Warhammer 40.000: Boltgun – Recensione

Recensito su Xbox Series X

Boltgun

Questa storia inizia nella prima parte degli anni ’90, in una cameretta come tante altre, con un paio di promettenti giovani videogiocatori intenti a blastare orde di alieni su un PC 386.

Il suddetto computer è stato nominalmente acquistato “perché così ci studio” ma, in tutta la sua carriera computazionale, gli unici programmi che ha fatto girare praticamente ogni giorno si chiamavano Doom e Duke Nukem 3D. Quelli erano bei tempi, quando passavi i pomeriggi a dispensare diplomazia interstellare a colpi di arma da fuoco nei confronti di alieni molto poco amichevoli, pregustando poi la serata ignorante a base di pizza, bevande dubbie e mega partitone a Warhammer 40.000 attorno al tavolo da gioco di fiducia!

Quante volte il più fantasioso della cricca, dopo aver fatto saltare per aria un cacodemone, se ne sarà uscito con “Ma ti immagini che figata sarebbe un gioco così (la definizione FPS non esisteva ancora nei nostri vocabolari) ambientato in WH40K?!”.
Quasi trent’anni dopo, Warhammer 40.000: Boltgun realizza finalmente questo sogno di gioventù!

Boomer Shooter

Sviluppato da Auroch Digital e pubblicato da Focus Entertainment, Warhammer 40.000: Boltgun è esattamente quello che i fan del quarantunesimo millennio avrebbero voluto vedere negli anni ’90: un boomer shooter in salsa 40K.

Aspetta però, cos’è un boomer shooter?! Ma è semplice, miei cari padawan! Parliamo di uno sparatutto in prima persona che, nonostante sia realizzato ai giorni nostri, ripropone le stesse meccaniche e gli stessi elementi grafici e stilistici dei capolavori immortali degli anni ’90, come ad esempio i già citati Duke Nukem 3D e Doom.

Avremo quindi grafica più o meno pixellata, strani effetti sulle animazioni di personaggi e avversari e meccaniche di gioco molto più semplici di quelle proposte nei titoli contemporanei. E tanto – ma proprio tanto eh! – divertimento. La trama di Boltgun, come ben ci si potrebbe aspettare da un gioco del genere, non brilla né di originalità né di particolare spessore: il mondo forgia di Graia è caduto preda di una perniciosa infestazione demoniaca. Starà quindi a noi andare a ricacciare nell’Immaterium i satanassi del Chaos grazie alla lugubre nenia del nostro Fucile Requiem che, per chi non lo sapesse, al posto di normali proiettili spara micro razzi esplosivi auto propulsi. Amen.

Aspetta un attimo… Il mondo forgia di Graia invaso dai demoni, con gli Ultramarines impegnati a fare piazza pulita di eretici e simili… Dove l’ho già sentito… Space Marine!!! Ecco perché il nome Graia non mi era nuovo! Boltgun è infatti ambientato sullo stesso pianeta di Space Marine (che avrà fortunatamente un seguito), presumibilmente in concomitanza con le vicende del gioco (ma non voglio farvi spoiler). Una sorta di spin off di un titolo ingiustamente sottovalutato, ma anche lui con un potenziale enorme, riconosciuto fortunatamente in seguito.

La bellezza delle cose di una volta

Boomer shooter dicevamo, quindi non aspettatevi chissà che complessità. A partire dai menu iniziali che, come ogni menu dovrebbe fare, ci mettono davanti poche ma semplici scelte: carica partita, nuova partita, seleziona livello, impostazioni, crediti e stop.

Parlando delle impostazioni, ho trovato estremamente ben ideata l’opzione per aumentare o diminuire il grado di “pixellosità” della grafica in game. Non è che abbassandola al minimo avremo una risoluzione fotorealistica, sia ben chiaro, ma mi è sembrata una scelta rispettosa nei confronti di quei giocatori che, nonostante siano attirati dalle atmosfere retrò del titolo, non gradiscono la resa visiva “originale”, con tanti bei pixel esposti senza vergogna. A volte, e mi duole ammetterlo capita anche a me, non siamo più abituati alla grafica originale così old school.

Boltgun
Oops! Abbiamo sporcato un po’!

A partire già dalle primissime battute, Boltgun ci lancia letteralmente nella mischia senza preavviso, e senza nemmeno uno straccio di arma a lungo raggio! Saremo invece armati della nostra fida spada a catena, ovvero il risultato di una selvaggia notte di passione tra un sciabola da cavalleria e una pesante motosega industriale. E i lancers di Gears of War muti.

C’è solo guerra? C’è solo guerra!!

Fortunatamente, il nostro girovagare tra i livelli ci porterà presto a recuperare un Fucile Requiem (vedi descrizione qualche riga sopra), con il quale potremo letteralmente “scoppiare” la quasi totalità di nemici dalla distanza con pochi colpi.

