ’80, dove i giochi erano caratterizzati da una grafica minimalista e da un gameplay essenziale ma efficace: è qui che possiamo collocare The Last Guy, gioco made in Sony, acquistabile solo su PSN.
 

 

Planet Terror

La Terra è stata colpita da un raggio viola che ha trasformato gran parte della popolazione in zombie che circolano per le strade attaccando i superstiti. I terrestri si sono raggruppati e ora si nascondono negli edifici in attesa di essere salvati. Sembra una situazione catastrofica, ma ecco che entrate in campo voi, The Last Guy, l’eroe del gioco. Bene, è il caso di dirvi subito che siete anche voi uno zombie. Già, un non-morto dell’Himalaya, per chissà quale motivo dalla parte degli umani, che si è offerto come volontario per trasportare i superstiti di 15 città del globo (metropoli reali come Londra, Washington, Tokyo e così via) nelle zone di raccolta per permettere agli aerei di recuperarli e portarli in salvo. Ovviamente avrete un tempo limite da rispettare per raggruppare il numero minimo di persone, variabile da città a città. E non si tratta di pochi superstiti: può capitare di avere con sé una coda di svariate centinaia di persone, se non migliaia! Se non vi fanno una statua, i terrestri sono i soliti ingrati.
 

Il gioco di certo non è privo di senso dell’umorismo!

 

Oh my God, zombies on Google Maps!

La prima cosa che colpisce è la grafica. Senza tanti giri di parole, è principalmente composta da due elementi: una mappa in stile Google Maps, e numerosi puntini di colore diverso. Minimalista è dir poco, sebbene ci sia da rilevare che il tutto è stato ottimamente realizzato. La visuale è dall’alto, e potremo effettuare uno zoom per cogliere meglio alcuni dettagli delle città e cercare di capire perché non possiamo passare in un certo punto oppure osservare al meglio gli spostamenti dei nemici per cercare di non farci scoprire ed essere inseguiti. Durante il gioco sono presenti piccole animazioni (corsi d’acqua, bandiere, aerei e volatili che solcano il cielo) che donano vita alla città e costituiscono una gradevole variazione sul tema. Il giocatore è rappresentato da un omino rosso, i superstiti sono costituiti da gruppi più o meno numerosi di puntini colorati e i nemici sono delle più o meno grandi creature, ognuna con un suo colore caratteristico. Il comparto sonoro contribuisce a tenere alta la tensione, con urla, sirene, aberranti versi dei mostri e così dicendo; le musiche sono gradevoli e omaggiano il mondo arcade degli anni ’80. Degna di nota è la scelta di utilizzare esclusivamente la lingua giapponese per il parlato, originale e molto simpatica.
 

Ma che bello il Lincoln Memorial di Washington! E che bel serpentone alle vostre spalle!

 

Look, there’s a zombie on my way!

Il gioco è un mix tra puzzle game e strategico in tempo reale: dovrete dimostrare sia di avere le abilità necessarie per raccogliere il maggior numero di persone evitando il contatto con gli zombie, sia di saper pianificare un percorso attraverso le vie della città per arrivare incolumi nei punti di fuga e con il maggior numero possibile di persone. Man mano che ci spostiamo per le strade della città, raccoglieremo superstiti (per le strade, negli edifici e in luoghi più o meno nascosti) che si accoderanno a The Last Guy e lo seguiranno, a mo’ del gioco "Snake", in tutti i suoi movimenti. Ovviamente, più numerosa sarà la coda, più sarà facile preda degli attacchi dei nemici. Per rendere più semplice il nostro sporco lavoro potremo chiamare a raccolta tutti i superstiti che ci stanno seguendo, e potremo compiere uno scatto per fuggire più rapidamente, il tutto spendendo dei punti energia; sono presenti inoltre diversi power up per fermare il tempo, essere invisibili, e così via. Un altro grande aiuto per scovare i superstiti più nascosti e le vie percorribili della città è dato dalla Termografia, che ci farà osservare la mappa con colori diversi evidenziando percorsi e superstiti, ma con una contropartita da non dimenticare: con la Termografia attivata non potremo più vedere la posizione dei nemici! A proposito dei "cattivi", sono presenti diverse tipologie di mostro, ognuna con una sua abilità peculiare, e ogni livello ne presenterà uno nuovo, rendendo quindi necessario adottare una strategia sempre diversa. Gli zombie, se aggrediranno il vostro seguito, ridurranno il numero di superstiti facendoli disperdere nei palazzi e costringendoci a tornare sui nostri passi per recuperarli; se invece colpiranno The Last Guy, sarà subito game over. La longevità è assicurata: i livelli base sono 15; in ogni livello sono nascosti 4 vip, trovandoli riceverete punti bonus, e se otterrete almeno 2 stelle a livello potrete sbloccare 4 livelli bonus. Ci sono 9.999.999.999 superstiti che vi stanno attendendo… riuscirete a salvarli tutti?
 

Ecco la Termografia in tutto il suo splendore
 

 

The end… or not?

The Last Guy è un gioco originale e ben realizzato, semplice, immediato e difficile da completare al 100%. Un titolo che o si ama o si odia: è così particolare da scoraggiare chi non ha voglia di impegnarsi troppo oppure da assuefare chi vuole salvare ogni singola persona presente nelle città. Sicuramente il basso prezzo (7,99 €) va a suo vantaggio, peccato per l’assenza del trofeo di Platino e per la difficoltà che a volte risulta molto elevata. Concludendo, un titolo da giocare per un’esperienza nuova e avvincente, tenendo a mente i suoi piccoli difetti.

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