Viewfinder Recensione Nintendo Switch

Recensito su Nintendo Switch

Viewfinder Recensione Nintendo Switch

Per descrivere in poche parole cos’è Viewfinder mi permetto di citare una frase di Carole Simmons, personaggio presente in Bye Sweet Carole: «Se le cose non vanno come vorremmo, proviamo a guardarle da un’altra angolazione».

Ed è esattamente questa citazione a rispecchiare un po’ la natura di questo titolo bizzarro, fuori dagli schemi, ma assolutamente geniale nella sua interezza.

Viewfinder RECENSIONE della versione Nintendo Switch

Uscita la prima volta nel 2023 su PC e PlayStation 5 (già recensita da noi in passato), l’opera d’esordio di Sad Owl Studios è approdata quest’anno su Xbox Series X|S il 12 agosto, per poi successivamente arrivare su Nintendo Switch (la versione testata per questa recensione) il 3 dicembre.

Viewfinder è un titolo che ha ricevuto notevoli elogi dalla stampa e dal pubblico ai tempi della sua prima pubblicazione. Grazie a ciò ha inoltre ricevuto due candidature ai The Game Awards 2023 nelle categorie “Miglior Indie” e “Miglior Indie al Debutto”.

A due anni dalla sua uscita, provando con mano il gioco posso dire che l’esperienza risulta, anche tutt’ora, davvero piacevole e originale nelle meccaniche ludiche.

Riprendendo la frase di Carole menzionata in apertura, quando le cose non vanno come pensiamo, in Viewfinder si sfruttano a pieno le capacità di osservare il mondo da qualsiasi angolazione.

La geometria e la fotografia sono praticamente i nostri compagni d’avventura.

Se gli anni di geometria fatti a scuola vi hanno spaventato, state tranquilli. Nel titolo di Sad Owl Studios non bisogna conoscere le formule dell’area delle figure piane o il volume delle figure solide. E neanche per dire le nozioni base sulla trigonometria. Bisogna soltanto osservare giocando con le prospettive.

Viewfinder Recensione Nintendo Switch
Viewfinder vi fa guardare il mondo da ogni angolazione

Modellare i livelli con i propri occhi

Lo scopo del gioco è molto semplice: raggiungere la colonna del teletrasporto per avanzare ai livelli successivi. E fin qui nulla di problematico. Il punto è che per farlo dobbiamo avvalerci dell’acume per l’osservazione di un determinato livello, costituito da piattaforme, strumenti e ogni altro elemento utile alla risoluzione.

In Viewfinder le foto sono i principali oggetti con cui “dare una forma al livello con i nostri occhi”. Grazie alla visuale in prima persona dobbiamo letteralmente piazzare qualsiasi scatto fotografico nei punti in cui ci torna utile per raggiungere la colonna del teletrasporto. Ed è qui che la magia prende vita nell’opera di Sad Owl Studios.

Le foto che piazziamo vengono impresse nella realtà, come se le avessimo spinte fuori dal riquadro. Esse assumono poi la medesima forma di come sono raffigurate, diventando tridimensionali e al contempo modellando lo scenario in cui ci troviamo.

Tutti gli oggetti interagibili e presenti negli scatti vengono duplicati, una dinamica di gioco che estende le modalità di risoluzione quasi all’infinito.

E se per caso dovessimo sbagliare i piazzamenti delle foto, gli sviluppatori hanno pensato bene di inserire il riavvolgimento temporale. Un po’ come Maxine Caulfield in Life is Strange, possiamo tornare indietro nei momenti in cui abbiamo innescato un evento importante (evidenziato da un segnalino) e correggere l’errore commesso.

Oppure, nell’altro caso, salvarci da una caduta nell’abisso senza fondo.

Una progressione sempre ricca di nuovi stimoli

Viewfinder ha in totale 5 aree principali con ciascuna i livelli da completare per la progressione. Oltre ai livelli ordinari ci sono i livelli facoltativi, più complessi e sfidanti rispetto ai primi ma che, se completate, ricompensano con un nuovo filtro da applicare alle nostre foto.

Lungo il nostro percorso troviamo nei livelli altri elementi che arricchiscono la varietà d’approccio.

A un certo punto sbloccheremo la Polaroid, con cui scattare liberamente le foto da utilizzare negli scenari e con un’autonomia fatta in rullini che cambia a ogni livello (possiamo applicare il filtro preferito dei tanti ottenuti tramite i livelli facoltativi).

Avremo batterie, pedane a tempo e leve che generano corrente alla colonna del teletrasporto o ad altri meccanismi. Avremo fotocamere collocate in punti specifici e con un’inquadratura fissa. Avremo strutture che non si sgretolano quando piazziamo una foto, oppure le illusioni ottiche che traggono in inganno. E così via.

Il risultato è un’esperienza dal sapore platformico, geometrico, ma incredibilmente incisivo e funzionale alla progressione. Oltretutto non si sente minimamente il senso di ripetizione in questo gameplay loop così semplice nell’intenzione finale, per quanto quest’ultima rimanga il medesimo.