Per gli avversari più coriacei, e ce ne sono un bel po’, dovremo utilizzare interi caricatori del nostro Requiem, o fare affidamento su altri simpatici giocattoli recuperabili in giro: Requiem pesanti, fucili al plasma e shotgun, che sono l’arma che più mi inquieta. In un universo dove l’equivalente di un fucile d’assalto spara micro razzi autopropulsi a raffica, uno shotgun che sulla corta distanza fa un vero e proprio disastro, cosa mai potrebbe sparare?!?! Pensateci, non deve essere qualcosa di bello…

Ah, e poi c’è Gualtiero! Cioè, non è il suo nome ufficiale, ma io chiamo così il servo teschio svolazzante che ci guida nella nostra impresa! Perché, nella gioiosa serenità del quarantunesimo millennio, il nostro aiutante tattico non può essere altro che un cranio umano scarnificato e riempito di impianti tecnologici che lo rendono una sorta di clone del tenero BD-1 di Jedi: Survivor. Solo che è realizzato con un teschio umano come scocca. Un teschio vero dico, di ossa… Ma che vi aspettate da un gioco in cui i comuni scudi che ci riparano dai danni diretti sono alimentati (giuro!) DAL DISPREZZO che provate per gli avversari?!? Pura arte.

Blastare alla vecchia maniera

Come facilmente vi sarete già immaginati, in Boltgun dovremo correre avanti e indietro per i livelli, massacrando tutto quanto ci capiti davanti. Se in una situazione normale questo compito non sembra eccessivamente gravoso, data la potenza delle nostre armi, la resistenza intrinseca del nostro personaggio (un Astartes, monaci guerrieri geneticamente potenziati e totalmente fanatici) e la generosa abbondanza di munizioni e power up sparsi un po’ dappertutto, la musica cambia quando si parla di portare a termine le cosiddette Epurazioni.

Quando entreremo in un’area chiave di un livello, capiterà spesso e volentieri che le vie di fuga vengano bloccate da un campo di forza, visto che i Poteri Perniciosi hanno deciso di organizzare un bel party proprio in quell’area. L’unica maniera di riguadagnare l’uscita, è ovviamente quella di sterminare ogni forma di vita ci si pari davanti. Come sempre del resto, solo che questa volta i nemici spawneranno di continuo attraverso portali warp, e non a ondate, proprio a casaccio! Non ci resta quindi che massacrare abomini fino a che anche gli Dei del Chaos non si stufano e lasciano libera la zona.

Durante le Epurazioni sarà molto facile rimanere a corto di munizioni o di salute, senza grosse possibilità di approvvigionamento. Questo, unito alle innumerevoli schiere di nemici che ci vengono scagliate contro, ci darà ben più di un grattacapo per venirne fuori vincitori, andando ad aggiungere frenesia e adrenalina a un gameplay già di suo abbastanza… Movimentato!!

Boltgun
Si, ma stai calma!

Tecnicamente parlando, Boltgun si presenta in tutto e per tutto come un titolo uscito al più tardi nel 1996. Tutto quanto, dalla grafica alle animazioni, passando per gli effetti sonori, è veramente evocativo e ben fatto, riportandoci senza problemi allo stile di gioco di quegli anni. Una vera e propria “ricostruzione” 1:1 di uno sparatutto in soggettiva dell’epoca.

E la stessa cosa vale per il level design e il gameplay in generale, ovvero: spara a tutto ciò che vedi, aziona l’interruttore, cerca la chiave, spara ancora un po’ ai mostri. Uniche “licenze” moderne sono una pulizia e precisione dei controlli impensabile al tempo, e una colonna sonora (dannatamente metal, ovvio!) riprodotta con qualità contemporanea. Per il resto, Boltgun è un vero e proprio cimelio degli anni ’90 o, per rimanere in tema con l’ambientazione, una reliquia fatta e finita!


Warhammer 40.000 Boltgun è il sogno proibito di ogni ragazzino che nei ’90 si sfondava di Doom e viveva epiche avventure sui feroci campi di battaglia del Quarantunesimo Millennio. È un vero e proprio inno a un modo di giocare frenetico e super adrenalinico, senza troppe pretese ma in grado di dare davvero tanta gioia.

Warhammer 40.000 Boltgun è un gioco adatto in principal modo ai nostalgici, che possono ora godersi “le vibre” degli anni d’oro con tutti i comfort tecnologici del presente videoludico, ma anche a chi quegli anni non li ha vissuti, e vuole provare a capire cosa fossero. Consigliato assolutamente, per una decina di ore di azione ignorante e bellissima. Come una volta. Bel lavoro, Auroch!

Warhammer 40.000: Boltgun RECENSIONE | Ignorante e bellissimo!

Warhammer 40.000 Boltgun è il sogno proibito di ogni ragazzino che nei ’90 si sfondava di Doom e viveva epiche avventure sui feroci campi di battaglia del Quarantunesimo Millennio. È un vero e proprio inno a un modo di giocare frenetico e super adrenalinico, senza troppe pretese ma in grado di dare davvero tanta gioia.

9
Ignorante e bellissimo. Proprio come una volta!

Pro

  • Gli anni '90 scorrono potenti in Boltgun!
  • Frenetico e divertente
  • Boomer Shooter a tema WH40K. Serve altro!?

Contro

  • Relativamente breve
Vai alla scheda di Warhammer 40,000: Boltgun
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