The Legend of Zelda: The Wind Waker – Recensione The Legend of Zelda: The Wind Waker

La leggenda torna… nel mare

L’abbiamo atteso a lungo, dopo essere stati stupiti e ammaliati dalla portata rivoluzionaria dei capitoli per Nintendo 64, la leggenda di Zelda sbarca anche su Nintendo Gamecube. Dopo un video demo mostrato allo Spaceworld in cui si assisteva ad un’epica, seppur breve, battaglia tra Ganondorf e Link, l’hype aveva già cominciato a crescere per tutti i fans della saga. E finalmente, con una grafica totalmente inaspettata, possiamo mettere le mani su un capitolo tutto particolare, in cui il mare è il gigantesco scenario delle nostre nuove avventure. Un gioco che, un po’ come Super Mario Sunshine, ha sulle spalle un gran peso: quello del proprio nome. E se consideriamo che per molti Ocarina of Time è il miglior gioco di tutti i tempi, forse un po’ di paura ce l’ha avuta persino Miyamoto.

Tra fiaba e leggenda

Fin dai primi momenti ci si accorge di essere di fronte ad un prodotto diverso e unico, non solo per il suo particolare aspetto grafico, ma anche per il tipo di sensazioni che il gioco cerca di trasmetterci complessivamente.  Una musica dolce e spensierata ci introduce al menù iniziale, dal quale possiamo dare inizio alla nostra avventura. Un filmato dal sapore epico e leggendario ci narra delle gesta dell’eroe giunto in passato a salvare il mondo dal male. Eroe che, però, di epico ha ben poco, essendo poco più che un ragazzino vestito di verde. E sono proprio la sua spensieratezza e la sua purezza, infatti, a poter sconfiggere il male, sembra dirci il filmato. Il gioco, questa volta, si apre con il compleanno del piccolo protagonista; tale giorno sembra però destinato a prendere una piega insolita: un gigantesco volatile appare all’orizzonte inseguito da una nave pirata. L’uccello viene colpito e lascia cadere una persona nel bosco. Purtroppo però, mentre ci recheremo sul luogo, il rapace deciderà invece di rapire nostra sorella, Ariel. Da qui ha inizio una storia che, come da tradizione, mette a confronto bene e male, innocenza e crudeltà, coraggio e codardia, in una lunga ed epica fiaba raccontata sotto forma di videogioco. E, come al solito, i protagonisti siamo noi, Link è solo il collegamento tra il nostro mondo e quello incantato e fiabesco della Leggenda.

Navigando in questo mar

Il mondo di Wind Waker è vastissimo e principalmente costituito da isole che sorgono in un immenso mare. Isole popolate dalle creature più variegate e dagli abitanti più strambi. Per spostarsi da un’isola all’altra utilizzeremo una barca, Re Drakar , antico vascello con tanto di faccia in grado di comunicare con noi. Durante questi spostamenti, anche il tempo scorre, e giorno e notte si alterneranno, così come persino il vento e le condizioni atmosferiche. Saranno inoltre all’ordine del giorno incontri con mostri marini piuttosto che navi pirata intente a sorprenderci e affondarci. Insomma, il mondo di Wind Waker è veramente impregnato di vita propria e la cura apportata agli eventi che lo caratterizzano è semplicemente maniacale. Successivamente nel gioco sarà possibile usufruire di una melodia che, tramite una sorta di bacchetta magica, ci permetterà di spostarci più rapidamente in alcuni punti della mappa. Tale opzione snatura indubbiamente il concetto di mondo finzionale del gioco, ma si rende necessaria per non annoiare eccessivamente i giocatori più impazienti, essendo l’avventura basata sull’azione. La struttura di gioco, seppur comprendente ora di un sistema di navigazione che ci permette di raggiungere le varie locations all’interno delle quali si sviluppa l’azione vera e propria, è rimasta pressoché invariata. Infatti, affronteremo numerosi dungeon che, di volta in volta, ci premieranno con un nuovo oggetto per il nostro inventario. Naturalmente dovremo però riuscire a sconfiggere il cattivone di turno per poter uscire di nuovo all’aperto con il nostro nuovo gingillo. E nonostante chiaramente ci sia un filone principale da seguire, di quest e sotto-quest ne avremo per tutti i gusti, o meglio, per tutte le isole. Il sistema di targeting sui nemici è ovviamente tornato, e i combattimenti sono come sempre all’ultimo respiro grazie alla possibilità di regolare le nostre azioni avendo il nemico sempre fisso come punto di riferimento. Così come è tornata la possibilità di assegnare fino a 3 oggetti dell’inventario ad alcuni pulsanti sul nostro joypad, in modo da poterne usufruire immediatamente e senza interrompere l’azione non appena ne avremo bisogno. Parte centrale di Wind Waker sono gli enigmi presenti nei dungeon, che, come sempre, richiedono di spostare oggetti, scegliere che strumenti utilizzare o comunque analizzare la situazione e capire come è necessario agire. Come al solito, le azioni disponibili sono tantissime e nel gioco avremo modo di saltare, rotolare, correre, arrampicarci, persino volare e altro ancora.