Viewfinder Recensione Nintendo Switch
Un esempio di come si utilizzano le foto in Viewfinder giocando di prospettiva

La ricerca di un mondo ideale

Viewfinder non è solo una stanza piena di puzzle, ma presenta anche una storia, principalmente raccontata attraverso Jessie, una misteriosa donna che interagisce a distanza con il protagonista, e CAIT, un paffuto felino fatto in IA.

Ci sono inoltre gli appunti, le registrazioni nei giradischi e i post-it sparsi nei livelli di gioco che allargano il ventaglio narrativo.

Un gruppo di ricercatori deve risolvere il problema del cambiamento climatico sulla Terra, dovuto alla carenza di ossigeno causata dalla scomparsa della flora.

Il protagonista, di cui non si conosce l’aspetto, è parte di un progetto portato avanti allo scopo di coprire tale falla, con i livelli di gioco che non sono nient’altro che una simulazione volta alla ricerca di una soluzione per ritrovare la cura al mondo prossimo al baratro.

Evitando ulteriori spoiler, il titolo di Sad Owl Studios non dura molto, assestandosi tra le 6 e le 10 ore di gioco. Tutto però può variare a seconda del tempo impiegato al completamento dei livelli e alla ricerca dei collezionabili, tuttavia rimanendo su una longevità modesta.

La storia di Viewfinder presenta degli ottimi spunti di riflessione, attuali e riconducibili alla realtà sotto certi aspetti come, appunto, la questione dei cambiamenti climatici.

Dove non spicca è nella sua irresistibilità, un racconto che non rimane dentro al termine del giro in giostra, magari per un’ottima caratterizzazione dei personaggi (assenti almeno solo in presenza) o di particolari eventi.

Se volessi aggiungere una nota positiva, almeno per gusto personale e perché amo follemente i gatti, è la compagnia di CAIT. Ogni volta si manifesta nelle vicinanze c’è sempre quello stimolo in me nel volerlo accarezzare, tanto da empatizzarci così facilmente (sì, CAIT si può toccare).

La sua costante presenza non risulta oltretutto fastidiosa, parla solo quando è necessario senza essere pesante all’esperienza.

Viewfinder Recensione Nintendo Switch
CAIT, un bel gattone da accarezzare! Da gattaro, un punto in più solo per lui lo darei senza esitazione!

Come va su Nintendo Switch?

Sulla console “di vecchia generazione” di Nintendo, Viewfinder si comporta molto bene sia in modalità docked sia in modalità portatile. La stabilità dei fotogrammi, fissi a 30 fps, è rimasta immutata durante lo svolgimento dei livelli.

Giusto qualche rallentamento si è verificato, fortunatamente solo mentre passiamo da un’area principale all’altra e per pochissimo tempo, risultando per nulla lesivo all’atto più pratico.

Viewfinder mostra in generale un’ottima qualità anche sul comparto visivo. Lo stile semi low-poly utilizzato dallo studio regala una resa che non fa sfigurare la versione Switch 1 con le altre piattaforme più prestanti.

Nota di merito al comparto sonoro, con la profondità tridimensionale dei suoni che si percepisce distintamente, specie quando parla CAIT o si attivano le registrazioni vocali.

Infine, anche se di poco conto ma comunque importante da sottolinearlo, tra le funzionalità proprie di Nintendo Switch 1 c’è il supporto al touch screen, nonostante sia relegato solo al menu principale o alla schermata di pausa.

Viewfinder Recensione Nintendo Switch
Alcuni livelli possiedono dei pannelli che proiettano un’immagine da generare nello scenario una volta alimentati con la corrente

In chiusura di recensione

Viewfinder arriva su Nintendo Switch 1 (e in retrocompatibilità su Nintendo Switch 2) in ottima forma e con pochissime sbavature tecniche.

Un’esperienza che, vista la longevità complessiva e il tempo impiegato a terminare i livelli in serie (a meno di eventuali arresti temporanei), si presta benissimo alle sessioni “mordi e fuggi” garantite dalla console della casa di Kyoto.

Quanto all’opera di Sad Owl Studios parliamo di un gioco dal concept intrigante, bizzarro e folle, con un gameplay incentrato sulla fotografia e sulla geometria dei corpi immortalati negli scatti che propone un approccio dal sapore platformico unico nel suo genere e in costante evoluzione.

D’altro canto, la storia offre sì degli spunti su un tema importante, ma sembra più un contorno al cuore vero e proprio quale il gameplay.

Se cercate un titolo che vi stimola cerebralmente il giusto basandosi solo sul vostro spirito di osservazione e non su numeri o codici da inserire, Viewfinder vi dà sicuramente soddisfazione sotto questo punto di vista.

[Qui puoi accedere alla pagina di Viewfinder sull’eShop di Nintendo se t’interessa il gioco in questa versione]

8.1
Un puzzle game freschissimo, da godere (questa volta) dove e quando vuoi.

Pro

  • Longevità che dura il giusto
  • Sistema di gioco funzionale e in costante evoluzione
  • La storia offre buoni spunti...
  • Comparto visivo e tecnico promossi su Switch 1...

Contro

  • ... anche se rimane solo di facciata
  • ... ma non mancano delle lievissime leggerezze
Vai alla scheda di Viewfinder
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