Warhammer 40,000: Kill Team – Recensione Warhammer 40,000: Kill Team
A breve uscirà per console casalinghe e PC l’action/shooter Warhammer 40000: Space Marine (di cui potete leggere l’anteprima su queste stesse pagine), e allora perché, devono aver pensato in casa THQ, non pubblichiamo qualcosa che stuzzichi l’appetito approfittando dei poveri cristi che, fan di Warhammer 40K, non aspettano altro che polverizzare Orki?
Detto fatto, qualche settimana per scrivere il codice e Kill Team, uno sparattutto a visuale isometrica per uno o due giocatori, è servito.
Pretestuosità
Chi, come, dove, quando. Leviamo pure il chi, il dove e il quando visto che: a) un anonimissimo gruppo formato da uno o due Space Marines, b) un’astronave Orka senza neanche un nome, c) circa qualche giorno prima degli eventi che prenderanno luogo in quel di Space Marine.
Concentriamoci allora sul come: da soli o in compagnia, armati diversamente a seconda della tipologia di unità che si seleziona (quattro disponibili, due da corpo a corpo, una dalla pura distanza ed una che è il solito risultato bilanciato delle precedenti) dovremo farci strada per l’anonima astronave degli Orki sbudellandone quanti più possibile, in un continuo fluire di nemici fatti di polenta, che puntualmente si carbonizzeranno dopo un paio di carezze, siano esse servite dalla lunga gittata dei nostri requiem o dal blando menar fendenti di cui si compone il sistema di combattimento corpo a corpo. Di tanto in tanto la svogliatissima voce del nostro superiore ci darà indicazioni diverse (piazza l’esplosivo, difendi la cella energetica) costringendoci a servirci del tasto d’interazione, mollando per un attimo lo stick destro che controlla volume di fuoco e direzione dello stesso, o smettendo di premere come ossessi il tasto d’attacco.
A stemperare la monotonia di combattimenti ridicoli (uno o due Space Marine, per quanto forti, non possono davvero abbattere seimila Orki da soli, su) – o carneficine, che dir si voglia – subentra la capacità di attivare un’abilità speciale che varia, in modo analogo alle armi in dotazione, alla tipologia di unità selezionata. E’ inoltre possibile ricercare vari collezionabili per le asettiche e terribilmente ripetitive aree di gioco per sbloccare – tenetevi forte – dei bozzetti o imbattersi in bonus che potenziano il rateo di fuoco, i danni portati dai colpi corpo a corpo, l’esperienza ottenuta o, ancora, raccogliere granate che non useremo praticamente mai, visto che i nemici sono figli dell’omino di marzapane e se gli si sputa addosso si sgretolano.
Discorso a parte per i boss, che regalano un barlume di speranza grazie a scontri in cui bisognerà per lo meno "impegnarsi" a schivarne i poderosi attacchi e capaci di regalare un divertimento decisamente più solido di quello che si può provare nello sparare verso un’orda di poligoni inerme.
Per salvare il salvabile di questo progetto, evidentemente frutto dell’adorazione per il Dio Denaro, è stata implementata una modalità multiplayer che, sorprendentemente, riesce nel difficile compito di regalare qualche attimo di spensierato divertimento, anziché di noia insostenibile grazie ad un sistema a punti che permetterà se non altro di sfidare un amico a chi distrugge più lemmings (perché di giochi in qui i nemici si suicidano in modo così plateale non me ne sovvengono altri Ndr.), rendendo quindi questo Kill Team un buon acquisto se si è volenterosi di spendere qualche euro in cambio di una devastazione tanto liberatoria (purché, è il caso di ribadirlo, avvenga in compagnia di un amico) quanto fine a sè stessa.
Plastica
Legno, legno e ancora legno: nemmeno le animazioni si salvano: guardando i piccoli miracoli di titoli simili come il mai troppo osannato Dead Nation, viene da chiedersi davvero: perché? Perché fare un titolo così superficiale nella sua interezza? Perché utilizzare un motore grafico che, a parte il pregio di non soffrire di cali di framerate anche con millemila nemici a schermo, non riuscirebbe ad elargire soddisfazioni visive neanche si stesse parlando di uno dei primi titoli pubblicati per PS2?
Unica nota positiva, la qualità dei modelli degli Space Marines, se non altro ben resi e rispettosi delle proprie controparti plasticose.
Colpo di grazia, infine, l’effettistica: tralasciando un doppiaggio che riesce a risultare deprimente pur nella sua essenzialità, il suono emesso dalle armi o dalle perpetue urla dei nostri nemici è semplicemente irritante. Udire sino allo sfinimento gridi di battaglia degli Orki o lamenti sordi dei Tiranidi non fa altro che innervosire, e di certo non per il livello d’immersione che il titolo sa elargire.
Per una spada potenziata
Kill Team è, molto semplicemente, uno dei peggiori prodotti disponibili su PSN e XBox Live: la qualità del livello realizzativo rasenta il nulla, e solo optando per la cooperazione con un amico si può riuscire a godere in parte delle molte potenzialità inespresse del titolo. Il problema di Kill Team è che, a parte una spada potenziata per il Capitano Titus di Space Marine, non offre nulla nemmeno agli amanti di Warhammer 40K visto che le citazioni all’universo di riferimento si fermano praticamente alle corazze dei Nostri.
In caso decidiate di giocare da soli il titolo in questione, il voto sta quassù: nel caso in cui non stiate cercando un semplice passatempo con cui sfogarvi dopo una dura giornata lavorativa, abbassatelo di un punto. Se programmate invece di giocare Kill Team con un amico, potete pure portarlo a Sei.