Classe da tutti i pori

L’aspetto grafico di Wind Waker è veramente un’opera d’arte. Colori e tratti che sembrano usciti da un film di Miyazaki, animazioni di tutti i tipi e curatissime per uno stile grafico che complessivamente è senza dubbio innovativo e allo stesso tempo perfettamente azzeccato. Per la cronaca, il gioco è interamente in cell-shading, cosa che ha diviso una parte dei fans che probabilmente si aspettavano un altro capitolo cupo ed epico. Questi ultimi, sono stati accontentati poi con Twilight Princess, ma probabilmente la scelta di donare a Wind Waker un altro stile è a dir poco geniale sia per la sua carica innovativa, che per l’effettivo risultato che questa scelta ha prodotto osservando il gioco in un’ottica complessiva. La realizzazione "fumettosa" è dunque applicata ad ogni oggetto del gioco, dal vento alle esplosioni, dai mostri ai cittadini, tutto è curato nei minimi dettagli, tutto è vivo: basta prendere il cannocchiale per osservare un punto qualsiasi dell’isola e noterete che essa è sempre in continuo movimento. Non è da meno il comparto sonoro, ancora una volta affidato a Koji Kondo, con il supporto di ben altri 3 musicisti. Le musiche sono spesso motivetti più o meno allegri con flauti, tamburelli ed ogni genere di strumenti, abbinate però come sempre alle situazioni di gioco. Si spazia dallo splendido e spensierato Title Theme alla veloce Ganondorf Battle, ricca di pathos, o ancora alla malinconica suonata in pianoforte Farewell Hyrule King. Gli effetti sonori sono numerosi e tipici della serie. Non è presente alcun tipo di parlato, se non per alcune buffe esclamazioni dei personaggi, che si esprimono tramite dei fumetti sullo schermo. Il gioco è comunque tradotto interamente in italiano, ed è piuttosto lungo da portare a termine, considerato anche il numero di quest disponibili. Una delle critiche che si potrebbero muovere è forse la sua facilità. Nonostante infatti molti enigmi richiedano un po’ di riflessione, non troverete nulla di troppo impegnativo, nè combattimenti impossibili. Ma questa scelta è probabilmente influenzata dal fatto che il gioco vuole essere più quasi una favola da vivere sulla pelle, che una sfida per i giocatori. Insomma, resta ben poco da dire. The Legend of Zelda: The Wind Waker è uno dei migliori actionadventure game della storia e ancora una volta Nintendo mette la firma su un’autentica perla che è difficile non considerare arte. L’edizione limitata comprende un bonus disk nel quale sono presenti Ocarina of Time e il mai arrivato in occidente Master Quest. Se Ocarina of Time rivoluzionò per la struttura di gioco, anche solo la grafica di Wind Waker vale il suo acquisto.
Che ci fate ancora qui? Là fuori c’è un mondo che aspetta il suo eroe.

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